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mercoledì 16 gennaio 2019

I protagonisti. Il "peccato originale" di Jorge Luis Borges.

Jorge Luis Borges

Il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges (Buenos Aires 1899- Ginevra 1986) ebbe numerosi riconoscimenti nel corso della sua vita ma mancò il Premio Nobel, al quale, sembra, tenesse molto. Un altro grande scrittore, il colombiano Gabriel Garcia Marquez, che invece il premio riuscì ad ottenerlo nel 1982, ci racconta come andarono le cose in Svezia, nel 1976, quando Borges fu incluso tra i possibili insigniti del premio e poi, improvvisamente, venne depennato. 
Nella raccolta di scritti El escandalo del siglo, che riunisce parte della sua produzione di periodista, troviamo un articolo dal titolo El fantasma del Premio Nobel in cui, tra gli altri episodi, Gabo si sofferma sulla  vicenda  che vide protagonista Borges. Scrive Marquez che era noto che gli accademici svedesi indicavano i possibili vincitori in maggio, in estate esaminavano le opere, in ottobre si pronunciavano. Borges, in quell'anno, venne inserito in maggio nella ristretta rosa dei nominabili ma, a settembre, accadde un fatto, del tutto estraneo alla letteratura,  che,  secondo una delle versioni più accreditate dei fatti, decise sulla futura designazione. Recatosi in visita in Cile, fu ricevuto con tutti gli onori dal dittatore Augusto Pinochet e, in quell'occasione, pronunciò un discorso, alcune frasi delle quali vengono riportate da un attonito Marquez. 
"È un onore immeritato essere ricevuto da Lei, signor presidente. In Argentina, Cile ed Uruguay si stanno salvando la libertà e l'ordine. Ciò succede in un continente reso anarchico e logorato dal comunismo". 
Marquez commenta, con una certa ironia, velata, mi sembra, da un dubbio di fondo: "Era facile pensare che tante bestialità successive fossero possibili solo per prendersi gioco di Pinochet, ma gli svedesi non comprendono il senso dell'umorismo portegno".  
Fu così, comunque, che il nome di Borges scomparve dall'elenco dei nominabili al Nobel. 
Marquez si augura però che, dopo aver scontato un periodo di "penitenza ingiusta" il premio venga assegnato a questo scrittore così particolare della cui opera afferma di essere un lettore insaziabile, benché ci tenga a sottolineare ancora una volta un fatto ben noto, e cioè di essere un suo avversario politico, offrendo così una lezione di vita a coloro che, giudicando l'opera di un artista, non sono capaci di disgiungerla dal suo orientamento politico.

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