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mercoledì 12 dicembre 2018

L'anima smarrita di San Pedro de Atacama (Cile)

San Pedro de Atacama. Muri in  mattoni di terra cruda (foto Daniela Durissini)
Si va, per un centinaio di chilometri, da Calama, in direzione della cordigliera andina. Poi, all'improvviso, in un'ampia conca, dopo tante rocce e tanta sabbia, appare una macchia verde. È San Pedro, l'abitato più popoloso della zona, sorto naturalmente in un'oasi formata dall'omonimo rio. In questa stagione, corrispondente all'inizio dell'estate, il letto del fiume è secco ma, quando piove, generalmente accade tra i mesi di marzo ed aprile/maggio, lo riempiono acque impetuose, per un'altezza che può raggiungere i tre metri e con una forza capace di travolgere ogni cosa. Adesso, nella calura già quasi estiva (si toccano e si superano i 33 gradi), con un cielo quasi sempre terso, al massimo velato da qualche nube innocua, tutto questo sembra impossibile. 


San Pedro de Atacama (foto Daniela Durissini)
San Pedro, per le straordinarie bellezze naturali che lo circondano, è la meta turistica più frequentata del nord del Cile e, in assoluto, una delle più richieste del paese e questo ha fatto sì che, col tempo, andasse smarrita l' anima più autentica dell'abitato. Innumerevoli agenzie propongono tour giornalieri che, in genere, frettolosamente, raggiungono le mete più ambite, i prezzi sono elevati, lo standard offerto comunque carente. Nelle strade polverose, lasciate come un tempo, dormono qua e là decine di cani randagi, il vento solleva nubi irrespirabili di sabbia, dove è espicitamente vietato corrono biciclette e passano macchine in continuazione. 


San Pedro de Atacama (foto Daniela Durissini)
Se si vuole ritrovare lo spirito del luogo, si fa fatica, occorre camminare, seguire le tracce antiche degli uomini e degli animali che per secoli hanno percorso i sentieri delle montagne per arrivare all'oasi, comprendere come questa, in mezzo al deserto, abbia attirato da sempre le popolazioni, solo in parte divenute stanziali. L'oasi è stata crocevia di popoli e culture, punto d'incontro, e talvolta di scontro, dato che l'acqua è bene essenziale e prezioso. Le antiche carovane hanno lasciato qui le tracce del loro passaggio, le più recenti miniere hanno attirato lavoratori e segnato nuove strade, le antiche vie di transito sono ancora visibili e percorribili un po' dovunque. 


Pukara de Quitor (foto Daniela Durissini)
Questa è l'anima autentica di San Pedro da scoprire sotto la crosta, ormai, purtroppo, indurita, dell'immagine offerta al turismo di massa.


Monumento agli Atacameni
(foto Daniela Durissini)



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