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giovedì 3 settembre 2020

Letture. Jean Paul "Giornale di bordo dell'aeronauta Giannozzo"


Curiosamente ho scoperto Jean Paul leggendo Hermann Hesse, che lo nomina in La cura, dove racconta di essersi ritirato più volte nella sua stanza o in un luogo isolato della stazione termale per poter godere delle pagine di questo originale autore tedesco. Sì perché, in effetti, Jean Paul, non è che lo pseudonimo francesizzato di Johann Paul Friedrich Richter, scrittore e pedagogista, nato a Wunsiedel nel 1763 e morto a Bayreuth nel 1825. 
Fortunato Hesse, che lo leggeva in lingua originale, dato che la traduzione italiana, curata da Adelphi, non rende giustizia al testo, benché occorra sottolinearne la complessità e l'oscura interpretazione di alcuni passaggi, quindi l'oggettiva difficoltà nel rendere il  linguaggio di Jean Paul.
Comunque il racconto dell'aeronauta Giannozzo che decide di prendere il volo con la sua mongolfiera e di sorvolare la Germania fino ad arrivare in Svizzera, risulta avvincente e godibilissimo. Il protagonista è un uomo originale e fuori dal comune che osserva il suo paese dall'alto e di quando in quando,  scende a portarvi scompiglio, con trovate divertenti o elargendo consigli (peraltro non richiesti) e di dubbia efficacia. Eppure questo essere al di fuori delle regole ed anche della realtà rappresenta una critica feroce allo stato della fine del XVIII secolo, a quella nobiltà di cui mette alla berlina gli usi e le abitudini, ma anche alla borghesia che osserva e descrive con occhio spietato, intravedendo un fosco futuro per le classi lavoratrici e per le città. Non si salvano neppure alcuni intellettuali, ai quali allude, senza nominarli, anch'essi bersaglio di critiche circostanziate e non proprio benevole. 
Giannozzo rappresenta l'elemento che sfugge agli schemi, portando il disordine ed il dubbio, e come tale è destinato a scomparire, come si comprende fin dall'inizio del romanzo, e come effettivamente accade alla fine, poiché la società moderna tende a riassorbire, senza pietà, ogni accenno di deviazione dal programma prestabilito che la fa funzionare in un certo modo, confacente a chi comanda ma certamente molto meno a coloro che devono sottostare alle sue regole. Ed è per questi ultimi che il nostro aeronauta parteggia, è a questi che si rivolge per dimostrare, con i suoi scherzi, e le sue crudeli critiche, come sia possibile, scardinare il mondo così com'è; ma attenzione, si tratta in fondo soltanto di un intermezzo di breve durata.
E lo stesso Jean Paul, attraverso Giannozzo, si rivela un ribelle ed un iniziatore di una nuova letteratura, che qui, tra i primi esempi all'epoca, si stacca completamente dagli schemi consueti, per evolvere verso forme e trattazioni del tutto diverse da quelle allora consuete. 

►(click) Il libro: Jean Paul, Giornale di bordo dell'aeronauta Giannozzo, a cura di Eugenio Bernardi, Milano, Adelphi, 1981




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