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giovedì 15 giugno 2017

Gabriela Mistral. Páginas (perdidas) de la vida mía.

⇓(english version available)



Gabriela Mistral


In questo bel libro, curato da Jaime Quezada, sono raccolti molti scritti di Gabriela Mistral, pagine sparse, che coprono un lungo arco di tempo, dalla giovinezza fino agli ultimi, difficili, anni di vita della grande poetessa cilena.
Gabriela Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1945, si rivela in queste pagine, alle volte dirette ad amici, ma non solo, con sorprendente schiettezza, narrando delle sue modestissime origini e della sua vita di contadina (“discendo da contadini e sono una di loro” afferma con fierezza) e di insegnante. Per tutta la vita Gabriela si sente legata alla terra, che ricorre con frequenza nei suoi scritti, ed a quei contadini che la fanno fruttare e la mantengono, con una fatica che lei conosce bene, privati tuttavia di un adeguato riconoscimento del loro lavoro e dell'opportunità di accedere all'educazione e quindi alla possibilità di migliorare la propria vita. E questo è un argomento particolarmente caro all'autrice, che ha insegnato nelle piccole scuole rurali cilene e che, avendo sperimentato personalmente la difficoltà di accesso alla costosissima scuola superiore, si è sempre battuta per la gratuità dell'educazione pubblica e per offrire ai più poveri un'opportunità di apprendimento.
Essendo stata nominata console del Cile fin dal 1932, Gabriela Mistral rimane fuori dal suo paese per molti anni, facendovi ritorno solo occasionalmente, ed in queste pagine affiora spesso la nostalgia per i paesaggi montagnosi della Cordigliera andina, come per quelli del sud del Cile, dove ha insegnato per qualche anno. Pur detestando il clima troppo rigido di Punta Arenas, non manca di ricordare la splendida terra patagonica, con i suoi estremi climatici e fisici e con la sua straordinaria bellezza.
Memorabili alcune pagine dedicate al ricordo di una navigazione tra i fiordi meridionali, ascoltando i racconti dei marinai che evocano avventure fantastiche vissute nei mari australi.
Di grande impatto anche la descrizione delle notti sulle montagne del suo paese, limpide e stellate come non si vedono altrove, delle nevicate (di particolare effetto la descrizione di un giorno di “nevada grande” nei pressi dell'Aconcagua), della natura selvaggia ed autentica del Cile lontano e, paradossalmente, irraggiungibile, a causa del suo impiego all'estero.



Gabriela Mistral


L'incarico di console la porta in Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Messico, spesso pagata troppo poco per poter vivere dignitosamente, malgrado le conferenze e le lezioni che viene chiamata sempre più spesso a tenere, man mano che la sua fama si diffonde. Di questi paesi tuttavia scrive assai poco, mentre in alcune pagine affiora la delusione per come viene considerata in patria, soprattutto per le sue prese di posizione politiche, e per le critiche che le vengono rivolte, alle quali non è forse estranea neppure la nota “guerrilla letteraria” che in quegli anni vede protagonisti i tre più grandi poeti cileni, Pablo Neruda, Pablo de Rokha e Vicente Huidobro (lei spende parole di elogio per quest'ultimo), in un confronto fatto di gelosie e di invidie, più che di poesia, al quale, il premio Nobel conferito alla Mistral, tenutasi però sempre accuratamente fuori dalle “ostilità”, certo dava qualche opportunità di riaccendersi.
Gli ultimi scritti sono pervasi dal pessimismo dovuto al peggiorare della malattia ed alla consapevolezza che la fine ormai vicina l'avrebbe trovata, con ogni probabilità, lontana dal suo paese.
Nell'insieme non si tratta di un libro di facile lettura per la complessità dei temi e per la particolarità della scrittura che, sovente, è quasi poesia, ma è un libro splendido che, più di ogni biografia, ci fa conoscere la personalità di questa donna straordinariamente attuale.
Gabriela Mistral è morta a New York il 10 gennaio del 1957.

Il Libro: Gabriela Mistral, Páginas (perdidas) de la vida mía, a cura di Jaime Quezada, Editorial Mago, 2015 (edizione digitale acquistabile anche su Amazon)


⇒ (click) Biografia di Gabriela Mistral







English version





In this beautiful book, edited by Jaime Quezada, many writings by Gabriela Mistral are collected, scattered pages that cover a long period of time, from youth to the last, difficult years of the great Chilean poetess.
Gabriela Mistral, the Nobel Prize for Literature in 1945, is revealed in these pages, sometimes directed to friends, but not only, with astonishingly frankness, telling of her modest origins and her peasant life ("l descend from peasants and I am a of them" affirms proudly) and as a teacher. For the rest of her life, Gabriela feels bound to the earth, which frequently recurs in her writings, and to those peasants who make her grow and keep it, with the fatigue that she knows well, but they are deprived of proper recognition of their work and of the opportunity to access to education and hence to the opportunity to improve their lives. And this is a topic particularly dear to the authoress, who taught in the small rural Chile schools and who, having personally experienced the difficulty of accessing the very expensive high school, has always struggled for the gratuity of public education and to offer the most poor learning opportunity.
Having been named Chile's consul since 1932, Gabriela Mistral has been out of the country for many years, returning only occasionally and in these pages there is often the nostalgia for the mountainous landscapes of the Andean Cordillera, as for the southern Chile, where she taught for a few years. Although she hated the over-rigid climate of Punta Arenas, she mention of the beautiful patagonian land, with its climatic and physical extremes and its extraordinary beauty.
Memorable are the pages dedicated to the memory of sailing through the southern fjords, listening to the stories of sailors evoking fantastic adventures in the southern seas.
Of great impact is also the description of the nights on the mountains of her country, clear and starry as can not be seen elsewhere, of the snowfalls (particularly the description of a day of "nevada grande" near Acconagua), of the wild nature of the far-away Chile, paradoxically unattainable, due to her employ abroad.
As a consul she arrive in Italy, France, Spain, the United States, Brazil, Mexico, often paid too little to be able to live dignitously, despite the lectures and lessons that she is increasingly called upon to hold, as her fame spreads. Of these countries, however, writes very little, while in some pages emerges the disappointment of how she is considered at home, especially because of her political views and the criticisms that are addressed to her, to which perhaps is not extraneous the note " Guerrilla letteraria" which in those years see protagonists the three greatest Chilean poets, Pablo Neruda, Pablo de Rokha and Vicente Huidobro (she spends words of praise for the latter), in a comparison of jealousy and envy, more than poetry, to which, the Nobel Prize awarded to the Mistral, though always carefully kept out of "hostility", certainly gave some opportunity to re-energize.
The last writings are pervaded by the pessimism due to the worsening of the illness and the awareness that the near end would probably find her, far from her country.
Overall, this is not an easy-to-read book for the complexity of the themes and for the peculiarities of writing that is often almost poetry, but it is a splendid book that, more than any biography, tells us about this woman's personality Extraordinarily current.
Gabriela Mistral dies in New York on January 10, 1957.

The Book: Gabriela Mistral, Páginas (perdidas) de la vida mía, edited by Jaime Quezada, Editorial Mago, 2015 (digital edition also available on Amazon)


⇒ (click) Gabriela Mistral biography


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