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martedì 2 novembre 2021

Arti e architetture. Moggio. L'abbazia fortificata

Moggio. Abbazia (foto Daniela Durissini)
L'abitato di Moggio, sito alla confluenza tra il fiume Fella ed il torrente Aupa, ovverosia tra il Canal del Ferro e la Val Aupa, ha origini antiche. Sul colle di Santo Spirito, che domina la vallata, sorsero una fortificazione romana e poi un castello medievale, di proprietà di una famiglia di origini carinziane, che lo cedette al patriarcato aquileiese. Un documento datato 1084 testimonia il passaggio di proprietà dal conte Cacellino al patriarca Federico, suo parente, che si impegna a far erigere sul posto un monastero. Nel 1119 sarà il suo successore, Vodalrico, a far consacrare il convento benedettino intitolato a San Gallo, dal vescovo di Emona, assegnandogli nel contempo alcuni beni in Friuli e Carinzia.

Pianta del complesso abbaziale (sec. XVIII)
Nel corso del XII e del XIII secolo l'abbazia acquisì importanza e terreni a seguito di numerose donazioni e divenne un potente feudo, ma successivamente, le numerose controversie territoriali nelle quali si trovò coinvolta ed il malgoverno, la precipitarono in una decadenza senza possibilità di vero riscatto. Nel 1422, già occupata dai veneziani, fu assediata e saccheggiata dagli Ungari, calati lungo la Valle del Fella a seguito del patriarca Ludovico di Teck, in uno dei suoi tentativi di riconquistare il potere in Friuli. 
Attualmente si possono notare alcuni tratti delle mura difensive, sui terrazzamenti ad ovest del complesso e la torre cosiddetta delle prigioni, di impianto antico (probabilmente risalente al primo castello). Il nome però deriva dall'uso che se ne fece in età napoleonica.

Moggio. Abbazia. Torre delle prigioni (foto Daniela Durissini)
La chiesa attuale risale alla seconda metà del XVIII secolo. Accanto ad essa si trova il chiostro cinquecentesco.

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