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Immagine tratta dal volume pubblicato nel 1878 Gallica.bnf.fr / Bibliothèque nationale de France |
In questo piccolo, prezioso, libro, Eugène Viollet-le -Duc, ricostruisce le diverse fasi che caratterizzarono la costruzione ed i successivi ampliamenti della fortezza di Carcassonne. Incaricato del restauro della cittadella nel 1849, anno in cui lo storico Jean-Pierre Cros-Mayrevielle e lo scrittore Prosper Mérimée, alla guida di una protesta popolare, erano riusciti a salvarla dalla demolizione, Viollet-le-Duc, vi lavorò per anni, studiandone attentamente la storia e ciò che rimaneva del complesso, allora in rovina. Si rivolse ai documenti d'archivio ed alle cronache, svolse degli scavi archeologici, esaminò attentamente tutte le modificazioni apportate nel corso dei secoli e, occorre riconoscerlo, comprese molto bene i diversi stadi evolutivi della fortezza. Nella sua relazione è evidente l'enorme esperienza fatta sul campo che lo portò alla comprensione del funzionamento di ogni singolo elemento del complesso, a sua volta studiato attentamente dagli strateghi che lo avevano realizzato, allo scopo di rendere impenetrabile la cittadella.
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Gallica.bnf.fr / Bibliothèque nationale de France |
Il sito, in posizione strategica nella regione occitanica, occupato originariamente dai Romani, poi dai Visigoti, conquistato dai Saraceni, fu per molto tempo in mano alla famiglia Trencavel, fino a quando, nel 1209, Simon de Montfort, alla guida dell'esercito crociato contro gli Albigesi, riuscì a penetrarvi e ad insediarvisi. La città, dopo pochi anni (1247), si diede al re di Francia, Luigi IX, il santo, che ne iniziò l'ampliamento oltre il fiume Aude, completato dal suo successore, Filippo III. La parte più recente della fortificazione cedette nel corso della Guerra dei Cent'anni, ma era stata concepita in modo tale da non avere connessioni dirette con il resto del complesso, che infatti si salvò. Era il 1355 e quella fu l'ultima volta che Carcassonne subì un assalto. Pian piano andò convertendosi in un centro economico e le sue fortificazioni caddero in rovina. Viollet-le-Duc, secondo il suo personale concetto di restauro e secondo l'uso del periodo, non si limitò a restaurare ciò che rimaneva, cioè poco, ma ricostruì, sulla base, pur fondata e documentata, delle sue conoscenze e "creò" la nuova Carcassonne.
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Gallica.bnf.fr / Bibliothèque nationale de France
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Certo oggi il concetto di restauro è assai diverso e nessuno potrebbe pensare ad un'operazione del genere, tuttavia va detto che, leggendo la sua lunga relazione, si comprende come avesse studiato con cura ogni particolare, come avesse compreso, ad esempio, l'ampio uso delle costruzioni temporanee in legno per attrezzare la fortezza nel corso delle guerre, allo scopo di aumentarne le possibilità di difesa, e come avesse ritrovato sul posto i diversi innesti delle strutture, che venivano montante in breve tempo, per far fronte agli attacchi. Inoltre aveva individuato, nei resti, le diverse fasi costruttive ed aveva deciso di rendere visibile quella finale, cioè l'ampliamento avvenuto dopo il 1247, quando il sito non aveva più l'aspetto della semplice fortezza visigota, ma quello di una cittadella ampia, con molte torri a rafforzare le due cinte murarie.
Assolutamente da leggere, questa appassionata relazione, per coloro che sono stati o che si recheranno a Carcassonne, poiché rende giustizia ad un Viollet-le-Duc, molto criticato in questo suo lavoro, mettendo in piena luce la sua passione e la sua competenza, ed offre una spiegazione dettagliatissima di ciò che si vede e soprattutto della funzione di ogni singolo elemento costruttivo.