Di questo suo romanzo Vargas Llosa disse che, se una sola delle sue opere avesse dovuto salvarsi da un incendio, lui avrebbe scelto senz'altro Conversación en La Catedral, racconto complesso e sofferto (e molto lungo) che l'autore ha dedicato al periodo odrista nel suo Perù (1948-1956).
Lo scritto ebbe una lunga gestazione, seguì Vargas Llosa nei suoi spostamenti per l'Europa e gli Stati Uniti, e finalmente fu pubblicato nel 1969. In seguito ebbe molte riedizioni e fu tradotto in molte lingue, tra le quali l'italiano. Fu inserito tra i 100 migliori racconti del secolo XX ed indubbiamente è uno dei più significativi romanzi di questo autore.
Anche se non si tratta di un racconto autobiografico, molti personaggi e diverse situazioni sono tratti dalla vita e dall'esperienza di Vargas Llosa che, per certi versi, può identificarsi con uno dei protagonisti principali, Santiago Zavala, detto il flaco dai suoi famigliari, o Zavalita dai suoi compagni ed amici, giornalista a La Cronica, quotidiano di Lima, come lo era stato l'autore. La vicenda prende avvio dalla visita che Santiago fa al canile municipale per recuperare il suo cane, Batuque (fatto realmente accaduto), preso dagli accalappiacani nell'ambito di un piano per il contenimento della rabbia, che vede però gli addetti, dei poveri disgraziati e senza speranza, pagati ad esemplare, prendere anche gli animali al guinzaglio e regolarmente registrati, per guadagnare qualche soldo in più. In questo ambiente di disperazione, dove tanto gli uomini che gli animali sopravvivono e muoiono a fatica, Santiago ritrova Ambrosio che, per un periodo, fu l'autista del padre, con il quale si reca in un locale malfamato, La Catedral, avviando una lunga conversazione nella quale confluirà la vita di entrambi.
Vargas Llosa iniziò questo romanzo con l'idea di centrarlo su un guardaespaldas, mentre in realtà costruì un racconto molto complesso in cui confluiscono la vita e le vicende di molti personaggi che si intrecciano nell'originario discorso dei due protagonisti. Mentre Santiago ed Ambrosio si raccontano la loro vita, entrano nella conversazione le vite di tutti coloro che hanno incrociato le loro esistenze, costituendo così un quadro esemplare di ciò che era il Perù dell'epoca della dittatura, nelle varie sfaccettature della società, appesantita da un lato dalla corruzione e dal vizio e, dall'altro, dalla miseria e dalla povertà della maggior parte della popolazione.
Santiago proviene da una famiglia della buona borghesia peruviana; figlio di don Fermin Zavala, che più per interesse che per convizione, ha appoggiato il partito odrista, e poi ha partecipato al tentativo di rovesciare il presidente, fin da ragazzo ha rifiutato il benessere nel quale è vissuto, e le idee del padre, ed ha tentato di costruirsi una vita indipendente, risultata però sempre precaria e disagevole.
Ambrosio, figlio di un nero e di un'india, proveniente da un piccolo paese andino, è diventato l'autista di Cayo Bermudez, capo del governo e poi ministro (in realtà Alejandro Esparza Zañartu), e quindi di don Fermin, ma avendo commesso un delitto per difendere l'onore di quest'ultimo, è stato costretto a fuggire ed a rifugiarsi in un paese, lontano da Lima, dove ha finito di distruggere la propria vita. Due esistenze ai margini quindi, due personaggi che, in un certo senso, si assomigliano, con la loro debolezza, la loro tendenza a compiere scelte sbagliate, il loro desiderio di indipendenza che però per uno porta alla mediocrità e per l'altro alla rovina. Ma non sono certo più fortunati i personaggi che incrociano le loro vite, tutti vittime di un regime che privilegia pochi ed abbandona moltissimi, che porta la corruzione in ogni livello della società, dove tutti, anche coloro che si credono privilegiati, finiscono per essere sacrificati. Ed alla fine, dopo Odria, mentre quelli che riescono a galleggiare ed a salvarsi sono sempre e comunque coloro che sono vicini al potere politico e, senza porsi problemi morali perseguono i propri interessi senza guardarsi attorno, i meno fortunati, o solo i più onesti, rimangono nel limbo delle loro esistenze anonime e monotone, eternamente schiacciati da un sistema che lascia loro solo la possibilità di andarsene, come ha fatto l'autore, per tentare di crearsi una possibilità di vita migliore.