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lunedì 12 novembre 2018

Il Prosekar

San Martino Prosecco
Prosecco. Festa di san Martino (foto Daniela Durissini)

L'abitato di Prosecco, sito sul crinale carsico, sopra Trieste, è stato uno dei primi borghi dell'altipiano. Costituitosi nel Medioevo, attorno al Castello di Moncolano, era dimora di pescatori, che raggiungevano il mare lungo antichissimi sentieri, ma anche di agricoltori, che coltivavano soprattutto i pendii digradanti verso il mare, dove avevano piantato viti  e ulivi. Molto spesso, in realtà, si trattava di famiglie che svolgevano entrambe le attività, bilanciando con l'agricoltura ciò che, faticosamente, traevano dall'attività di pesca. 
Il vino così coltivato era una ribolla, di ottima qualità, che veniva commercializzata ed esportata. 
Mano a mano che l'abitato crebbe il castello di Moncolano venne identificato come castello di Prosecco, ed anche il vino prodotto nei pressi dell'antico maniero, soprattutto per scopi commerciali, venne identificato con questo nome, appunto, Prosecco, anche se per secoli aveva assunto il più antico nome di Pucino, tratto dalla Naturalis Historia di Plinio, che l'aveva citato, come preferito da Livia, la moglie di Augusto.
San Martino Prosecco
Prosecco (foto Daniela Durissini)
Il nome di Prosecco si diffuse quindi, secondo Fulvio Colombo, autorevole studioso che si è occupato a lungo del caso, "a designare un vino dolce, prodotto con uve stagionate sulla pianta e raccolte a fine ottobre, prima nel goriziano e, tramite Venezia, nel vicentino, nel trevigiano e in Dalmazia".
In anni recenti alcuni giovani vignaioli del Carso, hanno inteso recuperare la produzione del Prosecco che, secondo l'antica denominazione slovena diffusa sul territorio, prende il nome di Prosekar. Non è semplice produrre un vino frizzante di qualità che riesca a competere con le più blasonate e, soprattutto, rodate produzioni venete, ma alcune aziende sono riuscite a farlo, imbottigliando un vino dal gusto particolare, che porta in sé il sapore della dura terra del Carso, un po' ruvido, dal gusto intenso, che riesce a distinguersi dal Prosecco veneto. 
Un esempio questo, prezioso, perché fa parte di quel processo virtuoso che, negli ultimi anni, ha reso consapevoli i proprietari di fondi agricoli di queste terre, delle potenzialità delle stesse e della possibilità di praticare un'agricoltura di qualità, apprezzata e riconsciuta come peculiare della zona. 



Sull'autore: Fulvio Colombo, laureato in Storia medievale, si è occupato a lungo del Prosecco, ricostruendone le origini e la diffusione. 


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