Il mare di Pag (foto Daniela Durissini) |
Già da più notti s'ode ancora il mare
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli delle torri, che l'aprile
sospinge verso la pianura. Già
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
da Salvatore Quasimodo, S'ode ancora il mare,
in Giorno dopo giorno (Milano, Mondadori, 1947)
⇒(click) Il Libro: Salvatore Quasimodo, Giorno dopo giorno (Il libro di trova, usato, nell'edizione del 1960)
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