Sofonisba Anguissola. Autoritratto (1554) |
Sofonisba
nacque probabilmente nel 1531 o nel 1532 a Cremona. Era la
primogenita di una famiglia nobile e piuttosto numerosa. Il padre,
Amilcare, e la madre, Bianca Ponzoni, ebbero altri sei figli, tutti
avviati alla carriera artistica o letteraria, grazie alla
lungimiranza ed all'apertura di vedute del padre che concesse alle
sei figlie un'educazione pari a quella del solo figlio maschio.
Studiò pittura presso lo studio di Bernardino Campi e poi presso
Bernardino Gatti, il Sojaro, dai quali derivò alcuni aspetti del suo
stile che risentì sempre del manierismo cremonese, anche se poi
riuscì ad uscire dagli schemi rigidi iniziali, influenzata
soprattutto dal bresciano Moroni.
Il
padre, convinto sostenitore dell'attività della figlia e del suo
talento, mandò a Michelangelo Buonarroti, tra il 1557 ed il 1558,
alcuni dei primi disegni di Sofonisba e questi li apprezzò al punto
da introdurla nei migliori ambienti artistici dell'epoca. Il Vasari,
che per suo tramite fu ospite degli Anguissola a Cremona, la citò
ammirato nelle sue Vite. Ma ebbe parole di elogio anche dal
Salviati e da Annibal Caro.
Nel
1559 divenne dama di compagnia della regina Elisabetta, moglie di
Filippo II di Spagna, con la quale rimase fino alla morte di questa,
avvenuta nel 1568, lavorando anche come ritrattista di corte.
Sofonisba Anguissola. Infante Isabella Clara Eugenia e Catalina Micaela (1570) |
Ed
il ritratto fu il genere preferito da questa pittrice che seppe
rinnovarsi introducendovi elementi utili a fissare sulla tela non
solo un volto molto fedele al vero, ma anche la personalità e le
inclinazioni del personaggio raffigurato, esattamente come fece con
sé stessa nell'autoritratto che la vede con in mano un libriccino, o
con la madre, nel cui ritratto spiccano lo splendido abito, la bella
ed importante collana e lo zibellino-gioiello, tipico accessorio
cinquecentesco delle nobili dame.
Sofonisba Anguissola. Ritratto della madre (1557) |
Di
notevole interesse anche il paesaggio che fa da sfondo al ritratto di
famiglia, che nella parte più lontana, dipinta nei toni del blu,
risente di qualche influsso della pittura nordica, mentre la
prospettiva rende più intimo il gruppo famigliare, anche grazie ai
colori più caldi ed alla posizione delle figure, vicine, accostate a
due tronchi d'albero da cui pende un drappo, quasi a ricreare un
interno.
Sofonisba Anguissola. Ritratto di famiglia (1557) |
Non
più giovane sposò, nel 1573, il nobile siciliano Fabrizio Moncada,
fratello del viceré, e si trasferì con il marito a Paternò, nel
palazzo della famiglia di lui. Rimase vedova solo cinque anni dopo,
quando il marito morì in mare, a seguito di un assalto dei pirati.
Un anno dopo, nel 1579, si risposò a Pisa, con Orazio Lomellini,
nobile genovese, conosciuto durante un viaggio di ritorno da Palermo
verso la Liguria, interrotto per il maltempo a Livorno. Il nuovo
marito aveva quindici anni meno di lei e Sofonisba lo sposò contro
il volere del fratello e della corte spagnola ma il loro rapporto
durò per tutta la vita. I due vissero a lungo a Genova e la loro
casa fu frequentata da molti intellettuali ed artisti. In tarda età
Sofonisba tornò a Palermo, dove il marito aveva degli interessi, ed
abitò nel quartiere Seralcadio, continuando a dipingere. Morì nel
1625, ultranovantenne e venne sepolta nella chiesa di San Giorgio dei
Genovesi, dove il Lomellini pose una lapide in occasione del
centenario della nascita della moglie.
Sofonisba
aveva smesso di dipingere da qualche anno a causa di una grave
malattia agli occhi ma nel frattempo aveva raggiunto una notevole
fama tanto che Antoon van Dyck, di passaggio a Palermo, per ritrarre
il viceré Emanuele Filiberto di Savoia, aveva voluto incontrarla,
nel 1624, riportandone un'impressione molto lusinghiera ed affermando
che aveva appreso molto di più da una donna ormai cieca che dagli
studi effettuati sui grandi maestri.
⇒(click) Per saperne di più
Sofonisba Anguissola. Le sorelle giocano a scacchi (1555) |
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti ed osservazioni sono graditi