Max Mallowan e Agatha Christie a Nimrud |
“Un
archeologo è il marito migliore che una donna possa avere: più lei
invecchia, più lui la troverà interessante” (Agatha Christie)
Le recenti distruzioni perpetrate dall'Isis nel Vicino Oriente, hanno
coinvolto anche la zona di Nimrud, in Iraq, sistuata a sud di Ninive,
sul fiume Tigri, dove lavorò, negli anni '50 del secolo scorso Max
Mallowan, noto archeologo inglese, secondo marito della scrittrice
Agatha Christie. I due si erano incontrati a Ur molti anni prima
quando il giovane archeologo (aveva allora 26 anni) lavorava sul sito
archeologico assieme a Leonard Wolley, e lei, già matura e nota
scrittrice, stava compiendo un lungo viaggio verso Bagdad, in gran
parte in treno, che le ispirò il romanzo “Assassinio sull'Orient
Express”.
Mallowan
fu il primo studioso ad effettuare una campagna di scavo nella zona
dopo che vi aveva lavorato Austen Henry Layard, alla metà del secolo
XIX. Sotto la sua direzione vennero effettuati a Nimrud gli scavi che
portarono alla luce parte dell'acropoli, delle mura e del palazzo
reale. In quel periodo lui e la moglie, che sul soggiorno mesopotamico
scrisse “Come, Tell me how you live” (1946), vissero a Nimrud. I
risultati di queste campagne di scavo furono pubblicati nel volume di
Mallowan “Nimrud and its Remains”.
Nimrud. Palazzo. Rilievo raffigurante Ashurnasirpal II (Louvre) |
Max
Mallowan, che con gli anni divenne un archeologo notissimo, lavorò
anche in altri siti iracheni. Innanzitutto a Ninive (odierna Mosul),
con Reginald Campbell Thompson, prima che gli venisse affidata la
direzione delle campagne effettuate in collaborazione con il British
Museum (che conserva una notevole parte di reperti) e la British
School of Archaeology in Iraq, ma indubbiamente i successi maggiori
li ebbe proprio a Nimrud dove effettuò ritrovamenti di grande
importanza per la storia della Mesopotamia.
Nimrud. Rilievo raffigurante Ashurnasirpal con una divinità alata (LACMA) |
Quando
l'Isis prese possesso di Nimrud, distrusse parte del suo patrimonio
archeologico ma anche la casa dov'erano vissuti Max Mallowan e Agatha
Christie, che conservava ancora il mobilio originale ed in tempo di
pace era una nota meta turistica. Un libro della scrittrice è
ambientato proprio in queste zone: “Murder in Mesopotamia”,
tradotto in italiano con il titolo “Non c'è più scampo”.
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