Vladimiro Dougan è stato un grande alpinista triestino, amico di Julius Kugy, che vide in lui la persona adatta a proseguire l'esplorazione delle Alpi Giulie, ed a portare a termine alcune salite che lui stesso non era riuscito a completare.
Dimenticato dalla sua stessa società, l'Alpina delle Giulie, di cui aveva contribuito a fondare il GARS (Gruppo Alpinisti Esploratori Sciatori), è stato recentemente "riscoperto" e rivalutato grazie all'interesse dell'attuale dirigenza e di alcuni soci. Ad un anno dalla realizzazione del film "Domandando di Dougan" di Flavio Ghio e Giorgio Gregorio, vincitore del premio Scabiosa Trenta, Alpi GIulie Cinema 2018, la casa torinese Bolaffi ha messo all'asta cinque diari e taccuini appartenuti all'alpinista ed alcuni album fotografici, acquisiti dalla SAG.
Questo materiale ha consentito di far ulteriore luce sulla figura del Dougan e di comprendere molto meglio alcuni aspetti del suo alpinismo.
Vi si è dedicato, con grande passione e costanza, Flavio Ghio, filosofo ed alpinista, il quale ha analizzato i diari ed ha pubblicato nel volume 2/2018 di Alpi Giulie, molti interessanti brani tratti dalle annotazioni di Dougan, che finalmente mettono in chiaro alcuni punti, rimasti oscuri, della sua attività.
Ripercorriamo così i momenti salienti di un alpinismo esplorativo che negli anni venti del 1900, stava ormai lasciando il passo a qualcosa di diverso, alla prestazione sportiva, che nulla aveva a che fare con la concezione romantica della montagna che aveva animato fino a quel momento coloro che ne avevano salito le cime, spesso ancora inviolate. E fu questo, probabilmente, uno dei motivi, per cui la figura di Dougan venne messa da parte e dimenticata, nel periodo in cui nasceva l'astro di Emilio Comici ed il superamento delle difficoltà estreme diventava lo scopo principale delle salite. Ma certamente non fu solo questo. Vladimiro Dougan era sloveno, ed inoltre aveva combattuto, durante la prima guerra mondiale, dalla parte "sbagliata", quella dell'esercito austro-ungarico, quella che, con i tedeschi, aveva vinto a Caporetto, umiliando l'esercito italiano, mentre dalla parte opposta stavano gli altri alpinisti, irredentisti.
Un insieme di circostanze quindi, aveva fatto di Dougan un personaggio scomodo e marginale ma egli aveva continuato a praticare il suo alpinismo, accompagnato da pochi amici e dalla moglie, Lea, fortissima compagna di cordata.
Ghio mette in risalto, nella scelta dei brani da pubblicare, alcune delle più belle ed interessanti salite dell'alpinista, tra cui quella, ricercata testardamente e poi compiuta dall'alto della Nord del Cimone, o quella della Nord del Foronon del Buinz, mentre mi piace ricordare quella del Natale del 1927 al Sernio, compiuta con Lea, Olga Bois de Chesne e Riccardo Deffar, che segnava la prima salita invernale e la prima invernale femminile alla cima, toccata per la prima volta da un'altra cordata femminile, quella delle sorelle Grassi, nell'estate del 1879.
E poi non bisogna dimenticare che Dougan fu colui che riuscì a passare per primo il famoso masso che ostruiva un punto della Cengia degli Dei, il magnifico itinerario alpinistico, concepito da Kugy, che gira attorno al gruppo dello Jof Fuart.
Infine le spedizioni, in Caucaso, sull'Atlante ed in Lapponia, anch'esse passate in secondo piano, di fronte alle conquiste alpinistiche di quegli anni, quando Comici con i fratelli Dimai riuscirono a salire la Nord ella Cima Grande di Lavaredo.
Che cosa aveva in comune con questo tipo di alpinismo colui che, ricordando nei suoi diari una salita al modesto Golak, nella Selva di Tarnova, a pochi chilometri da Trieste, aveva scritto: Da una indescrivibile bellezza era il bosco nel ultimo tratto verso la cima. Ogni alberello o cespuglio era completamente coperto di uno stratto di neve che brillava al sole. Tutto ciò che ci circondava era così candido, allegro e solenne che solamente in paradiso può essere così. Realmente quando oggi giorno voglio raffigurarmi il paradiso penso a quel candido boschetto...Volentieri, con piacere spesso ricordo a questa bella salita. Ciò mi dimostra che anche la piccola montagna può offrire grandi cose.
Il volume, nella seconda parte, accoglie anche l'intervento dello storico Lucio Fabi, che si occupa del Dougan soldato "riluttante", come lo definisce giustamente, poiché, dopo aver tentato in tutti i modi di evitare la chiamata alle armi, s'era infine adattato ad una guerra combattuta a suo modo, e mai contro gli amici.
Una breve nota della grafologa Marcella Meng analizza la scrittura di Dougan.
Il volume è corredato da molte, interessanti, fotografie dell'epoca.
⇒(click) Il libro: Flavio Ghio, Lucio Fabi, Dai diari di Dougan. L'alpinista - Il soldato, in "Alpi Giulie", anno 112, n. 2/2018