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martedì 14 settembre 2021

Ambiente e territori. Castrum gradense


Grado. Casa di origine medievale assai modificata (foto Daniela Durissini)

Al tempo in cui l'agro aquileiese e la stessa città furono interessati dal passaggio devastante dapprima dei barbari di Alarico e poi da quelli guidati da Attila, Grado, di poco discosta ma protetta dalla favorevole posizione sulla laguna, venne risparmiata ed in seguito fu trasformata in una cittadella fortificata il Castrum gradense, che diede ospitalità, prima saltuaria e poi definitiva ai vescovi di Aquileia. La data dell'edificazione delle mura appare incerta anche se, secondo alcuni studi recenti, va fatta risalire al periodo immediatamente successivo a questi avvenimenti, quando Grado passò nella sfera d'influenza di Bisanzio. 

Grado. Schema del Castrum (tratto dallo spiegone in loco, foto Daniela Durissini)

I vescovi aquileiesi dotarono la cittadina di splendidi edifici ancor oggi visibili nell'area del castrum, ma quello che interessa qui è proprio il perimetro dello stesso, ancora riconoscibile nell'edificato compatto che circonda la basilica. Mentre le mura sono generalmente riconoscibili solo a livello archeologico (nel lapidario se ne nota un tratto fondazionale), alcune torri sono ancora identificabili nella città vecchia, anche se assai modificate ed inglobate in altri edifici.
Ed è proprio l'allineamento delle case antiche, una parte delle quali presenta una base a scarpa, tipica delle opere di difesa, che consente di seguire l'antico perimetro murario, nel quale si aprivano numerose porte in parte emerse grazie alla ricerca archeolgica. 

Ezio Marocco, Grado. Guida storica-artistica, Trieste, Bruno Fachin Editore, 2000



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