Cenotafio di Winckelmann (foto Daniela Durissini)
Il monumento sepolcrale privo del corpo del defunto, impossibile da recuperare in quanto sepolto in una tomba comune, fortemente voluto da Domenico Rossetti, procuratore civico e studioso di storia, a cui si deve anche l'idea costitutiva del museo, fu realizzato dallo scultore bavarese Antonio Bosa. Il cenotafio, di gusto neoclassico, dedicato al grande archeologo e storico dell'arte, fu inaugurato nel 1833, sessantacinque anni dopo la morte del Winckelmann, assassinato a Trieste nel 1768, nella Locanda Grande, sul luogo, ormai dismesso, in cui si trovava l'antico cimitero cittadino, già trasferito altrove. L'idea del Rossetti era quella di creare in quest'area verde della città, una sorta di "giardino delle memorie", ma successivamente vi si costituì invece l'Orto Lapidario, dove furono raccolte le collezioni di antichi frammenti architettonici e scultorei, e di lapidi.
L'8 giugno del 1843, in occasione del settantacinquesimo anniversario della morte di Winckelmann, la raccolta, affidata alle cure di Pietro Kandler, venne ufficialmente aperta al pubblico.
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