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mercoledì 5 ottobre 2022

Culture. Cirillo e Metodio e l'evangelizzazione dei popoli slavi

Brod. Capitello coi santi Cirillo e Metodio (foto Daniela Durissini)
Ai margini del villaggio di Brod, non lontano da Bohinjska Bistrica, tra le montagne della Slovenia, un capitello tra i campi riporta, l'immagine dei Santi Cirillo e Metodio, recanti un libro in cui si indovina la figura del Cristo in mandorla. Ma chi erano Cirillo e Metodio e come mai qui sostituiscono le consuete immagini sacre dei capitelli e delle edicole diffusi in zona e non solo? Costantino, nato a Tessalonica, fra l'826 e l'827 (prese il nome di Cirillo quando, al termine della sua vita, prese l'abito monastico), era fratello di Metodio, nato anch'egli a Tessalonica nell'815 (la data è incerta) ed i due si dedicarono all'evangelizzazione dei popoli di Pannonia e Moravia. A Cirillo si attribuisce l'invenzione dell'alfabeto glagolitico, probabilmente elaborato alcuni anni prima della traduzione ch'egli fece di alcuni passi del Vangelo di Giovanni. A Roma, dove consegnarono le reliquie di papa Clemente I, esiliato e morto in Crimea, Niccolò I approvò su loro proposta, la diffusione della Bibbia in lingua slava, purché se ne facesse precedere la lettura dai passi in latino. Mentre Cirillo morì a Roma, nell'869, Metodio, che proseguì da solo l'opera di evangelizzazione iniziata assieme al fratello, morì a Velehrad, oggi nella repubblica ceca, nell'885. Occorre anche ricordare che i fedeli di Cirillo e Metodio furono accusati di eresia, proprio per l'impiego della liturgia slava, e che lo stesso Metodio venne incarcerato per due anni e liberato solo grazie all'intervento del papa Giovanni VIII. Per i popoli slavi i santi Cirillo e Metodio, costituiscono il simbolo del loro riconoscimento e della loro accettazione nell'ambito della Chiesa.
Brod. Capitello coi santi Cirillo e Metodio
(foto Daniela Durissini)

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