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mercoledì 10 aprile 2019

Le sequoie della regina (Rimske Toplice, Slovenia) ed un bel libro di Andrea Wulf

Rimske Toplice. Sequoie (foto Daniela Durissini)

Era il 1879 quando la regina Vittoria si recò, per una breve vacanza, alle terme romane (Rimske Toplice) vicino a Celje. I bagni erano stati aperti al pubblico nel 1847, ed erano assai rinomati. In quell'occasione furono regalate, per essere piantate nel parco dello stabilimento, diverse piccole sequoie, provenienti dalle serre del Kew Garden. Alcuni altri frequentatori abituali, grati per i benefici effetti delle acque, seguirono l'esempio della sovrana e donarono alberi provenienti dai loro paesi di origine, arricchendo così il parco. Oggi le sequoie sono cresciute e attirano l'attenzione dei visitatori lungo la cosiddetta "passeggiata Vittoria", rendendo l'ambiente davvero unico. 

Rimske Toplice. Sequoie (foto Daniela Durissini)

Tuttavia, ciò che rende ancor più interessante questa vicenda, è la storia che sta alle spalle di questo dono inusuale. Infatti il Kew Garden era stato arricchito e reso un luogo unico e meraviglioso dal naturalista e botanico Joseph Banks, il quale, grazie alla propria disponibilità economica, era riuscito ad assicurarsi un passaggio sull'Endeavour del capitano Cook, viaggiando fino all'Oceano Pacifico (1768-1771). Al rientro, Banks portava con sé molti esemplari di piante, allora sconosciute in Inghilterra ma, soprattutto, aveva rafforzato il proprio interesse verso le nuove specie botaniche da introdurre in Europa attraverso i diversi contatti intrattenuti da lui stesso e da alcuni membri della Royal Society con esperti ed appassionati di tutto il mondo.

Rimske Toplice. Parco (foto Daniela Durissini)

Invero tali rapporti erano stati intrecciati fin dalla prima metà del secolo ma Banks, con il suo viaggio, era divenuto molto famoso e la sua appassionata ricerca di piante sempre nuove contribuì decisamente alla nascita ed alla diffusione di una vera e propria mania per il giardinaggio e la cura degli spazi verdi e dei parchi, che vide coinvolti personaggi di spicco e semplici cittadini, e che troviamo delineata con stile piacevole, sulla base di una ricerca seria e rigorosa, nel bellissimo libro di Andrea Wulf, La confraternita dei giardinieri.
Contagiata dalla piacevole mania per il giardinaggio, che l'ha indotta ad iniziare la ricerca delle origini di questa "ossessione" comune a molti inglesi e non solo, scrive la Wulf: "Presto anch'io divenni succube di un'ossessione. Mi resi conto che le lettere tra Collinson e Bartram ma anche quelle tra famosi illuministi del calibro di Linneo, Hans Sloane, Benjamin Franklin e Jospeh Banks, avevano promosso la nascita di una comunità internazionale al cui interno ci si potevano scambiare piante ed idee sfidando la vastità delle distanze. Verso la metà del diciottesimo secolo, gli alberi provenienti dall'America avevano invaso l'Inghilterra mutandone il paesaggio per sempre, ed entro la fine del secolo Banks introdusse migliaia di piante dall'Africa, dall'Australia e dall'Estremo Oriente.
La Wulf intesse così una storia interessante ed avvincente di contatti e di relazioni scientifiche, di qualche dispetto di troppo, di qualche sgambetto tra uomini di cultura e scienziati, tesi comunque a conquistare non solo nuove specie botaniche, ma anche un posto nella storia del proprio paese. 







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