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sabato 16 settembre 2017

La tutela del patrimonio culturale



V. Van Gogh. Il Giardiniere (opera recuperata)


Venerdì 8 settembre, presso il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, nell'ambito delle iniziative dedicate all'Archeologia ferita (di cui fa parte anche la mostra dedicata a Palmira, attualmente in corso e visitabile fino al 3 ottobre), il generale Fabrizio Parrulli, comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha tenuto un'interessante conferenza sul ruolo svolto dal suo nucleo operativo. Forse ancora poco conosciuto, nonostante sia stato istituito già nel 1969, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, dispone di tecnici specializzati, di figure professionali di primo piano nel campo artistico e archeologico, e di una tecnologia all'avanguardia in grado di supportare efficacemente le indagini effettuate per il recupero delle opere d'arte sottratte al patrimonio nazionale ed internazionale. Il Comando infatti collabora costantemente con i paesi che ne richiedono l'intervento, non solo per il tracciamento e ritrovamento delle opere trafugate ma anche nella formazione ed organizzazione di analoghi gruppi investigativi di polizia.


Nel corso del solo 2015, con l'operazione Teseo, sono state recuperate 5361 opere d'arte, rubate o scavate illegalmente e spesso vendute per finanziare gruppi terroristici.
A tutto il 2016, grazie al lavoro di indagine, svolto anche in collaborazione con le istituzioni di polizia e culturali di altri paesi, sono stati recuperati più di 94000 reperti.
Uno dei mezzi più utili nelle indagini è una banca dati, unica al mondo, che cataloga in modo completo più di 1.200.000 opere, comprendente anche un archivio di più di 6.000.000 di descrizioni e 600.000 immagini, ed alla quale fanno regolarmente ricorso tutti i paesi che abbiano la necessità di recuperare un'opera sottratta al proprio patrimonio culturale.
Ma il Comando, che articola la sua attività nella sede centrale, a Roma, ed in altri 15 nuclei distaccati in diverse regioni italiane, è stato scelto, nel 2015, per costituire la task force Unite4Heritage, un'iniziativa italiana, che è stata portata avanti con determinazione dal governo ed è stata approvata e fatta propria dall'Unesco che, nel febbraio del 2016, ha firmato un accordo per la costituzione, sotto la propria egida, dei Caschi blu della cultura.




Pisanello. Madonna della quaglia (opera recuperata)


La task force, composta da un nucleo di Carabinieri TPC, da storici dell'arte, studiosi e restauratori dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dell'Istituto Centrale per la Conservazione e il restauro del Patrimonio Archivistico e Librario e dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, è in grado di intervenire dovunque sia necessario e richiesto in difesa del patrimonio culturale in pericolo a causa di guerre o eventi naturali.
Al momento della costituzione si pensava soprattutto alle distruzioni avvenute nel Vicino Oriente a causa dei conflitti che hanno coinvolto molti paesi e dell'avanzata dell'ISIS, con la conseguente scia di distruzioni di inestimabili tesori artistici, ma il primo incarico per i Caschi blu è stato l'intervento per il salvataggio e la messa in sicurezza delle opere d'arte coinvolte nel terremoto dell'estate del 2016 in centro Italia.
Si è trattato di un lavoro prezioso non solo per l'impiego di tecnologie e specialisti in grado di spostare e ricollocare in luoghi sicuri le opere, ma anche per la sensibilità dimostrata dai componenti che ben sanno quanto sia importante per le popolazioni coinvolte nel terremoto il recupero anche di piccole opere, non particolarmente preziose, ma essenziali per la conservazione dell'identità delle comunità colpite.


Nel 1976, a seguito del terremoto che devastò il Friuli, la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, avendo compreso l'utilità e l'importanza del recupero di questi “segni” di appartenenza delle comunità, istituì un Centro di Catalogazione e restauro del Patrimonio culturale presso Villa Manin, a Passariano, incaricando giovani laureati della catalogazione di tutto il patrimonio artistico e culturale della regione, partendo dalla considerazione che, se si conosce ciò che si possiede, è più facile prevenire i furti e, in caso di eventi naturali catastrofici, recuperare ciò che risulta disperso. Nella catalogazione sono stati compresi anche i beni immateriali. In molti anni di paziente lavoro il patrimonio, anche quello “minore”, è stato fotografato e schedato e questo lavoro oggi è utile anche al Comando Carabinieri TPC.


Recentemente è stata lanciata anche una nuova iniziativa che consente al cittadino di collaborare con i carabinieri nella segnalazione delle opere ricercate, mediante una App, scaricabile facilmente su tutti i dispositivi mobili, mediante la quale è possibile l'identificazione delle opere, la consultazione dei bollettini delle ricerche, la creazione, a difesa dei proprietari legittimi di opere di grande valore artistico, di una scheda che consenta, in caso di furto, un più facile e rapido recupero del bene, la segnalazione all'Arma di opere provenienti da furti o comunque illegalmente possedute.
La App è scaricabile da Google Play Store e iTunes (app: iTPC)



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⇒(click) Un'operazione di recupero


⇒(click) Caschi blu della cultura



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