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mercoledì 7 settembre 2022

Archeologia. Aquileia. Aula teodoriana nord

Aquileia. Aula nord Teodoriana. Mosaico pavimentale
Il gallo e la tartaruga (foto Daniela Durissini)
La cripta degli scavi della Basilica di Aquileia consente di osservare, tra le altre cose, il magnifico pavimento dell'antica aula nord teodoriana (sec. IV) parallela all'aula principale e dedicata presumibilmente alle celebrazioni liturgiche. Due studiosi friulani, Gilberto Pressacco e Renato Jacumin, hanno interpretato questi mosaici, così diversi da quelli del pavimento basilicale, facendo riferimento allo gnosticismo, penetrato su questi territori attraverso i numerosi e frequenti contatti commerciali con il vicino Oriente e con il nord Africa. Questa teoria giustificherebbe in effetti lo schema complesso del mosaico, che presenta una raffigurazione ed una distribuzione degli spazi assai diversa dall'iconografia antica alla quale invece attinge la pavimentazione del pavimento basilicale. Anche se la realizzazione del campanile, nella prima metà dell'XI secolo, lo ha gravemente danneggiato si può leggervi ancora il tema svolto da abili maestranze, forse provenienti dal Medio Oriente. Si tratta del percorso necessario per giungere alla salvezza, attraverso la purificazione dell'anima. Il tema è trattato attraverso una simbologia che elimina del tutto la figura umana, e che risulta di difficile comprensione per coloro che non siano stati iniziati alla filosofia ed ai riti gnostici. 
Aquileia. Aula nord Teodoriana. Mosaico pavimentale.
Il drago trasformato in capretto (foto Daniela Durissini)
L'arduo percorso che l'anima deve fare per giungere all'agognata salvezza viene rappresentato in tre stadi, a loro volta simboleggiati dai diversi animali, dagli uccelli sul tirso, raffigurante l'anima, all'asino che rappresenta il diavolo che ne ostacola il procedere verso lo stadio successivo, dove sono rappresentati un capricorno, un gambero, un drago ed un toro. Si ritiene che il drago sia stato modificato in un capretto quando gli gnostici entrarono in odore di eresia. E' qui, nello stadio delle stelle fisse e delle costellazioni, che l'anima si purifica, mediante gli insegnamenti biblici e l'esempio di Mosè (capricorno), Giosuè (gambero), Cristo stesso (drago), mentre per il toro non esiste tuttora un'interpretazione certa. Nel terzo stadio l'anima giunge infine alla salvezza, rappresentata qui dal gallo, simbolo del bene e del nuovo inizio, posto di fronte ad una tartaruga, simbolo delle tenebre. Al di sopra dei due una boccetta di profumo indica il completamento del percorso e la raggiunta grazia di Dio. 
Il mosaico è stato restaurato di recente e riportato allo splendore iniziale. 


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