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giovedì 16 aprile 2020

Ambiente e territori. Štanjel (Slovenia). Il cimitero militare austro-ungarico e le due tombe ebraiche






A Štanjel, sul Carso sloveno, un sentiero nascosto, sotto il paese, conduce in una zona verde ed appartata. E' lì che si trova il vecchio cimitero austro-ungarico, fatto costruire, su progetto dell'architetto Joseph Ulrich, già nel corso della prima guerra mondiale, per potervi seppellire i soldati dell'esercito austro-ungarico ed i prigionieri russi morti nel vicino ospedale, allestito nel castello. I lavori si conclusero solo alla fine del conflitto, con la collaborazione dell'architetto Max Fabiani, nato a Kobdilj, il piccolo paese vicino a Štanjel. 
La zona di sepoltura era completata dalla facciata di un tempio a quattro colonne, con frontone, alla quale si accedeva mediante una scalinata monumentale in pietra bianca. I dati relativi al numero di sepolture sono controversi e variano dai 993 dell'Archivio militare di Vienna, ai 1315 delle autorità italiane. Oggi non rimane molto della struttura originaria e moltissime croci sono state rimosse, però rimangono due stele, una delle quali si intravede nella foto che riprende l'intera struttura all'epoca della realizzazione, a segnalare altrettante sepolture ebraiche, perdute nel verde, in un contesto di grande tranquillità e serenità, che originariamente il cimitero non aveva. I due soldati sepolti combatterono su fronti opposti.
Una delle sepolture porta il nome di Dezső Steiner, sottufficiale appartenente al 46° reggimento, morto il 19 agosto 1917, l'altra, quello di Solomon Gershow (Gershon?) Fomin, russo, morto il 13 maggio del 1918. 
Da ricordare ancora che i prigionieri russi parteciparono ai lavori per la costruzione del cimitero. 







(📷 Daniela Durissini. Le foto d'epoca sono tratte dallo spiegone presente in loco)

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