Teche di specchio in ambra (I-II sec. d.C.) Aquileia. Museo Archeologico Nazionale (foto Daniela Durissini) |
Già in epoca preistorica l'ambra, prezioso materiale proveniente dalle regioni baltiche, veniva commercializzato verso il Mediterraneo lungo la cosiddetta via dell'ambra, che attraverso un percorso complesso, mutevole nel tempo e con diverse diramazioni, trovava uno dei suoi punti terminali nella parte orientale della pianura Padana. In epoca romana la città di Aquileia fu uno dei maggiori centri di lavorazione e commercializzazione di questo materiale, una resina fossile, molto ricercato per la realizzazione di gioielli e piccoli oggetti. Lo testimoniano i numerosi ritrovamenti, avvenuti nel corso degli scavi archeologici, che comprendono anche pezzi di materiale grezzo e residui di lavorazione. La maggior parte degli oggetti rinvenuti risalgono al periodo compreso tra la metà del I sec. d.C. ed il II sec. d.C. e consistono appunto in gioielli e piccole sculture che, data la credenza popolare che attribuiva all'ambra proprietà magiche e protettive, venivano regalati come portafortuna e venivano custoditi per curare alcune malattie e per allontanare il malocchio. Tra queste preziose lavorazioni spiccano alcuni specchi di piccole dimensioni, realizzati in argento ed inseriti appunto su un supporto d'ambra lavorato finemente e raffigurante scene tratte dalla mitologia ed amate dal pubblico femminile, al quale tali oggetti erano destinati, come quella, raffinatissima, di Amore e Psiche o quella che vede una Nereide cavalcare un ippocampo.
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