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domenica 30 ottobre 2022

Archeologia. Specchi romani

Aquileia. Museo Archeologico Nazionale. Specchio di epoca romana
(foto Daniela Durissini)
Nel periodo romano gli specchi erano realizzati in bronzo, piombo, argento e, talvolta, in oro. Una delle facce veniva rifinita al tornio in modo che costituisse una superficie estremamente riflettente. Gli specchi rettangolari, in genere, non avevano supporto, mentre quelli rotondi erano dotati di manici costruiti separatamente allo specchio e, in genere, di materiale diverso. Solo a partire dal III sec. d.C, fu impiegato il vetro soffiato, applicato però soltanto su piccole superfici, spesso di piombo. Gli specchi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia risalgono al periodo compreso tra il I ed il IV sec. d.C. 

martedì 25 ottobre 2022

Archeologia. La statua stele di Brentonico

Statua stele di Brentonico (foto Daniela Durissini)
Rovereto. Museo Civico

Statua stele di Brentonico. Particolare
(foto Daniela Durissini)
Le statue stele antropomorfe, che evidenziano, seppur in modo sintetico, le fattezze umane, sono piuttosto diffuse in Europa. Realizzate per lo più a partire dal III millennio a.C. (anche se alcune sono state datate al millennio precedente), sono di difficile interpretazione; si è pensato che potessero essere dei monumenti funebri o rappresentazioni di divinità. Generalmente gli oggetti portati da queste figure, quali pugnali, asce, ecc., consentono una datazione sufficientemente precisa. In Italia sono presenti soprattutto in Val d'Aosta, in Lunigiana ed in Lombardia ma un gruppo interessante è stato rinvenuto anche in Trentino Alto Adige. La statua stele di Brentonico, documenta l'esistenza di questo culto anche in Vallagarina. 

domenica 23 ottobre 2022

Fotografare l'arte. Brod. Il San Cristoforo di Jarnej da Skofia Loka


Brod. Chiesa di S.Maddalena. S. Cristoforo (foto Daniela Durissini)
Nel piccolo paese di Brod, vicino a Bohinjska Bistrica, nelle Alpi Giulie Slovene, si trova la splendida chiesa intitolata a Santa Maria Maddalena. Fondata almeno agli inizi del XV secolo, la piccola chiesa presenta degli interessanti affreschi sulla parete esterna meridionale, uno dei quali rappresenta un grande San Cristoforo. Il dipinto, che occupa una parte della parete dalla base fin sotto lo spiovente del tetto, è opera del pittore Jarnej da Skofia Loka, attivo alla metà del XVI secolo, anche in Friuli. Di lui infatti si ricorda la decorazione della chiesa di Santa Lucia a Cravero, frazione del comune di San Leonardo. L'affresco, datato 1534, oggetto di un accurato restauro, mostra San Cristoforo che si appoggia al tipico bastone fiorito e procede portando sulle spalle Gesù bambino, che gli pone una mano sul capo e che regge il globo, simbolo di potere.

mercoledì 19 ottobre 2022

Archeologia. Statua stele di Manzano (Val di Gresta)

Statua stele di Manzano (foto Daniela Durissini) 
Tratto dalla scheda dedicata al Museo Civico di Rovereto
La statua stele di Manzano è stata ritrovata nel corso della ristrutturazione di un edificio in Val di Gresta, appunto a Manzano, ed è stata consegnata alla Soprintendenza per i beni archeologici. Era stata reimpiegata come materiale da costruzione. Il materiale in cui è stata incisa proviene dalla Val Venosta, mentre la tecnica con la quale è stata realizzata ricorda da vicino quella con la quale sono state realizzate le statue stele di Arco. Il confronto del volto rappresentato, cosiddetto "a civetta", con altri manufatti simili, rinvenuti in Italia, consente di datare la stele alla prima metà del IV millennio a.C., nella fase finale del Neolitico, mentre è probabile la destinazione a monumento funerario. 

sabato 15 ottobre 2022

Fotografare l'arte. Fibula longobarda

Rovereto. Museo Civico. Fibula a "S" longobarda (VI-VII sec. d.C.)
(foto Daniela Durissini)
La bella fibula ad S in bronzo dorato (sec. VI-VII d.C.), proveniente da Loppio (S. Andrea), dalla forma caratteristica a protomi di uccello dal becco ricurvo contrapposte, presenta tracce di doratura sulla superficie. Gli occhi dei due uccelli sono realizzati in pasta vitrea di colore azzurro, mentre nella parte centrale, il castone quadrato doveva ospitare una gemma. La fibula serviva a fermare il costume femminile longobardo. Fu portata in Italia con l'immigrazione di quel popolo e rimase in uso per poco tempo, grossomodo dal 568 all'inizio del VII sec.

martedì 11 ottobre 2022

Archeologia. La particolarità dei pesi da telaio romani in Trentino Alto Adige

Rovereto. Museo Civico. Pesi da telaio di epoca romana (foto Daniela Durissini)
In epoca romana la produzione di laterizi in Trentino Alto Adige comprendeva per lo più tegole e coppi, impiegati assieme per la copertura dei tetti. Le tegole, accostate le une alle altre, venivano coperte, lungo le giunture realizzate ad aletta, dai coppi. Un'altra produzione interessante comprendeva i pesi da telaio, qui piuttosto diversi da quelli che si trovano in altre regioni. I pesi, in terracotta, in gran parte di forma troco-piramidale, venivano realizzati con un foro nella parte superiore, in cui venivano infilati anelli  o piccole barre metalliche ai quali erano saldati i fili dell'ordito del telaio che, in tal modo, risultavano ben tesi. In Trentino Alto Adige tali pesi sono particolarmente pesanti (circa 900 gr l'uno) a causa del filato più grosso ch'era necessario lavorare in questa regione, mediamente più fredda di quelle situate innuna fascia più meridionale. 

domenica 9 ottobre 2022

Fotografare l'arte. Un capolavoro di Pietro di Cosimo

Roma. Gallerie Barberini Corsini. Palazzo Barberini
Pietro di Cosimo. S.Maria Maddalena che legge (foto Daniela Durissni)
A Roma, presso le gallerie nazionali di Palazzo Barberini, è esposto uno dei capolavori del pittore Pietro di Cosimo (Firenze 1461-1522). Si tratta di un dipinto, realizzato tra il 1490 ed il 1495, con la tecnica della tempera su tela, che raffigura Santa Maria Maddalena intenta a leggere. Con la scelta di questo soggetto, il pittore fiorentino, allievo di Cosimo Rosselli, che fece una lunga ed importante esperienza seguendo a Roma il maestro ed essendo impiegato alla decorazione della cappella Sistina, si conferma artista originale e raffinato, capace di composizioni particolari e di grande fascino, di cui diede innumerevoli prove. Il Vasari disse di lui che fu un "ingegno astratto e difforme", indicandolo come un uomo dal carattere difficile e spigoloso, soggetto a momenti di furore, che lo allontanava dalle persone e dai collaboratori, tuttavia geniale nel comporre storie nuove e significative con allusioni alla pittura di Leonardo ma anche, in alcune sue opere, ai primitivi fiamminghi.

mercoledì 5 ottobre 2022

Culture. Cirillo e Metodio e l'evangelizzazione dei popoli slavi

Brod. Capitello coi santi Cirillo e Metodio (foto Daniela Durissini)
Ai margini del villaggio di Brod, non lontano da Bohinjska Bistrica, tra le montagne della Slovenia, un capitello tra i campi riporta, l'immagine dei Santi Cirillo e Metodio, recanti un libro in cui si indovina la figura del Cristo in mandorla. Ma chi erano Cirillo e Metodio e come mai qui sostituiscono le consuete immagini sacre dei capitelli e delle edicole diffusi in zona e non solo? Costantino, nato a Tessalonica, fra l'826 e l'827 (prese il nome di Cirillo quando, al termine della sua vita, prese l'abito monastico), era fratello di Metodio, nato anch'egli a Tessalonica nell'815 (la data è incerta) ed i due si dedicarono all'evangelizzazione dei popoli di Pannonia e Moravia. A Cirillo si attribuisce l'invenzione dell'alfabeto glagolitico, probabilmente elaborato alcuni anni prima della traduzione ch'egli fece di alcuni passi del Vangelo di Giovanni. A Roma, dove consegnarono le reliquie di papa Clemente I, esiliato e morto in Crimea, Niccolò I approvò su loro proposta, la diffusione della Bibbia in lingua slava, purché se ne facesse precedere la lettura dai passi in latino. Mentre Cirillo morì a Roma, nell'869, Metodio, che proseguì da solo l'opera di evangelizzazione iniziata assieme al fratello, morì a Velehrad, oggi nella repubblica ceca, nell'885. Occorre anche ricordare che i fedeli di Cirillo e Metodio furono accusati di eresia, proprio per l'impiego della liturgia slava, e che lo stesso Metodio venne incarcerato per due anni e liberato solo grazie all'intervento del papa Giovanni VIII. Per i popoli slavi i santi Cirillo e Metodio, costituiscono il simbolo del loro riconoscimento e della loro accettazione nell'ambito della Chiesa.
Brod. Capitello coi santi Cirillo e Metodio
(foto Daniela Durissini)