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martedì 13 luglio 2021

Archeologia. Sovana etrusca. La necropoli

Sovana. Necropoli. Tomba Ildebranda (foto Daniela Durissini)

La necropoli etrusca di Sovana è compresa nel Parco Archeologico "Città del tufo", costituito da tre aree di grande interesse storico, archeologico ed ambientale, con un'estensione totale di 60 ettari, nei territori di Sovana, Sorano, San Quirico in cui vengono valorizzati castelli e fortificazioni medievali, abitazioni rupestri, le famose "vie cave" e, appunto, le necropoli etrusche.
Sui colli a nord del torrente Calesine è ubicata la parte più importante della necropoli, percorsa dalle vie cave del Cavone e di Poggio Prisca.
Oltre alle numerosissime tombe a dado e semidado, qui sono state realizzate anche alcune tombe monumentali molto note per la loro bellezza, percepibile ancor oggi nonostante col tempo si siano fortemente degradate le strutture originali.
Non lontana dall'ingresso del sito archeologico si incontra la notissima Tomba Ildebranda (fine IV, inizi III sec. a.C.), così chiamata in onore del cittadino più famoso del luogo, quell'Ildebrando da Sovana divenuto papa col nome di Gregorio VII. 
Con l'aiuto dei pannelli posti in loco si può immaginare la magnificenza di questo edificio, costruito come un tempio con ben sei colonne in facciata e tre ai due lati, sormontate da capitelli in cui erano scolpiti volti umani tra foglie d'acanto, sopra i quali scorreva un fregio a grifi e figure femminili. Oggi di queste colonne rimane in piedi una soltanto. Il sepolcro era rivestito con stucchi policromi oggi perduti.

Sovana. Necropoli. Tomba dei Demoni alati. Frontone
(foto Daniela Durissini)
Sovana. Necropoli. Tomba dei Demoni alati. 
(foto Daniela Durissini)

Proseguendo si incontra la tomba dei Demoni alati (III sec. a.C.), della quale è stata recuperata una parte del frontone che presenta un demone marino alato e con la coda di pesce, mentre a lato della tomba si trova un altro demone scolpito a tutto tondo. Si tratta di una figura femminile, alata, identificata con Vanth, demone messaggero di morte. La tomba era custodita da un leone e da un'altra statua incompleta ed illeggibile, ed è stata scavata nel tufo, dove è stata creata una profonda nicchia, in fondo alla quale è scolpito un personaggio steso su un letto funebre, che regge una coppa di libagione e conserva alcuni lacerti di pitturazione. Questo è stato possibile grazie al crollo del frontone che ha così difeso la parte interna della tomba.

Sovana. Necropoli. Tomba Pola (foto Daniela Durissini)

Proseguendo ancora si incontra un'altra tomba monumentale, la cosiddetta tomba Pola (III sec. a.C.), che presenta ancora una delle otto colonne che sorreggevano il soffitto a lacunari, in parte conservato.
Dalla parte opposta della necropoli, all'inizio della via cava di poggio Prisco, un sentiero conduce alla tomba del Tifone (II sec.a.C.), della quale si osservano un timpano triangolare decorato ed un bel sofftto a cassettoni. 

Sovana. Necropoli. Tomba del Tifone
(foto Daniela Durissini)

Queste sono soltanto le tombe più importanti ma l'intero settore è forato da sepolture, anche se assai più semplici di queste.



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