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venerdì 3 aprile 2020

Letture. Mario Vargas llosa. La guerra del fin del mundo (La guerra della fine del mondo)



Mario Vargas Llosa scrisse questo lungo romanzo storico dopo aver consultato le fonti dell'epoca che ricordavano la guerra di Canudos, combattuta tra l'esercito brasiliano ed una comunità formatasi attorno ad un personaggio particolare, tale Antonio, detto Consigliere.
I fatti, particolarmente interessanti, si svolsero tra il 1896 ed il 1897 e videro un gruppo sempre più nutrito di persone insediarsi nell'azienda di proprietà del barone di Canabrava, nella regione di Bahia, vivendo semplicemente, come predicava il "santo" Consigliere, ma contro le regole dello stato, che alla fine non potè più ignorare il fenomeno e dovette combatterlo. 
Allora si era da poco costituita la Repubblica, che appariva ancora fragile; le due fazioni, quella monarchica, che aveva sostenuto l'imperatore, e quella repubblicana, si guardavano con sospetto ma la repubblica stava muovendo i primi passi e venivano promulgate le leggi per l'organizzazione dello stato. Innanzitutto venne indetto un censimento, ovvio provvedimento destinato a comprendere effettivamente la consistenza della popolazione ed a conoscerne la distribuzione ed i mezzi di sussistenza, quindi venne stabilita la divisione tra stato e chiesa e vennero introdotti i matrimoni civili. Inoltre, tra i nuovi provvedimenti vi fu l'adozione, obbligatoria, del sistema metrico decimale. 
Tutto ciò contrastava con le idee di Antonio Consigliere che, da quieto predicatore che, con un piccolo seguito, girava per i villaggi del sertao a restaurare chiese e cimiteri ed a predicare la vita semplice, divenne la figura carismatica capace di attirare accanto a sé, convertendoli ad una vita fatta di sacrifici e di stenti, i più temibili banditi del sertao, le persone che avevano commesso i delitti più efferati, ma anche i malati, i deboli, ed infine i poveri contadini e allevatori della zona che, piegati da carestie ed epidemie, avevano perso tutto ed a Canudos trovavano soprattutto dei nuovi rapporti umani. Lì, attorno all'azienda abbandonata, di proprietà del barone di Canabrava, questa moltitudine di poveri, diseredati, straccioni, non si sentiva esclusa e, seguendo i pericolosi insegnamenti del predicatore, rifiutò il censimento, il matrimonio civile, persino il sistema metrico decimale e tutto ciò che proveniva da quella repubblica considerata dal Consigliere come prodotto del diavolo, decidendo di combatterla a prezzo della vita che già, alla maggior parte degli abitanti di Canudos, era sembrata valere assai poco. Per volere di Antonio Consigliere, tutti avevavano collaborato alla costruzione di un grande tempio in cui rendere omaggio a Dio ed al Buon Gesù, e nel quale chiedere la grazia di una morte che, avrebbe finalmente donato la serenità alle anime così provate dalla vita terrena. 
Quando, preoccupato dall'espandersi del fenomeno, lo stato mandò l'esercito a combattere i ribelli, questi, guidati dai famosi cangaceiros, riuscirono a resistere a ben tre spedizioni, una delle quali guidata dal famoso generale Moreira Cesar, un eroe della patria, convinto repubblicano, e furono vinti, a fatica, e dopo una dura resistenza, soltanto dalle forze riunite di diversi battaglioni, e dall'impiego di cannoni che, per giorni e giorni, spararono su Canudos, fino a ridurla praticamente in polvere. 
Il racconto, assai complesso, attraverso le vicende dei diversi personaggi, dei quali Vargas Llosa traccia un ritratto vivissimo e documentato, ci restituisce una realtà quasi sconosciuta in Occidente, quella di un Brasile all'inizio di un percorso democratico difficile e tortuoso, che doveva fronteggiare una situazione economica e sociale assai complicata, gestendo un territorio vastissimo e non omogeneo, in precedenza del tutto disorganizzato, e sul quale inisistevano le aziende in mano alla nobiltà che, in un certo senso, avevano sostituito lo stato e rappresentavano le sole entità organizzate con le quali gli abitanti erano abituati a confrontarsi.
In una situazione del genere, il fenomeno straordinario dell'uomo che possedeva solo una tunica sdrucita ed un paio di sandali, che predicando l'amore di Dio, aveva dimostrato nei fatti che non occorreva nulla di più per vivere e salvarsi l'anima, riuscendo a far convergere a Canudos migliaia di persone adoranti, diventa comprensibile, come si è disposti a comprendere il perché di questa sorta di "follia collettiva" che portò al sacrificio dai 25000 ai 30000 abitanti dell'insediamento. 
Vargas Llosa ambienta una buona parte della narrazione nella casa di Salvador del barone di Canabrava, dove il proprietario  si confronta con il giornalista che assistette alla disfatta di Canudos, ed in realtà l'intero racconto è stato ispirato dal resoconto dei fatti di Euclides de Cunha, giornalista brasiliano che, testimone dell'ultima parte della storia di Canudos, scrisse alcuni articoli e soprattutto il libro Os sertoes, in cui la raccontò. 
La guerra de la fin del mundo è forse il libro migliore di Vargas Llosa, al quale lavorò per diversi anni, dal 1977 al 1980, effettuando accurate ricerche per chiarire i fatti storici, essendo la prima volta che un suo racconto non era ambientato in Perù, suo paese d'origine. Tra l'altro s'era pensato alla sceneggiatura di un film, che poi non si fece. A questo libro, pubblicato nel 1981, lo scrittore è rimasto particolarmente legato, tanto da citarlo per primo nel discorso tenuto in occasione del ritiro del premio Nobel per la letteratura (2010).

⇒(click) Il libro: Mario Vargas Llosa, La guerra del fin del mundo, Alfaguara 2016
Mario Vargas Llosa, La guerra della fine del mondo, Torino, Einuadi, 2008, trad. A. Morino

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