Cima da Conegliano. Satiri (1505-10) |
Giovanni
Battista (Cima) nasce a Conegliano probabilmente tra il 1459 ed il 1460,
dato che nel 1473 compare come Johannes, cimatore, nell'estimo
cittadino e quindi significa che all'epoca aveva raggiunto la
maggiore età, cioè i quattordici anni. Data la scarsità della
documentazione archivistica però, non si può dire con certezza
quanti anni avesse quando vi fu registrato. La sua prima opera certa
è un gonfalone della Scuola dei Calegheri di Conegliano, del 1486.
Nel
1489 firma una pala per la chiesa di San Bartolomeo a Vicenza ed è
probabile che nello stesso anno si sia trasferito a Venezia, nella
contrada di San Luca, aprendo una bottega propria. Nella città
lavora moltissimo, dedicandosi in particolare alle pale d'altare, con
uno stile nuovo e sorprendente, destinato a caratterizzare l'ultimo
scorcio del XV secolo della pittura veneziana, che esalta il
paesaggio, cui dà una connotazione marcatamente poetica, fino ad
allora sconosciuta.
I suoi ispiratori sono Giovanni Bellini e Alvise Vivarini, che a sua volta elabora la lezione di Antonello da Messina, che sembra trasparire anche nell'opera di Cima.
Cima da Conegliano. Sant'Elena (1495) |
I suoi ispiratori sono Giovanni Bellini e Alvise Vivarini, che a sua volta elabora la lezione di Antonello da Messina, che sembra trasparire anche nell'opera di Cima.
I
paesaggi di questo pittore, esaltati anche dalla prosa di Andrea
Zanzotto, poeta che ritrova in essi la propria esperienza sul
territorio, raffigurano gli ambienti veneti, nella serenità delle
valli e dei monti lontani, nella prepotenza del verde che viene
esaltato e distribuito ovunque, negli alberi, nelle acque che corrono; e la natura allora non è più solo sfondo ma diventa quasi
protagonista di alcune delle sue opere più belle.
Cima da Conegliano. Presentazione della Vergine (1500 c.) |
Da
notare anche i viaggi di Cima nel retroterra veneto ed in Emilia,
dove gli vengono commissionate le decorazioni di diversi altari e, se
la documentazione non riesce a restituirci una figura completa
dell'artista, la sua abbondante produzione rappresenta bene il suo
percorso pittorico, pur essendo riconoscibile, in diverse opere, come
ad esempio nei polittici di alcune chiese, l' apporto della bottega.
Nel 1516 è di nuovo a Conegliano, dove muore tra il 1517 ed il 1518.
Cima da Conegliano. San Girolamo nel deserto (1505-1510) |
Nel 1516 è di nuovo a Conegliano, dove muore tra il 1517 ed il 1518.
Secondo
l'opinione di numerosi studiosi, il tratto particolare di Cima da
Conegliano è proprio la rappresentazione del paesaggio, che emerge
con forza nelle sue opere ed è contorno migliore per le figure di
quanto non lo siano, almeno nel primo periodo, gli interni, che
appaiono sacrificarle.
Cima da Conegliano. San Girolamo |
Fondamentali,
per la conoscenza dell'opera di Cima, oltre alla monografia di Peter Humfrey, pubblicata nel 1983, le due mostre di
Treviso e di Conegliano, soprattutto la prima, del 1962, allestita da
Carlo Scarpa, ed alla quale si riferisce Zanzotto, che hanno dato
occasione agli studiosi di confrontarsi sul tema e di identificare le
influenze della e sulla pittura veneta di questo artista.
⇒ (click) Per
una sintesi dell'analisi critica si veda:Luigi Mengazzi, CIMA, Giovanni Battista detto Cima da Conegliano
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti ed osservazioni sono graditi