Monaco. Lenbachhaus. Vassily Kandinsky. ritratto di Gabriele Münter (1905) (📷 Daniela Durissini) |
Dopo
aver frequentato dei corsi presso la Damen Kunstschule di Düsseldorf,
si trasferì a Monaco dove, nel 1902, si iscrisse alla Phalanx
Schule, fondata l'anno prima da Vassily Kandinsky.
Fu proprio un
dipinto di lui, La citta vecchia, che la convinse a prendere
questa decisione che rappresentò una svolta nella sua vita. In breve
tempo infatti, divenne la compagna del maestro e con lui si
confrontò, litigò anche, girò l'Europa, frequentò i gruppi di
artisti delle avanguardie. Kandinsky apprezzava Gabriele, anche se da subito riconobbe l'impossibilità di insegnarle
qualsiasi cosa, riconoscendo il suo talento con queste parole,
peraltro inusuali per l'artista: “Sei un allievo senza speranza,
non ti si può insegnare nulla. Puoi fare solo ciò che è maturato
in te. Tu hai tutto dalla natura”.
Monaco. Lanbachhaus Gabriele Münter. Vassily Kandinsky mentre dipinge un paesaggio (1903) (📷 Daniela Durissini) |
Monaco. Lenbachhaus Alexej e Andreas Jawelensky, Marianne von Werefkin e Gabriele Münter (📷 Daniela Durissini) |
Monaco. Lenbachhaus. Gabriele Münter. La casa russa (1931) (📷 Daniela Durissini) |
Il divario tra le sue opere e quelle del compagno si
faceva sempre più sensibile. Quando Kandisky iniziò ad accostarsi
all'astrattismo lei giudicò i suoi lavori dei passatempi, e non
condivise quell'esperienza, sebbene avesse tentato un approccio in
talune opere che rimarranno marginali. Lui ovviamente dissentiva e
non riusciva ad accettare le critiche della compagna che accusava di
non comprendere i suoi pensieri artistici, perché troppo innovativi.
Monaco. Lenbachhaus Gabriele Münter. Astratto, studio (1918) (📷 Daniela Durissini) |
Nel
frattempo lo stile di Gabriele andava definendosi nella maturità dei
suoi lavori, i paesaggi, le straordinarie nature morte ed i ritratti
riescono a comunicare la capacità dell'artista di trovare un
equilibrio tra i consueti filoni narrativi e le nuove tecniche
derivanti dal contatto con le avanguardie.
In quel periodo Kandinsky,
che era stato un esponente di spicco della NKVM (Neue
Künstlervereinigung München), avendo
visto rifiutato un suo quadro per un'esposizione, abbandonò
l'associazione e fondò il Blaue Reiter, assieme a Franz Marc, Alexej
von Jawelensky, August Macke. L'origine del nome è curioso perché
unisce la passione per il colore blu di Kandinsky, alla passione per
i cavalli di Marc.
Monaco. Lanbachaus Gabriele Münter. Paesaggio bavarese con fattoria isolata (1910) Dipinto su vetro (📷 Daniela Durissini) |
Il
gruppo di artisti organizzò delle mostre e pubblicò, nel 1912, un
Almanacco, nel quale furono presentati i nuovi orientamenti
artistici basati principalmente sul tentativo di comunicare emozioni,
mediante l'uso spregiudicato dei colori, la dissoluzione della
narrazione, e della partizione dello spazio. In altre parole la scena
classica si frantuma, si dissolve e lascia il posto a qualcos'altro,
qualcosa che è destinato a provocare ed a condividere emozioni. In
una mostra, organizzata dal gruppo nel 1911, Gabriele partecipò con
alcune sue opere.
Allo
scoppio della guerra Gabriele e Kandinsky andarono in Svizzera e lui,
poi, in Russia, dove incontrò colei che divenne la sua seconda
moglie, Nina Andreevkaja. Nel 1916 avvenne la rottura definitiva di
un rapporto concluso da tempo. Lei, addolorata dal fatto di aver
avuto l'impressione di essere stata comunque considerata non per il
suo lavoro ma come la compagna di Kandinsky, una sua “appendice
insignificante”, smise di dipingere per diversi anni.
Nel 1928
incontrò il critico d'arte Johannes Eichner, che divenne il suo
nuovo compagno. Nel 1937 il nazismo proibì l'esposizione delle sue
opere. Nel 1956 ricevette il premio della Cultura della città di
Monaco. Morì a Murnau nel 1962.
Monaco. Lenbachhaus Gabriele Münter. Donna in poltrona che scrive (1929) (Stenografia. Donna svizzera in pigiama) (📷 Daniela Durissini) |
Durante
la seconda guerra mondiale Gabriele protesse, conservandoli nella
casa di Murnau, i quadri che Kandisnsky le aveva lasciato e per la
restituzione dei quali le aveva intentato una lunga causa,
fortunatamente persa. Così ora sono conservati presso il Museo Lenbachhaus di Monaco, ai quali la Münter li donò, assieme a molti altri lavori suoi e degli amici che avevano partecipato al movimento del Cavaliere azzurro, nel 1957, in occasione del suo ottantesimo compleanno.
⇒(click) Il libro: Isabelle Jansen, Gabriele Münter (1877-1962). Painting to the Point, Münche, London, New York, Prestel, 2017.
⇒(click) Il libro: Isabelle Jansen, Gabriele Münter (1877-1962). Painting to the Point, Münche, London, New York, Prestel, 2017.
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