Translate

sabato 21 dicembre 2019

Letture. Roberto Cotroneo, "L'invenzione di Caravaggio"



Questo, di Roberto Cotroneo, è un libro particolare, dedicato alla figura di Roberto Longhi (1890-1970), studioso e critico d'arte, che spese parte della sua vita nella scoperta e nella valorizzazione di un pittore ai suoi tempi quasi sconosciuto: il Caravaggio, da lui riportato alla luce ed all'attenzione del grande pubblico. 
Cotroneo traccia la storia parallela dei due personaggi, sottolineandone alcune similitudini, a partire dai difficili rapporti con i propri mondi di riferimento, quello degli artisti per il pittore, e quello dei critici d'arte per il Longhi. 
Questi ebbe a scontrarsi, tra gli altri, con personaggi del calibro di Lionello Venturi e di Bernard Berenson, che si occuparono a lungo del Caravaggio, ma che non riuscirono mai ad acquisire la conoscenza profonda dell'opera dell'artista, propria del Longhi.
Un uomo difficile, il pittore, come non fu certo un personaggio semplice il critico, che iniziò a studiarlo giovanissimo, dedicandogli la tesi di laurea, e proseguì poi diventando il massimo esperto dell'opera dell'artista che, per primo, collocò tra gli iniziatori della pittura moderna, sottraendolo definitivamente al posto che occupava fino ad allora, tra gli ultimi esempi della pittura rinascimentale. 
Ma che cosa vide Roberto Longhi in Caravaggio? Ne comprese la modernità, nella luce particolare di alcuni suoi quadri, nella scelta dei soggetti e nell'interpretazione delle scene rappresentate, laddove era stato capace di sovvertire la consueta raffigurazione di alcuni temi ricorrenti all'epoca. Oltre a ciò prendeva ispirazione, per i suoi personaggi, dalla vita reale, rendendoli perciò comprensibili ad un pubblico che vi si poteva identificare, oltreché aderenti al modello sociale della sua epoca.  
Curiosamente, ciò che il pubblico conosce piuttosto bene, è la vita disordinata dell'artista, che lo portò ad una fine prematura e tragica, e meno le sue opere che, del resto, non sono molte. Quelle accertate sono più o meno 67, ci dice Cotroneo, mentre circolano moltissime copie, alcune, opera di artisti di una certa levatura, contemporanei del Caravaggio, che trassero in inganno i critici. 
Roberto Longhi si sbagliava raramente, poiché sapeva riconoscere le opere autentiche da particolari minimi ed irrilevabili da un occhio che non fosse esperto come il suo, però alle volte accadde anche a lui d'ingannarsi. 
La sua vita, condivisa con la sua ex allieva Lucia Lopresti, scrittrice nota con il nome di Anna Banti, fu un'esistenza semplice e molto appartata che probabilmente non gli giovò dal punto di vista della notorietà, mentre i suoi colleghi privilegiavano le relazioni sociali che riuscivano, in qualche modo, a spianare la strada al loro lavoro.
Ultimamente a Roma, a Palazzo Barberini, sono state aperte alcune nuove sale, con l'intento di valorizzare le opere del Caravaggio possedute dal museo e, certamente, questo libro di Roberto Cotroneo contribuisce a far luce sull'altra parte del lavoro dell'artista, quella meno nota, quella che Roberto Longhi aveva studiato più e meglio di tutti e che gli consentiva di riconoscerne la mano ai tempi in cui ancora i suoi dipinti riemergevano dall'epoca lontana in cui erano stati dimenticati. 


giovedì 19 dicembre 2019

Fotografare l'arte. L'orso di Jeff Koons

Monaco di Baviera. Museo Brandhorst
Jeff Koons
Amore (1988)

(foto Daniela Durissini)

Jeff Koons, artista statunitense (York, 1955), è considerato uno dei maestri del kitsch, ed è uno dei più importanti esponenti della pop-art ed erede di Andy Wharol. E' noto per le sue opere, dal tratto volutamente ironico, che fanno riferimento allo stile di vita americano ed, in particolare, al consumismo. L'orsacchiotto di porcellana, intitolato Amore esposto al Museo Brandhorst di Monaco di Baviera, fa parte della serie "Banality", ed è stato realizzato nel 1988. Della stessa serie fanno parte altre opere piuttosto note, sempre realizzate in porcellana, come Michael Jackson and Bubbles e Pink Panther, entrambe del 1988. In fin dei conti però, questo orsacchiotto che appare anche troppo dolce ed innocuo, veicola un messaggio niente affatto banale: presentando la serie, infatti, Koons affermava di aver voluto contrapporre alle masse sfruttate, e quindi alla società basata sui consumi, la banalità che diventa l'ancora di salvezza alla quale aggrapparsi e grazie alla quale evadere dalla tristezza del quotidiano. 




mercoledì 18 dicembre 2019

Archeologia. Nimrud a Monaco di Baviera

Monaco Rilievo assiro Palazzo di Assurbanipal II Nimrud
Monaco. Museo Egizio (foto Daniela Durissini)

All'interno del museo Egizio di Monaco di Baviera sono esposti, in una sala dedicata all'Oriente antico, alcuni rilievi provenienti dall'ala Nord-Ovest del palazzo reale di Assurbanipal II a Nimrud. 


Monaco Rilievo assiro palazzo Assurbanipal II
(foto Daniela Durissini)

I rilievi, provenienti dalla Glyptothek, e rappresentanti delle figure alate e barbute, furono acquistati dal re Ludwig I nel 1863, grazie all'interessamento dell'architetto reale Leo von Klenze, il quale conosceva personalmente l'archeologo inglese Austen Henry Layard, che stava effettuando gli scavi a Nimrud. 


Monaco rilievo assiro palazzo Assurbanipal II
(foto Daniela Durissini)
Fu l'ultima grande acquisizione del re bavarese, per la quale von Klenze fece erigere un'ala nuova annessa al cortile della Glyptothek, nella quale furono esposti i rilievi, accanto a delle ricostruzioni che davano un'idea al visitatore di come dovesse presentarsi il palazzo assiro, e a delle figure colossali di tori alati. 


Monaco rilievo assiro palazzo Assurbanipal II
(foto Daniela Durissini)
Dopo la seconda guerra mondiale tale ala venne demolita. 

Monaco Rilievo assiro palazzo Assurbanipal II
(foto Daniela Durissini)




martedì 17 dicembre 2019

Fotografare l'architettura. Monaco di Baviera

Monaco di Baviera
Tribunale distrettuale. Cupola (1891-1898)


(foto Daniela Durissini)

L'edificio del Tribunale distrettuale di Monaco di Baviera fu costruito tra il 1891 ed il 1898 su progetto del pittore ed architetto Friedrich von Thiersch (1852-1921), in stile neobarocco. Uno dei particolari degni di nota è la straordinaria cupola in ferro e vetro con funzione di lucernaio. 

mercoledì 11 dicembre 2019

Fotografare l'architettura. Trieste. Teatro romano

Trieste
Teatro romano

(foto Daniela Durissini)
Il teatro romano di Trieste si trova ai piedi del colle di San Giusto, dove fu costruito sfruttandone, per le gradinate, la naturale pendenza. Probabilmente la costruzione originale risale al I sec. a.C.. Fu ampliato nel II sec. d.C. per far posto a più di 3500 spettatori (secondo alcune fonti addirittura 6000). Nel corso dei secoli scomparve a causa della costruzione ridossata di edifici abitativi. Fu individuato nel 1814 dall'architetto Pietro Nobile ma fu portato alla luce soltanto nel 1938, quando, con il nuovo piano urbanistico, venne abbattuta parte della città vecchia per far posto alle nuove costruzioni dell'epoca. Le statue di Venere, Bacco, Apollo, Minerva, Igea ed Esculapio, che decoravano la scena e le iscrizioni rinvenute nel corso degli scavi sono state depositate presso il Lapidario Tergestino (Castello di San Giusto). 



giovedì 5 dicembre 2019

Fotografare l'architettura. Chiesa dell'Assunta (Novacella)

Abbazia di Novacella (Varna, Bressanone)
Chiesa dell'Assunta

(foto Daniela Durisisni)
L'attuale chiesa dell'abbazia di Novacella, dedicata all'Assunta, ed elevata al rango di basilica minore nel 1956, sorge sui resti di una prima costruzione, distrutta da un incendio nel 1190. La consacrazione del nuovo edificio a tre navate avvenne nel 1198, mentre il poderoso campanile richiese un maggior numero di anni per essere completato (fu portato a termine probabilmente nel 1218). 
Nel corso dei secoli la chiesa venne più volte modificata, soprattutto nel periodo gotico, fino alla barocchizzazione, ad opera di Josef Delai e Georg Philipp Appeller (1735-1744). Gli stucchi furono eseguiti da Anton Gigl, notissimo per aver decorato le facciate di alcuni importanti edifici ad Innsbruck e diversi interni di chiese nella regione, mentre gli affreschi, dai colori chiari e vivaci, si devono ad un pittore di Augusta, Matthaus Gunther. 


⇒(click) Per approfondire: Abbazia di Novacella. La basilica


mercoledì 4 dicembre 2019

Fotografare l'arte. Fortunato Depero

Fortunato Depero
Marionette dei Balli Plastici (1918)
Casa d'Arte Futurista Fortunato Depero (Mart, Rovereto)

(foto Daniela Durissini)
Durante un soggiorno a Capri, ospite dello scrittore svizzero Gilbert Clavel, Depero, che già negli anni precedenti si era avvicinato al teatro grazie ad una collaborazione con il russo Djaghilev, impresario dei "Balletti russi", prova a sostituire gli attori con delle marionette, creando delle caratterizzazioni coloratissime per i Balli Plastici, rappresentati a Roma al Teatro dei Piccoli nel 1918. Il riferimento, evidente, è qui all'infanzia, al gioco. 
Si tratta di un esperimento particolarmente significativo della stagione futurista. 

⇒(click) Per approfondire: Depero un mago tra robot e marionette