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venerdì 30 novembre 2018

Caldera (Cile). L'arte e la cultura come recupero di un'identità.

Murale a Caldera
Murales (foto Daniela Durissini)
Davanti l'Oceano Pacifico, dietro, il deserto. Caldera, piccola cittadina costiera nel Nord del Cile, è stata raggiunta, a metà  dell'Ottocento, dalla prima ferrovia del Sud America che, passando per Copiapo', arrivava qui, al porto più vicino, dove si potevano caricare i preziosi minerali estratti all'interno del paese.

Vagone ferroviario (foto Daniela Durissini)
La ferrovia portava persone, idee e, soprattutto lavoro, e Caldera crebbe, in quegli anni, fino a diventare una piccola città. Tuttavia, con il declinare degli affari, la linea fu dismessa, con conseguenze disastrose per la popolazione, che si ripercossero in vari settori e per molti anni.

Stazione (foto Daniela Durissini)
Nel 1964, però, la vecchia stazione fu dichiarata monumento nazionale e, con un progetto di recupero, fu convertita in centro culturale, ora molto attivo, dove si svolgono mostre, attività didattiche e di intrattenimento.

Chiesa (foto Daniela Durissini)
Così tutta la cittadina rifiorì e non si contano le opere d'arte  che contribuiscono ad abbellire la località. Dalla piazza, dove domina la vecchia chiesa costruita interamente in legno, si arriva alla biblioteca,

Biblioteca (foto Daniela Durissini)
che sui muri esterni ricorda i personaggi importanti per la regione, tra i quali una donna, e poi si scende al porto, colorato di barche.

Porto (foto Daniela Durissini)
Qui, nella piazza antistante la vecchia stazione, un bel murales ricorda il viaggio in motocicletta di Granado e Guevara, ed un mosaico a colori vivaci tutt'intorno riassume i caratteri peculiari del paesaggio della regione e del mare della baia.

Mosaico (foto Daniela Durissini)


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