V. Van Gogh. Il Giardiniere (opera recuperata) |
Venerdì
8 settembre, presso il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia,
nell'ambito delle iniziative dedicate all'Archeologia ferita (di cui
fa parte anche la mostra dedicata a Palmira, attualmente in corso e
visitabile fino al 3 ottobre), il generale Fabrizio Parrulli,
comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha tenuto
un'interessante conferenza sul ruolo svolto dal suo nucleo operativo.
Forse ancora poco conosciuto, nonostante sia stato istituito già nel
1969, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, dispone di
tecnici specializzati, di figure professionali di primo piano nel
campo artistico e archeologico, e di una tecnologia all'avanguardia
in grado di supportare efficacemente le indagini effettuate per il
recupero delle opere d'arte sottratte al patrimonio nazionale ed
internazionale. Il Comando infatti collabora costantemente con i
paesi che ne richiedono l'intervento, non solo per il tracciamento e
ritrovamento delle opere trafugate ma anche nella formazione ed
organizzazione di analoghi gruppi investigativi di polizia.
Nel
corso del solo 2015, con l'operazione Teseo, sono state recuperate
5361 opere d'arte, rubate o scavate illegalmente e spesso vendute per
finanziare gruppi terroristici.
A
tutto il 2016, grazie al lavoro di indagine, svolto anche in
collaborazione con le istituzioni di polizia e culturali di altri
paesi, sono stati recuperati più di 94000 reperti.
Uno
dei mezzi più utili nelle indagini è una banca dati, unica al
mondo, che cataloga in modo completo più di 1.200.000 opere,
comprendente anche un archivio di più di 6.000.000 di descrizioni e
600.000 immagini, ed alla quale fanno regolarmente ricorso tutti i
paesi che abbiano la necessità di recuperare un'opera sottratta al
proprio patrimonio culturale.
Ma
il Comando, che articola la sua attività nella sede centrale, a
Roma, ed in altri 15 nuclei distaccati in diverse regioni italiane, è
stato scelto, nel 2015, per costituire la task force Unite4Heritage,
un'iniziativa italiana, che è stata portata avanti con
determinazione dal governo ed è stata approvata e fatta propria
dall'Unesco che, nel febbraio del 2016, ha firmato un accordo per la
costituzione, sotto la propria egida, dei Caschi blu della cultura.
Pisanello. Madonna della quaglia (opera recuperata) |
La task force, composta da un nucleo di Carabinieri TPC, da storici dell'arte, studiosi e restauratori dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dell'Istituto Centrale per la Conservazione e il restauro del Patrimonio Archivistico e Librario e dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, è in grado di intervenire dovunque sia necessario e richiesto in difesa del patrimonio culturale in pericolo a causa di guerre o eventi naturali.
Al
momento della costituzione si pensava soprattutto alle distruzioni
avvenute nel Vicino Oriente a causa dei conflitti che hanno coinvolto
molti paesi e dell'avanzata dell'ISIS, con la conseguente scia di
distruzioni di inestimabili tesori artistici, ma il primo incarico
per i Caschi blu è stato l'intervento per il salvataggio e la messa
in sicurezza delle opere d'arte coinvolte nel terremoto dell'estate
del 2016 in centro Italia.
Si
è trattato di un lavoro prezioso non solo per l'impiego di
tecnologie e specialisti in grado di spostare e ricollocare in luoghi
sicuri le opere, ma anche per la sensibilità dimostrata dai
componenti che ben sanno quanto sia importante per le popolazioni
coinvolte nel terremoto il recupero anche di piccole opere, non
particolarmente preziose, ma essenziali per la conservazione
dell'identità delle comunità colpite.
Nel
1976, a seguito del terremoto che devastò il Friuli, la Regione
Autonoma Friuli-Venezia Giulia, avendo compreso l'utilità e
l'importanza del recupero di questi “segni” di appartenenza delle
comunità, istituì un Centro di Catalogazione e restauro del
Patrimonio culturale presso Villa Manin, a Passariano, incaricando
giovani laureati della catalogazione di tutto il patrimonio artistico
e culturale della regione, partendo dalla considerazione che, se si
conosce ciò che si possiede, è più facile prevenire i furti e, in
caso di eventi naturali catastrofici, recuperare ciò che risulta
disperso. Nella catalogazione sono stati compresi anche i beni
immateriali. In molti anni di paziente lavoro il patrimonio, anche
quello “minore”, è stato fotografato e schedato e questo lavoro
oggi è utile anche al Comando Carabinieri TPC.
Recentemente
è stata lanciata anche una nuova iniziativa che consente al
cittadino di collaborare con i carabinieri nella segnalazione delle
opere ricercate, mediante una App, scaricabile facilmente su tutti i
dispositivi mobili, mediante la quale è possibile l'identificazione
delle opere, la consultazione dei bollettini delle ricerche, la
creazione, a difesa dei proprietari legittimi di opere di grande
valore artistico, di una scheda che consenta, in caso di furto, un
più facile e rapido recupero del bene, la segnalazione all'Arma di
opere provenienti da furti o comunque illegalmente possedute.
La
App è scaricabile da Google Play Store e iTunes (app: iTPC)
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