Monaco di Baviera. Futuro-haus (foto Daniela Durissini) |
La Futuro-haus, ideata e realizzata nel 1968 dall'architetto finlandese Matti Suuronen (1933-2013), interamente in resina poliestere insatura, vetroresina e poliacrilato, prodotta in serie, ricorda una navicella spaziale, come la si concepiva all'epoca, un disco volante, simbolo della fiducia nel futuro e nella tecnologia. Era stata pensata dal suo ideatore per essere montata in fabbrica e quindi trasportata sul posto in cui doveva venir istallata, con la possibilità di comporre più elementi insieme. La cellula originale è esposta, tra l'altro a Monaco di Baviera ed a 👉📖 Londra. Tra le possibili utilizzazioni Suuronen aveva pensato anche all'impiego in ambiente montano, tanto per le caratteristiche di robustezza ed isolamento del piccolo edificio, quanto per la facilità di realizzazione e trasporto dello stesso che non avrebbe richiesto lunghi tempi di permanenza in quota.
Dovevano passare tuttavia ancora diversi anni per vedere i primi edifici realizzati in montagna, rsecondo le nuove esigenze e le nuove tecniche a disposizione. I primi, ovviamente, furono i bivacchi, per le ridotte dimensioni, che consentivano il trasporto in loco di elementi prefiniti, e per la necessità di ovviare in tempi brevi a quelli che erano i principali difetti di quelli precedenti, i classici ricoveri a botte, con pochi posti e permeabili alle temperature esterne. Sorsero così, dapprima sulle Alpi Occidentali e poi un po' dovunque bivacchi, che sapevano sfruttare molto meglio gli spazi interni e che andavano ad inserirsi, certo in modo più impattante, sul territorio.
👉Bivacco Gervasutti CAI Torino |
Monte Rosa Hütte (foto Carlo Nicotra) |
Infine le nuove tecnolgie sono arrivate anche, alle volte con non poche polemiche, ai piedi delle grandi montagne. I vecchi e desueti rifugi, che richiedevano molta e continua manutezione, sono stati sostituiti da nuovi edifici, concepiti per poter sfruttare al meglio la luce del sole e per produrre calore ed energia, per poter resistere a condizioni metereologiche estreme, e per poter ospitare comodamente gli alpinisti di passaggio, secondo quelli che sono i parametri attualmente richiesti per l'ospitalità in alta montagna.
Alcuni di questi edifici sono esteticamente molto validi, altri meno, certamente rispondono alle esigenze dell'alpinismo di oggi, anch'esso assai mutato rispetto a quello di qualche decennio fa, con l'adozione di nuovi materiali ed attrezzature che hanno consentito, in pochissimi anni, di progredire nella tecnica e nei risultati e di risolvere quelli che rimanevano i problemi lasciati in sospeso dai grandi alpinisti del secolo passato.
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti ed osservazioni sono graditi