Pukará de Quitor (foto Daniela Durissini) |
Il popolo atacameño è stato presente nel Nord del Cile fin dal secolo VI. Le piccole e prospere comunità si dedicavano alla coltivazione del mais, della patata e della quinoa, all'allevamento ed alla fabbricazione di pregevoli oggetti in ceramica, in rame, ed alla produzione di tessuti. Ogni comunità si sviluppò in modo autonomo, pur non mancando i contatti e gli scambi tra le stesse, che elaborarono una lingua comune, il kunza. Nel XV secolo la regione fu conquistata dagli Inca, il potente popolo che si tava espandendo verso Sud (arrivarono fino all'attuale città di Santiago). Il Pukará de Quitor, sito a 3 chilometri dalla città di San Pedro d'Atacama, sopra il rio San Pedro, o Rio Grande, è una delle fortezze che, a partire dal XII secolo, vennero edificate a protezione delle comunità atacameñe. Questa, costruita a terrazze circolari, provvista di muraglioni di sostegno realizzati con la pietra rossa locale, era suddivisa all'interno in diverse zone destinate ad abitazioni, ricovero di animali, magazzini e botteghe, il tutto unito da stretti vicoli e passaggi labirintici. Gli scavi archeologici hanno messo in luce anche alcuni resti di travi e muri di paglia e fango. Nel 1540, come ricorda una targa sulla cima del monte che sovrasta la fortezza, si ebbe uno scontro durissimo tra le genti locali ed i conquistatori spagnoli, che ebbero la meglio e massacrarono 25 persone. Monumento nazionale dal 1982.
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