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venerdì 29 gennaio 2021

Archeologia. Val Rosandra. Acquedotto romano

Acquedotto romano (foto Daniela Durissini)

In Val Rosandra, oggi compresa nel comune di San Dorligo (Dolina), la Tergeste  romana captava le acque che rifornivano la città. Dalla fonte Oppia, ai piedi del Monte Carso, fu costruito, nel I secolo d.C. un acquedotto, lungo 17 chilometri, che arrivava fino all'odierna piazza Cavana. Restaurata di recente, quest'opera di ingegneria idraulica che riusciva a portare in città 5800 mc d'acqua al giorno, era realizzata in pietra calcarea e laterizio. In occasione degli interventi degli ultimi anni è emerso un ulteriore lungo tratto dell'acquedotto nella frazione di Bagnoli Superiore. In alcuni punti è ancora visibile il rivestimento interno realizzato con malta idraulica. L'acquedotto rimase in funzione fino all'epoca medievale.


Acquedotto romano (foto Daniela Durissini)


►(click) Scheda dell'Archeocarta FVG


martedì 26 gennaio 2021

Arti e Architetture. Il castello di Duino


Castello di Duino (foto Daniela Durissini)

Il castello di Duino fu fatto erigere dalla famiglia Walsee alla fine del XIV secolo, accanto ai ruderi del primo maniero, risalente a tre secoli addietro. Ugone di Duino, ultimo membro della famiglia che occupava il vecchio castello, aveva ottenuto nel 1389, due anni prima di morire, dal duca Alberto d'Austria, il permesso di costruire una nuova residenza, più ampia, vicino alla prima e sui resti di un'antica torre romana. Dopo il 1391 i lavori iniziati da Ugone furono proseguiti e portati a termine dai Walsee, che avevano ereditato l'edificio in quanto parenti della moglie. Questa famiglia tenne il castello fino al 1472, anno in cui divenne possedimento imperiale. Nel 1509 fu concesso alla famiglia Hofer e passò quindi ai della Torre, grazie al matrimonio tra la figlia di Mathias Hofer e Raimondo della Torre Valsassina. Sempre attraverso un matrimonio passò, nel 1783, agli Hoenlohe, e quindi, ancora mediante un matrimonio, alla famiglia Thurn und Taxis, attuale proprietaria del maniero. Gravemente danneggiato nel corso del primo conflitto mondiale, il castello venne restaurato e, negli anni 1945-54, fu occupato dal comando militare inglese. 
Ciò che rimane oggi del castello, reso in parte visitabile dalla famiglia propietaria, è assai diverso dalla costruzione originaria, rimaneggiata nel XVII secolo. 
L'acceso al castello è costituito da una delle torri che rinforzavano la cinta che difendeva il borgo, sorto, nei secoli, attorno alla rocca. 
All'interno, ci si può muovere tra diciotto sale, alcune delle quali videro la presenza di artisti famosi, come Franz Liszt, che suonò il fortepiano del 1810 sistemato in una di esse, Johann Strauss, Paul Valery, Gabriele D'Annunzio. Celebratissima la visita (1912), che si protrasse piuttosto a lungo, di Rainer Maria Rilke, che qui compose la prima delle sue Elegie duinesi.
Splendida la scala elicoidale, opera dell'architetto Andrea Palladio.
La piccola chiesa annessa al castello, intitolata allo Spirito Santo, fu edificata sui resti di un'edificio precedente e consacrata nel 1543. Ricostruita nel XVIII secolo è stata restaurata nella seconda metà del XIX.  

►Daniela Durissini, Carlo Nicotra, Guida agli itinerari architettonico-ambientali del Carso Triestino, Trieste, Lint, 1989. 



venerdì 15 gennaio 2021

Fotografare l'architettura. Chiesa di S. Giovanni in Tuba (particolare)

Chiesa di San Giovanni in Tuba (foto Daniela Durissini)


La chiesa di San Giovanni in Tuba, costruita alle foci del TImavo nel secolo XV, in stile gotico, fu gravemente danneggiata nel corso delle due guerre mondiali. L'edificio che si vede oggi è stato in gran parte ricostruito. 

►(click) Scheda dall'ArcheocartaFVG


martedì 12 gennaio 2021

Culture. New York. The Met Cloisters ovvero Quando il denaro non è tutto

New York. The Cloisters (foto Christopher Down)

La ricostruzione, a New York, nella prima metà del '900, di parte del monastero di San Miguel de Cuxa (in catalano Cuixá) e, successivamente, di alcuni altri chiostri romanici, è frutto di un'operazione assolutamente criticabile che, oggi, fortunatamente, non si sarebbe potuta attuare. L'artista statunitense Grey Barnard (1863-1938), si trovava in Francia tentando di esprimere le proprie, non eccelse, capacità artistiche, quando venne a sapere che nel sud del paese, nei Pirenei orientali, l'antico monastero romanico di San Miguel de Cuxa stava andando in rovina. Recatosi sul posto riuscì ad acquistare molti pezzi del chiostro prima che un'iniziava popolare bloccasse l'operazione. I pezzi però erano stati acquistati regolarmente e presero la via di New York. Qui il miliardario John D. Rockefeller, decise di acquisire la collezione di Barnard e di far ricostruire il chiostro di San Miguel, pezzo su pezzo, raccogliendo tutti gli elementi originali, ordinati e numerati, e di collocarlo nel terreno che aveva acquistato su una collina, in vista dell'Hudson. Il chiostro così ricostruito e le successive acquisizioni di epoca medievale collocate nella stessa zona entrarono a far parte del Metropolitan Museum, controllato in parte dallo stesso Rockefeller, ed i lavori furono seguiti dal conservatore Timothy Husband. Fu creata così la sezione distaccata del Metropolitan "The Met Cloisters". 
Lo scrittore catalano Josep Pla, che nel 1954 si recò a New York e ne trasse un famosissimo reportage, volle visitare il chiostro e, sebbene ammirato dalla prodigalità di mezzi messa a disposizione dal finanziatore, dovette ricredersi sul risultato: 

...A pesar de estar excelentemente instaladas, estas piedras estarían mejor en el lugar del que fueron arrancadas, porque es difícil dar un pálpito vital a las piedras dislocadas, aunque numeradas. El cemento que las une les da un aspecto frío, sobre todo para quienes pensamos —como lo pienso yo— que el románico es la esencia íntima. 

(da Josep Pla, Fin de semana en Nueva York)

Malgrado siano state installate in modo eccellente, queste pietre starbbero meglio nel luogo da cui furono strappate, perché è difficile dare un palpito vitale alle pietre al di fuori della loro posizione orginaria, benché collocate nello stesso ordine. Il cemento che le unisce conferisce loro un aspetto freddo, soprattutto per chi pensa, come me, che il romanico sia l'essenza intima.

(trad. Daniela Durissini)

Quello che era rimasto sul posto, difeso dalla stessa popolazione, fu restaurato ed oggi il monastero è abitato nuovamente dai monaci.

(click) Josep Pla, Fin de Semana en Nueva York


(click) La storia del chiostro (in spagnolo)