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lunedì 17 dicembre 2018

Museo delle Belle Arti (Santiago del Cile)

Museo delle Belle Arti
Museo delle Belle Arti. Interno (foto Daniela Durissini)
Il Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago del Cile fu creato su iniziativa dello scultore José Miguel Blanco, nel 1880. 

Museo delle Belle Arti
Museo delle Belle Arti. Esterno (foto Daniela Durissini)
Nel 1902 fu indetto un concorso per la realizzazione della sede definitiva delle raccolte, vinto da Emilio Jecquier che, per il suo progetto, si ispirò al Petit Palais parigino, di recente realizzazione. 

Museo delle Belle Arti
Museo delle Belle Arti. Intermo (foto Daniela Durissini)
Il museo fu inaugurato il 21 settembre del 1910, nell'ambito delle celebrazioni per il centenario dell'indipendenza del Cile.

giovedì 13 dicembre 2018

Calama, la città del rame (Cile)

Un murale riassume le due anime di Calama (foto Daniela Durissini)
La cittadina di Calama, nel nord del Cile, è nota per la miniera di rame, a  cielo aperto, più grande del mondo, Chuquicamata. Questa, 2,5 km x 4,5 km, dista 15 chilometri dall'abitato, ed ha attirato, fin dai primi anni di attività (1915), un gran numero di lavoratori. Oggi però lo sfruttamento a cielo aperto (la miniera è profonda 1000 metri) va concludendosi, e si sta iniziando lo sfruttamento sotterraneo.

Calama. Murale  (foto Daniela Durissini)
Calama, fortemente caratterizzata da questo tipo di attività, sta cercando di recuperare la sua identità  di centro nevralgico del deserto di Atacama, punto di incontro delle diverse strade che percorrono la zona, sia in direzione della cordigliera, che verso Antofagasta, sul Pacifico. E fu proprio qui che, il 23 marzo del 1879, ebbe luogo la famosa battaglia tra le forze contrapposte di Cile e Bolivia, che dette inizio alla Guerra del Pacifico (1879-1884), conosciuta anche come Guerra del salnitro. 

Calama. Cattedrale (foto Daniela Durissini)
Oggi il centro di Calama, con la cattedrale dedicata a San Giovanni, la piazza ordinata ed ombreggiata, la lunga strada pedonale, contrasta con l'ampia zona adiacente, antico mercato, che ha mantenuto le sue caratteristiche. 

Calama. Piazza (foto Daniela Durissini
Qui si vende di tutto, in baracche all'aperto, in una confusione di rumori ed odori,  che stordisce. L'antico crocevia del deserto sembra prendere comunque il sopravvento sul nuovo centro che chiede cultura, ed un nuovo sentimento identitario, che promuove le espressioni artistiche che lo rappresentano ed è  capace di dedicare, nella biblioteca pubblica, una sezione a Pablo Neruda ed un caffè artistico a Vicente Huidobro, riunendo così, idealmente, due dei  tre grandissimi poeti cileni (l'altro era De Rokha) protagonisti della "guerriglia letteraria", così ben descritta da Faride Zeran, nel bel libro dedicato ai difficili rapporti tra questi protagonisti della vita e della cultura cilene. 




mercoledì 12 dicembre 2018

L'anima smarrita di San Pedro de Atacama (Cile)

San Pedro de Atacama. Muri in  mattoni di terra cruda (foto Daniela Durissini)
Si va, per un centinaio di chilometri, da Calama, in direzione della cordigliera andina. Poi, all'improvviso, in un'ampia conca, dopo tante rocce e tanta sabbia, appare una macchia verde. È San Pedro, l'abitato più popoloso della zona, sorto naturalmente in un'oasi formata dall'omonimo rio. In questa stagione, corrispondente all'inizio dell'estate, il letto del fiume è secco ma, quando piove, generalmente accade tra i mesi di marzo ed aprile/maggio, lo riempiono acque impetuose, per un'altezza che può raggiungere i tre metri e con una forza capace di travolgere ogni cosa. Adesso, nella calura già quasi estiva (si toccano e si superano i 33 gradi), con un cielo quasi sempre terso, al massimo velato da qualche nube innocua, tutto questo sembra impossibile. 


San Pedro de Atacama (foto Daniela Durissini)
San Pedro, per le straordinarie bellezze naturali che lo circondano, è la meta turistica più frequentata del nord del Cile e, in assoluto, una delle più richieste del paese e questo ha fatto sì che, col tempo, andasse smarrita l' anima più autentica dell'abitato. Innumerevoli agenzie propongono tour giornalieri che, in genere, frettolosamente, raggiungono le mete più ambite, i prezzi sono elevati, lo standard offerto comunque carente. Nelle strade polverose, lasciate come un tempo, dormono qua e là decine di cani randagi, il vento solleva nubi irrespirabili di sabbia, dove è espicitamente vietato corrono biciclette e passano macchine in continuazione. 


San Pedro de Atacama (foto Daniela Durissini)
Se si vuole ritrovare lo spirito del luogo, si fa fatica, occorre camminare, seguire le tracce antiche degli uomini e degli animali che per secoli hanno percorso i sentieri delle montagne per arrivare all'oasi, comprendere come questa, in mezzo al deserto, abbia attirato da sempre le popolazioni, solo in parte divenute stanziali. L'oasi è stata crocevia di popoli e culture, punto d'incontro, e talvolta di scontro, dato che l'acqua è bene essenziale e prezioso. Le antiche carovane hanno lasciato qui le tracce del loro passaggio, le più recenti miniere hanno attirato lavoratori e segnato nuove strade, le antiche vie di transito sono ancora visibili e percorribili un po' dovunque. 


Pukara de Quitor (foto Daniela Durissini)
Questa è l'anima autentica di San Pedro da scoprire sotto la crosta, ormai, purtroppo, indurita, dell'immagine offerta al turismo di massa.


Monumento agli Atacameni
(foto Daniela Durissini)



martedì 11 dicembre 2018

Un museo per i popoli delle Ande (San Pedro de Atacama, Cile)

San Pedro de Atacama
Archi di legno e frecce (foto Daniela Durissini) 
A San Pedro de Atacama, con un po' di buona volontà, si può visitare il piccolo museo dedicato alla collezione archeologica di padre Gustavo Le Paige. Questi, sacerdote gesuita di origine belga, giunto in Cile negli anni Cinquanta del Novecento, è considerato il massimo esperto della cultura atacameña, essendosi dedicato per molti anni alla ricerca archeologica nella zona desertica di Atacama.

San Pedro de Atacama
Piccola immagine in pietra (foto Daniela Durissini)
La sua vastissima collezione di reperti, già sistemata in locali inadatti, che ne compromettevano la buona conservazione, è stata spostata, provvisoriamente, presso l'edificio dell'università cattolica, poco fuori dal centro di San Pedro, in attesa della costruzione del nuovo museo, assai più ampio, che l'accoglierà in maniera più adeguata.

San Pedro de Atacama
Tavoletta per sostanze allucinogene
(foto Daniela Durissini)
Nel frattempo occorre accontentarsi di poche sale e di un numero limitato di oggetti, tra i quali vanno senz'altro citati i preziosi capi in tessuto, conservatisi in maniera mirabile grazie al clima arido della zona, costituendo una testimonianza unica, di estremo interesse. Altrettanto interessanti tutti gli oggetti in legno, altrove, per ovvie ragioni, piuttosto rari. Per ora mancano, in gran parte, le indicazioni del periodo al quale si riferiscono i reperti e quelle dei luoghi di rinvenimento degli stessi.

San Pedro de Atacama
Vaso (foto Daniela Durissini)
Una delle vetrine più interessanti, che si spera venga ampliata a sezione e sviluppata adeguatamente nella futura sede, è quella dedicata all'incontro delle popolazioni che qui, presso l'oasi di San Pedro, trovavano un adeguato luogo di sosta nelle lunghe traversate del deserto e della cordigliera andina. Conchiglie ed oggetti tipici delle zone costiere infatti testimoniano di un continuo andirivieni di carovane e di scambi tra queste genti, alcune delle quali appartenenti a gruppi nomadi o semi nomadi di allevatori.

lunedì 10 dicembre 2018

I petroglifi dell'arcobaleno (Atacama, Cile)


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Petroglifo raffigurante una scimmia (foto Daniela Durissini)
Visitando la Valle de l'Arcoiris (arcobaleno), nota per le sue formazioni rocciose multicolori, si entra in un mondo di segni  lasciati, nel tempo, dalle popolazioni che abitarono o solo transitarono nella zona. Qui, sulle rocce meno vistose, si percorre un sentiero lungo il quale si "sfogliano" 5000 anni di storia. Dalle prime incisioni, le più recenti, risalenti ad un periodo compreso tra l'800 ed il 1500, a quelle più antiche  che risalgono a 3000 anni a. C. 


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Il cane (foto Daniela Durissini)
Da qui passavano le carovane che, superando la cordigliera delle Ande, portavano merci da un lato all'altro del continente, e qui si fermavano temporaneamente, ricoverando gli animali nei recinti di pietra, mentre gli uomini trovavano rifugio nelle caverne e nei ripari sottoroccia. 


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Mappa (foto Daniela Durissini)
Una mappa dei percorsi sembra essere stata tracciata su una di queste rocce, in un'incisione altrimenti indecifrabile, mentre accanto ad essa prendono corpo gli animali che accompagnavano l'uomo in questi lunghi trasferimenti: il cane, i camelidi che venivano addomesticati ed impiegati per il trasporto delle merci. Qua e là sono state incise anche le sagome degli animali che si trovavano lungo il percorso, come le  volpi o i puma.


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Guanachi (foto Daniela Durissini)
Valle dell'Arcoiris petroglifi
Puma (foto Daniela Durissini)
Più in là i petroglifi più antichi ci parlano di riti iniziatici, di sciamani che, mediante l'uso di sostanze allucinogene, riuscivano a connettersi con un mondo altro, diverso e potente, capace, in qualche modo, di influire sul mondo percepibile da tutti. La grande caverna, dal soffitto crollato, testimonia di questi "viaggi" della mente e conserva, unico esempio qui, parte delle figure dipinte. 


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Sciamano (foto Daniela Durissini)
Questo complesso di petroglifi rappresenta un patrimonio di inestimabile valore, che ci racconta della continuità della frequentazione dei luoghi da parte dei popoli degli altipiani andini e della connessione che esisteva tra essi, importante veicolo di culture, oltre che utile interscambio di merci. 


domenica 9 dicembre 2018

Meraviglie della natura nel deserto di Atacama - Valle della Luna

Cile Atacama
Anfiteatro (foto Daniela Durissini)
Il deserto di Atacama presenta diversi aspetti, che stupiscono per la loro varietà e bellezza. In alcuni casi si tratta di ambienti unici, tutelati grazie alla realizzazione di una riserva (Los Flamencos) co - amministrata da alcune comunità indigene, che si propongono così di contribuire alla conservazione dei loro territori ancestrali. Uno di questi è la Valle della Luna, compresa nel grande sistema della Cordigliera del Sal, stretta tra la Cordigliera Domeyko (che raggiunge e supera i 4000 metri) e quella delle Ande che qui, con il vulcano Acamarachi, tocca i 6046 metri.

Cile Atacama
Anfiteatro (foto Daniela Durissini)
Cile Atacama
Formazioni di sale (foto Daniela Durissini)
All'interno della riserva si possono osservare grandi dune sabbiose, una delle quali, in particolare, la Duna mayor, davvero spettacolare, formazioni rocciose di grande impatto, come quelle che circondano la vasta piana del cosiddetto "cratere" o, più propriamente, anfiteatro, e le potenti formazioni saline, che danno origine ad una caverna lunga e tortuosa di grande interesse.

Cile Atacama
Duna mayor (foto Daniela Durissini)
La Valle però,  fino al secolo scorso, fu sfruttata economicamente, data la presenza di miniere di sale e d'argento, ed abitata semi-stabilmente da coloro che vi lavoravano e  che  costruirono piccole case fatte di blocchi di sale, coperte di canne, di cui oggi rimangono soltanto i muri esterni.

Cile Atacama
Case dei minatori (foto Daniela Durissini)
Cile Atacama
Rocce dette Le Tre Marie (foto Daniela Durissini)

sabato 8 dicembre 2018

Festa dell'Immacolata nel deserto di Atacama

Festa dell'Immacolata Atacama
Preparativi per la processione (foto Daniela Durissini)
Tamburi e trombe che producono una strana musica, che non segue uno spartito ma solo, sembra, l'istinto del momento, e serve soprattutto a scandire i passi della donna, che indossa il costume tradizionale e porta l'insegna della Vergine, seguita da coloro che conducono in processione la piccola statua.

La Vergine (foto Daniela Durissini)
Dietro
, avanzano ballando ragazze in costumi sgargianti, su tacchi a spillo, seguite da ragazzi che indossano costumi altrettanto vistosi e fanno suonare  campanelle attaccate alle gambe. 

(foto Daniela Durissini)
Queste le due processioni che San Pedro de Atacama dedica all'Immacolata, una la sera della vigilia, l'altra il giorno della festa, conciliando così tradizioni popolari con il credo cattolico. Ne risulta uno spettacolo sorprendente ed autentico, che non coinvolge i turisti che, anzi, sembrano tenersene alla larga. Eppure questa manifestazione così "pagana" e così sentita e coinvolgente è l'aspetto più autentico di questo paese che, travolto dal turismo, sembra smarrire la propria identità.


Alla partenza della processione della festa dell'Immacolata (foto Daniela Durissini)




lunedì 3 dicembre 2018

Avvoltoio collorosso (Chanaral, Cile)

Avvoltoio collorosso Cile
Avvoltoio collorosso (foto Daniela Durissini)
Nella zona di Chanaral, nel Cile settentrionale, si possono osservare, numerosissimi, gli avvoltoi collorosso. L'estrema naturalità dei luoghi fa sì che non sia affatto raro assistere al pasto di questi uccelli che, in genere si nutrono di carogne. 

Avvoltoio collorosso Cile
Avvoltoio collorosso (foto Daniela Durissini)
Qui si assiste al ciclo intero della vita e, se sull'isola del Pan de Azucar, si riproduce il pinguino di Humboldt, sulla terraferma anche la morte degli animali selvatici ha una sua utilità. Gli avvoltoi, magnifici in volo, fanno difficoltà a muoversi sul terreno sabbioso, dove appaiono goffi  mentre trascinano le grandi ali. 


domenica 2 dicembre 2018

Parco Nazionale Pan de Azucar (Cile)

Parco Pan de Azucar Cile
Parco Pan de Azucar. Dal Mirador (foto Daniela Durissini)
Il Parco Nazionale Pan de Azucar, nella zona costiera nord del Cile, non rientra, in genere,tra quelli proposti dalle agenzie di viaggio, eppure qui la natura è magnifica.

Parco Pan de Azucar Cile
Cactus copiapoa (foto Daniela Durissini)
Non ci sono alberi, in quanto la zona è desertica, ma molte specie di cactus, alcuni dei quali sono endemismi che crescono e si sviluppano solo in quest'area ristretta, secca ma interessata da una nebbia che si crea qunado l'aria del mare entra in contatto con quella calda del deserto.

Parco Pan de Azucar Cile
Cactus copiapoa (foto Daniela Durissini)
Le piante sfruttano l'umidità che così si crea per poter vegetare. Tra la fauna vanno segnalati il guanaco, che però si incontra raramente e prevalentemente nei settori più interni, e la volpe, mentre sull'isola che dà il nome al parco si possono osservare tra gli altri il Pinguino di Humboldt, il leone marino, una specie di lontra, il pellicano. 
Punto di partenza dei sentieri all'interno del parco è la Caleta Pan de Azucar, dove nel secolo XIX sorgeva un paese che si era sviluppato grazie all'attività estrattiva praticata all'interno del territorio, e che decadde contemporaneamente ad essa, verso la fine del secolo.

Parco Pan de Azucar, Cile
Caleta Pan de Azucar (foto Daniela Durissini)
Oggi Caleta è un piccolo borgo di pescatori, che conta su ben tre semplici ristoranti dove si può mangiare il pescato del giorno.
Il percorso più bello ed interessante è quello che conduce al Mirador Chico, a 350 metri di quota, attraversando lungamente l'ambiente desertico del fondovalle per poi alzarsi tra monti multicolori, in un continuo mutare del paesaggio.

Parco Pan de Azucar Cile
Valle laterale nel parco (foto Daniela Durissini)
Man mano che si sale di quota la flora si fa più abbondante ed interessante ed in questa stagione si può ammirare anche qualche fiore, come quello, bellissimo, del pericoloso lechero, pianta molto velenosa che i guardaparco avvertono di non toccare.

Parco Pan de Azucar Cile
Fiore del lechero (foto Daniela Durissini)
Dal Mirador la visione sul Pacifico e sulla vicina isola Pan de Azucar, ma anche sui monti intorno, è sensazionale. 

venerdì 30 novembre 2018

Caldera (Cile). L'arte e la cultura come recupero di un'identità.

Murale a Caldera
Murales (foto Daniela Durissini)
Davanti l'Oceano Pacifico, dietro, il deserto. Caldera, piccola cittadina costiera nel Nord del Cile, è stata raggiunta, a metà  dell'Ottocento, dalla prima ferrovia del Sud America che, passando per Copiapo', arrivava qui, al porto più vicino, dove si potevano caricare i preziosi minerali estratti all'interno del paese.

Vagone ferroviario (foto Daniela Durissini)
La ferrovia portava persone, idee e, soprattutto lavoro, e Caldera crebbe, in quegli anni, fino a diventare una piccola città. Tuttavia, con il declinare degli affari, la linea fu dismessa, con conseguenze disastrose per la popolazione, che si ripercossero in vari settori e per molti anni.

Stazione (foto Daniela Durissini)
Nel 1964, però, la vecchia stazione fu dichiarata monumento nazionale e, con un progetto di recupero, fu convertita in centro culturale, ora molto attivo, dove si svolgono mostre, attività didattiche e di intrattenimento.

Chiesa (foto Daniela Durissini)
Così tutta la cittadina rifiorì e non si contano le opere d'arte  che contribuiscono ad abbellire la località. Dalla piazza, dove domina la vecchia chiesa costruita interamente in legno, si arriva alla biblioteca,

Biblioteca (foto Daniela Durissini)
che sui muri esterni ricorda i personaggi importanti per la regione, tra i quali una donna, e poi si scende al porto, colorato di barche.

Porto (foto Daniela Durissini)
Qui, nella piazza antistante la vecchia stazione, un bel murales ricorda il viaggio in motocicletta di Granado e Guevara, ed un mosaico a colori vivaci tutt'intorno riassume i caratteri peculiari del paesaggio della regione e del mare della baia.

Mosaico (foto Daniela Durissini)


mercoledì 28 novembre 2018

Parco Nazionale Nevado Tres Cruces (Cile)


Laguna Vierde
Parco Nevado Tres Cruces. Laguna Vierde (foto Daniela Durissini)
Il Parco Nazionale Nevado Tres Cruces è uno dei posti più belli del Cile. Appartato e relativamente poco conosciuto, a ridosso del confine argentino, e a circa 200 chilometri dalla città di Copiapo' il parco difende una preziosa realtà ambientale, fatta di monti che raggiungono e superano i 6000 metri di quota, di lagune dove sostano e nidificano diverse specie di uccelli, di salar.

Laguna Santa Rosa
Parco Nevado Tres Cruces. Laguna Santa Rosa  (foto Daniela Durissini)
Ma nel parco passavano anche le antichissime strade di transito delle popolazioni nomadi che vivevano nelle valli al di qua ed al di là della cordigliera. Ancor oggi una popolazione nomade vive e pratica l'allevamento in queste zone  spostandosi, a seconda delle stagioni, nelle valli dove il clima è più favorevole. 


Parco Nevado Tres Cruces. Nella zona di pascolo (foto Daniela Durissini)