Roma. Museo Nazionale Etrusco. Piatto di Capena (foto Daniela Durissini) |
Il bellissimo piatto, conservato presso il Museo Nazionale Etrusco di Roma e proveniente da Capena, raffigurante un elefante seguito da un cucciolo, fa riferimento alle campagne italiane di Pirro, re dell'Epiro, (fine III sec. a. C.). Pirro fu chiamato in aiuto dai Tarentini contro i romani, nel 280 a.C., e vinse una memorabile battaglia, facilitato anche dalla presenza degli elefanti da combattimento, fino ad allora sconosciuti in Italia che, come raffigurato sul piatto, portavano sul dorso una torretta merlata nella quale potevano prendere posto due arcieri, ma che soprattutto spiazzavano il nemico con la loro mole eli terrorizzava con le mosse improvvise e devastanti. Nel 275 a.C. però i romani, guidati dal console Curio Dentato, ormai abituati alla presenza dei pachidermi, avendo escogitato alcune tattiche per affrontarli, riuscirono a sconfiggere Pirro a Benevento e catturarono otto elefanti, alcuni dei quali sfilarono a Roma nel trionfo del console, suscitando lo stupore degli astanti.
Il piatto appartiene ad una classe di vernice nera con decorazione dipinta chiamata pocola. Il nome deriva dall'iscrizione che portano alcuni di essi, col nome di una divinità, seguito dalla parola pocolom.
Il piatto è piuttosto famoso e la decorazione è estremamente raffinata. Sulla vernicitura nera sono state dipinte delle foglie d'edera e delle rosette, mentre il medaglione centrale raffigura un'elefantessa, seguita da un elefantino con la proboscide allacciata alla coda della madre, la quale ha sul dorso una gualdrappa rossa, fissata con delle cinghie alla pancia, sulla quale è posata una torretta merlata con due arcieri all'interno.
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