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martedì 30 marzo 2021

Archeologia. Ritratti mortuari in Egitto (I-III sec. d.C.)

Parigi. Museo del Louvre
(Antinoe? Ritratto di giovane donna, II sec. d.C.)

Nella prima metà del XX secolo, alcuni archeologi che conducevano una campagna di scavo presso la pseudo oasi di Fayyum, in Egitto, trovarono alcune mummie il cui volto era nascosto da un ritratto infilato nei bendaggi. Il viso del defunto era stato dipinto su tavola lignea, con la tecnica della tempera su cera. Quest'usanza, rivelatasi tipica della regione, si discostava molto dal tipo di sepoltura egizio, e per questo motivo, suscitò la curiosità degli studiosi che riuscirono a stabilire come nella zona, nel corso del I-III sec. d.C., ci fossero degli insediamenti di coloni greci e di egiziani ellenizzati, ivi rimasti anche dopo la conquista romana. Il culto dei defunti perciò univa, in qualche modo, l'uso egizio con quello greco-romano, praticando la mummificazione ma inserendo davanti al volto il ritratto visto in posizione frontale e, spesso, leggermente inclinato in modo da favorirne la percezione esatta. Le tavole di legno potevano avere uno spessore che superava il centimetro ma anche essere molto più sottili (fino a 2 mm), ed in questo caso si deterioravano più facilmente. 

Londra. British Museum
Ritratto di giovane

I ritratti, pur essendo estremamente delicati, si sono conservati grazie al clima secco della zona e ci restituiscono volti di persone giovani, benché dalle analisi ai raggi x delle mummie sia stata verificata sovente un'età ben maggiore. Si suppone pertanto che l'uso, da parte delle classi agiate, di farsi fare il ritratto funebre, spingesse molti committenti a contattare l'artista quando ancora si riteneva che la morte fosse lontana. Ed a proposito degli artisti, si nota come alcuni dei ritratti, oggi sparsi nei musei di tutto il mondo, sembrino provenire dalle stesse mani, facendo presupporre così una specializzazione nel settore. Si osserva inoltre che queste testimonianze pittoriche sono assai preziose proprio perché rappresentano gli unici esempi (tranne un'eccezionale piccolo quadro coevo rinvenuto in un sepolcro) di pittura mobile del periodo.
Ritratti analoghi infatti, si trovano in genere su supporto fisso, come ad esempio le pareti di alcune case pompeiane, dove, la fattura finissima dei volti dei proprietari trova importanti analogie con gli esempi rinvenuti in Egitto.
Un'ultima osservazione concerne l'uso, che sembra acclarato dopo alcuni rinvenimenti di mummie effettuati all'interno dei cortili delle abitazioni, di tenere presso le stesse i defunti e di esporli in occasione di feste particolari e banchetti a loro dedicati.

►(click) Per saperne di più: Filmato concernete i ritratti del Fayyum, La última mirada (materiale del museo del Louvre)


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