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venerdì 18 gennaio 2019

Archeologia.La Dama de Elche: il potere identificativo di una scultura

Dama de Elche (foto Francisco J. Díez Martín
Madrid. Museo Archeologico nazionale. 
E' una storia singolare, quella della Dama de Elche, scultura simbolo della Spagna recente, ritrovata alla fine del secolo XIX durante gli scavi effettuati nel giacimento di La Alcudia (Elche, Spagna).
Ospite della puntata di ArqueoUDIMA, che potete seguire nel video allegato, condotta dal prof. Daniel Casado Rigalt (Universidad a Distancia de Madrid), la professoressa Carmen Aranegui,  archeologa, esperta dell'opera in questione,  ne ripercorre l'intera vicenda. 



Il busto, che è stato accertato essere una scultura funeraria risalente al IV secolo a. C. e, materialmente, un'urna contenente le ceneri di un defunto, fu rinvenuto il 4 agosto del 1897, quattro giorni prima dell'assassinio del politico Antonio Canovas del Castillio, che aveva retto il regno con Alfonso XII ed era stato più volte presidente del Consiglio dei Ministri. La coincidenza non fu indifferente poiché la Spagna attraversò un periodo di confusione, acuito, nell'anno successivo, dalla perdita definitiva delle colonie d'oltremare. In quelle circostanze non si pensò alla Dama ritrovata, ed alcuni appassionati ispanisti francesi, tra cui soprattutto Pierre Paris, si adoperarono acciocché la scultura fosse acquisita dal Louvre. 
Ben presto si riconobbe che in realtà essa era la testimonianza di un'arte prettamente iberica, che fino ad allora era stata negata e, contestualmente, divenne uno dei simboli più riconoscibili della Spagna. 
Negli anni '20 del Novecento maturò una sorta di identificazione tra lo Stato e la Dama, Parigi era un riferimento cardine della cultura spagnola dell'epoca ed il fatto che la scultura si trovasse lì riempiva di orgoglio gli intellettuali. 
Nel 1929 l'esposizione universale di Barcellona raffigurò la Dama de Elche in uno dei manifesti pubblicitari, mentre è attestata una connessione tra la visita negli Stati Uniti di Federico Garcia Lorca e l'immagine della Dama, stampata sul cartoncino d'invito all'intervento del grande poeta alla Columbia University. 
Quando Rafael Alberti portò in giro per i paesi dell'America Latina la Numancia di Cervantes, la protagonista recitava vestita come la Dama, saldando così idealmente i due elementi identitari più significativi della Spagna: la distruzione della fortezza celtiberica da parte dei suoi stessi abitanti, fieri della propria indipendenza e decisi a non sottomettersi ai romani, e la scultura, riconosciuta come iberica, ritrovata ad Elche. 
Nel frattempo il Louvre aveva consentito che si facesse una copia dell'opera da conservarsi nel paese d'origine e l'immagine della Dama comparve un po' dovunque, persino, nel 1948, sulla banconota da 1 peseta. Ma a quel tempo la scultura era già ritornata in Spagna, grazie ad uno scambio con il museo parigino, avvenuto nel 1941, anche se le sue traversie non erano finite poiché, nel 1995 ne venne contestata l'autenticità, con argomentazioni, invero, assai deboli e ben presto demolite dagli esperti.
La grande popolarità della scultura però non favorì uno studio attento della stessa e soprattutto ci si accontentò delle analisi condotte a suo tempo, con metodi antiquati, mentre, secondo la professoressa Aranegui, sarebbe importante approfondire alcuni aspetti del rivestimento policromo dell'urna, analizzare, con tecniche attuali le ceneri che il fissativo del colore ha fermato sulla stessa, ed anche continuare gli scavi sull'ampio sito, che ha restituito altre opere scultoree più frammentate, ma che potrebbe riservare ancora delle sorprese. 


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