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Gabriela Mistral |
In
questo bel libro, curato da Jaime Quezada, sono raccolti molti
scritti di Gabriela Mistral, pagine sparse, che coprono un lungo arco
di tempo, dalla giovinezza fino agli ultimi, difficili, anni di vita
della grande poetessa cilena.
Gabriela
Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1945, si rivela in
queste pagine, alle volte dirette ad amici, ma non solo, con
sorprendente schiettezza, narrando delle sue modestissime origini e
della sua vita di contadina (“discendo da contadini e sono una di
loro” afferma con fierezza) e di insegnante. Per tutta la vita
Gabriela si sente legata alla terra, che ricorre con frequenza nei
suoi scritti, ed a quei contadini che la fanno fruttare e la
mantengono, con una fatica che lei conosce bene, privati tuttavia di
un adeguato riconoscimento del loro lavoro e dell'opportunità di
accedere all'educazione e quindi alla possibilità di migliorare la
propria vita. E questo è un argomento particolarmente caro
all'autrice, che ha insegnato nelle piccole scuole rurali cilene e
che, avendo sperimentato personalmente la difficoltà di accesso alla
costosissima scuola superiore, si è sempre battuta per la gratuità
dell'educazione pubblica e per offrire ai più poveri un'opportunità
di apprendimento.
Essendo
stata nominata console del Cile fin dal 1932, Gabriela Mistral rimane
fuori dal suo paese per molti anni, facendovi ritorno solo
occasionalmente, ed in queste pagine affiora spesso la nostalgia per i
paesaggi montagnosi della Cordigliera andina, come per quelli del sud
del Cile, dove ha insegnato per qualche anno. Pur detestando il clima
troppo rigido di Punta Arenas, non manca di ricordare la splendida
terra patagonica, con i suoi estremi climatici e fisici e con la sua
straordinaria bellezza.
Memorabili
alcune pagine dedicate al ricordo di una navigazione tra i fiordi
meridionali, ascoltando i racconti dei marinai che evocano avventure
fantastiche vissute nei mari australi.
Di
grande impatto anche la descrizione delle notti sulle montagne del
suo paese, limpide e stellate come non si vedono altrove, delle
nevicate (di particolare effetto la descrizione di un giorno di
“nevada grande” nei pressi dell'Aconcagua), della natura
selvaggia ed autentica del Cile lontano e, paradossalmente,
irraggiungibile, a causa del suo impiego all'estero.
Gabriela Mistral |
L'incarico
di console la porta in Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Brasile,
Messico, spesso pagata troppo poco per poter vivere dignitosamente,
malgrado le conferenze e le lezioni che viene chiamata sempre più
spesso a tenere, man mano che la sua fama si diffonde. Di questi
paesi tuttavia scrive assai poco, mentre in alcune pagine affiora la
delusione per come viene considerata in patria, soprattutto per le
sue prese di posizione politiche, e per le critiche che le vengono
rivolte, alle quali non è forse estranea neppure la nota “guerrilla
letteraria” che in quegli anni vede protagonisti i tre più grandi
poeti cileni, Pablo Neruda, Pablo de Rokha e Vicente Huidobro (lei
spende parole di elogio per quest'ultimo), in un confronto fatto di
gelosie e di invidie, più che di poesia, al quale, il premio Nobel
conferito alla Mistral, tenutasi però sempre accuratamente fuori
dalle “ostilità”, certo dava qualche opportunità di
riaccendersi.
Gli
ultimi scritti sono pervasi dal pessimismo dovuto al peggiorare della
malattia ed alla consapevolezza che la fine ormai vicina l'avrebbe
trovata, con ogni probabilità, lontana dal suo paese.
Nell'insieme non si tratta di un libro di facile lettura per la
complessità dei temi e per la particolarità della scrittura che,
sovente, è quasi poesia, ma è un libro splendido che, più di ogni
biografia, ci fa conoscere la personalità di questa donna
straordinariamente attuale.
Gabriela
Mistral è morta a New York il 10 gennaio del 1957.
⇒Il Libro: Gabriela Mistral, Páginas (perdidas) de la vida mía, a cura di Jaime Quezada, Editorial Mago, 2015 (edizione digitale acquistabile anche su Amazon)
⇒ (click) Biografia di Gabriela Mistral
English version
In
this beautiful book, edited by Jaime Quezada, many writings by
Gabriela Mistral are collected, scattered pages that cover a long
period of time, from youth to the last, difficult years of the great
Chilean poetess.
Gabriela
Mistral, the Nobel Prize for Literature in 1945, is revealed in these
pages, sometimes directed to friends, but not only, with
astonishingly frankness, telling of her modest origins and her peasant life ("l descend from peasants and I am a of them"
affirms proudly) and as a teacher. For the rest of her life, Gabriela
feels bound to the earth, which frequently recurs in her writings,
and to those peasants who make her grow and keep it, with the fatigue
that she knows well, but they are deprived of proper recognition of
their work and of the opportunity to access to education and hence to
the opportunity to improve their lives. And this is a topic
particularly dear to the authoress, who taught in the small rural
Chile schools and who, having personally experienced the difficulty
of accessing the very expensive high school, has always struggled for
the gratuity of public education and to offer the most poor learning
opportunity.
Having
been named Chile's consul since 1932, Gabriela Mistral has been out
of the country for many years, returning only occasionally and in
these pages there is often the nostalgia for the mountainous
landscapes of the Andean Cordillera, as for the southern Chile, where
she taught for a few years. Although she hated the over-rigid climate
of Punta Arenas, she mention of the beautiful patagonian land, with
its climatic and physical extremes and its extraordinary beauty.
Memorable
are the pages dedicated to the memory of sailing through the southern
fjords, listening to the stories of sailors evoking fantastic
adventures in the southern seas.
Of
great impact is also the description of the nights on the mountains
of her country, clear and starry as can not be seen elsewhere, of the
snowfalls (particularly the description of a day of "nevada grande"
near Acconagua), of the wild nature of the far-away Chile,
paradoxically unattainable, due to her employ abroad.
As
a consul she arrive in Italy, France, Spain, the United States,
Brazil, Mexico, often paid too little to be able to live dignitously,
despite the lectures and lessons that she is increasingly called upon
to hold, as her fame spreads. Of these countries, however, writes
very little, while in some pages emerges the disappointment of how
she is considered at home, especially because of her political views
and the criticisms that are addressed to her, to which perhaps is not
extraneous the note " Guerrilla letteraria" which in those
years see protagonists the three greatest Chilean poets, Pablo
Neruda, Pablo de Rokha and Vicente Huidobro (she spends words of
praise for the latter), in a comparison of jealousy and envy, more
than poetry, to which, the Nobel Prize awarded to the Mistral, though
always carefully kept out of "hostility", certainly gave
some opportunity to re-energize.
The
last writings are pervaded by the pessimism due to the worsening of
the illness and the awareness that the near end would probably find
her, far from her country.
Overall,
this is not an easy-to-read book for the complexity of the themes and
for the peculiarities of writing that is often almost poetry, but it
is a splendid book that, more than any biography, tells us about this
woman's personality Extraordinarily current.
Gabriela
Mistral dies in New York on January 10, 1957.
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