Comacchio. Trepponti (foto Daniela Durissini) |
Nel 1634 l'architetto Luca Danesi, conosciuto come Luca Danese, progettava un'opera molto significativa per Comacchio, il Ponte Pallotta oggi meglio noto come Trepponti. Eh sì! perché il Danese non ne costruì uno soltanto, sul canale Pallotta, quello che collegava il centro al mare Adriatico, ma creò un'opera monumentale costituita da tre scalinate dal lato dell'edificato e da due dalla parte esterna, con un unico passaggio sulla sommità, che in questo modo superava anche un secondo canale a lato del Pallotta, e metteva in collegamento tre canali minori. Mentre la struttura, come d'uso nella zona, è stata realizzata in laterizio, la parte superiore è in pietra d'Istria. Caratteristiche le due torri laterali, aggiunte successivamente (1695) che ci ricordano come questo complesso svolgesse anche un ruolo di difesa. L'opera fu realizzata nel 1638 dal cappuccino Giovanni Pietro da Lugano e presenta una pianta pentagonale a lati di diversa lunghezza. Queste misure sono dovute alla larghezza dei canali da superare. Il ponte è stato rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, l'ultima nel corso del XIX secolo.
Il Danese, nello stesso periodo, stava occupandosi della risistemazione urbanistica di Comacchio e realizzò anche un altro ponte, quello cosiddetto degli Sbirri, per la vicinanza delle carceri.
Val la pena ricordare che l'abitato, costruito su una serie di piccole isole, fu collegato alla terraferma solo nel 1821 quando fu realizzato il terrapieno che lo unì ad Ostellato.
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