Dall'Italia, è una raccolta di saggi, poesie, scritti vari, annotazioni tratte dai diari, racconti, che Hermann Hesse ha dedicato al paese nel corso di diversi anni e di successivi viaggi. Per questo motivo alcuni brani ricorrono più volte, esposti in diversi modi, come accade ad esempio per le note riguardanti il primo soggiorno a Firenze, in cui l'autore, ancora molto giovane, andava scoprendo le meraviglie dell'arte italiana esposte agli Uffizi, oltre alle chiese ed ai palazzi del centro storico. Ciò che tuttavia colpisce e non poco nelle osservazioni di Hesse, sono le descrizioni della vita quotidiana, delle lunghe camminate nei dintorni della città, ancora molto verdi, dei prati pieni di fiori, dei profumi, dei colori. Il lungo soggiorno lo avvicina alla vita italiana, lo fa impratichire con la lingua, gli consente di frequentare i musei come le taverne, di ammirare dall'alto del campanile del duomo il tradizionale "scoppio del carro", del sabato di Pasqua, di visitare con regolarità librerie ed antiquari, insomma di vivere davvero la propria esperienza fiorentina. Ma, nei ripetuti ritorni, attratto dal clima e dall'atmosfera del sud, non giungerà mai nel meridione d'Italia, preferendo tornare nei posti che gli erano divenuti familiari, ed esplorare poi, pian piano, scendendo lungo la penisola, anche le località meno note ai viaggiatori dell'epoca che, in genere, ricalcavano l'itinerario classico del Grand tour.
Così Hesse conosce man mano le località minori della Toscana, si spinge in Umbria, risale verso Venezia, si ferma sul lago di Como.
In Umbria, dove apprezza a tal punto Spoleto da scrivere alla moglie di volerci vivere per qualche tempo con tutta la famiglia, sembra essere alla ricerca dello spirito francescano che riesce a ritrovare nei piccoli centri, oltre che ad Assisi. Nella regione dove San Francesco nacque e predicò sente più vicina la presenza di quella fede che non è tanto credo religioso, quanto perfetta aderenza alle leggi della natura, e quindi condivisibile da ognuno. A questo proposito scrive un bellissimo racconto sulla vita di Francesco, che dimostra non solo la sua conoscenza della biografia del santo, ma anche il livello di comprensione e di condivisione del suo insegnamento. Probabilmente Hesse, che dimostrò di voler cercare una strada spirituale anche e soprattutto nel suo viaggio in quell'Oriente che offriva le parole e l'esempio del Buddha, fu colpito dal grande esempio di Francesco che proponeva certo una scelta estrema ma non ne esigeva la condivisione assoluta, bensì poneva le basi per una nuova etica sulla quale basare la rinascita di una civiltà ritenuta da molti, già allora, troppo spinta verso il razionalismo ed il puro interesse economico.
Di grande interesse anche le rcensioni di diverse pubblicazioni concernenti l'Italia, che dimostrano una volta di più l'interesse di Hesse per la cultura del paese, dalla quale, tra l'altro, trasse spunto per alcuni suoi libri, dove si ritrovano gli echi delle grandi opere degli autori italiani.
Meno interessanti, nel complesso, delle pagine dei diari, i racconti riportati in questa raccolta denunciano da un lato l'immaturità di Hesse, che li scrisse quand'era ancora molto giovane, dall'altro però palesano una solida cultura ed un talento che si sarebbe poi sviluppato negli anni successivi.
La traduzione degli scritti si deve ad Enrico Ganni ed Eva Banchelli che cura anche un'interessante introduzione.
⇒(clik) Il libro: Hermann Hesse, Dall'Italia, Milano, Mondadori, 2015, trad. di Eva Banchelli ed Enrico Ganni