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lunedì 10 dicembre 2018

I petroglifi dell'arcobaleno (Atacama, Cile)


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Petroglifo raffigurante una scimmia (foto Daniela Durissini)
Visitando la Valle de l'Arcoiris (arcobaleno), nota per le sue formazioni rocciose multicolori, si entra in un mondo di segni  lasciati, nel tempo, dalle popolazioni che abitarono o solo transitarono nella zona. Qui, sulle rocce meno vistose, si percorre un sentiero lungo il quale si "sfogliano" 5000 anni di storia. Dalle prime incisioni, le più recenti, risalenti ad un periodo compreso tra l'800 ed il 1500, a quelle più antiche  che risalgono a 3000 anni a. C. 


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Il cane (foto Daniela Durissini)
Da qui passavano le carovane che, superando la cordigliera delle Ande, portavano merci da un lato all'altro del continente, e qui si fermavano temporaneamente, ricoverando gli animali nei recinti di pietra, mentre gli uomini trovavano rifugio nelle caverne e nei ripari sottoroccia. 


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Mappa (foto Daniela Durissini)
Una mappa dei percorsi sembra essere stata tracciata su una di queste rocce, in un'incisione altrimenti indecifrabile, mentre accanto ad essa prendono corpo gli animali che accompagnavano l'uomo in questi lunghi trasferimenti: il cane, i camelidi che venivano addomesticati ed impiegati per il trasporto delle merci. Qua e là sono state incise anche le sagome degli animali che si trovavano lungo il percorso, come le  volpi o i puma.


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Guanachi (foto Daniela Durissini)
Valle dell'Arcoiris petroglifi
Puma (foto Daniela Durissini)
Più in là i petroglifi più antichi ci parlano di riti iniziatici, di sciamani che, mediante l'uso di sostanze allucinogene, riuscivano a connettersi con un mondo altro, diverso e potente, capace, in qualche modo, di influire sul mondo percepibile da tutti. La grande caverna, dal soffitto crollato, testimonia di questi "viaggi" della mente e conserva, unico esempio qui, parte delle figure dipinte. 


Valle dell'Arcoiris petroglifi
Sciamano (foto Daniela Durissini)
Questo complesso di petroglifi rappresenta un patrimonio di inestimabile valore, che ci racconta della continuità della frequentazione dei luoghi da parte dei popoli degli altipiani andini e della connessione che esisteva tra essi, importante veicolo di culture, oltre che utile interscambio di merci. 


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