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venerdì 17 gennaio 2020

I protagonisti. Gabriele Münter

Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lenbachhaus. Vassily Kandinsky. ritratto di Gabriele Münter (1905)
(
📷 Daniela Durissini)
Gabriele Münter nacque a Berlino, nel 1877, in un'epoca quindi che non concedeva troppo alle donne, specialmente a coloro che rivelavano, come lei, fin da ragazze, una certa propensione a voler vivere le propria vita da persone indipendenti ed a voler seguire i propri interessi e le proprie passioni, al di fuori dei rigidi schemi che la società dell'epoca aveva costruito. Ebbe fortuna però, Gabriele, poiché, a differenza di altre sue coetanee che avevano dovuto cedere alle esigenze della famiglia e della casa, poté dedicarsi, con il pieno appoggio dei genitori, alla pittura, che coltivò fin da giovanissima.
Dopo aver frequentato dei corsi presso la Damen Kunstschule di Düsseldorf, si trasferì a Monaco dove, nel 1902, si iscrisse alla Phalanx Schule, fondata l'anno prima da Vassily Kandinsky. 

Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lenbachhaus.
Vassily Kandinsky. Gabriele Münter mentre dipinge (1903)
(📷 Daniela Durissini)
Fu proprio un dipinto di lui, La citta vecchia, che la convinse a prendere questa decisione che rappresentò una svolta nella sua vita. In breve tempo infatti, divenne la compagna del maestro e con lui si confrontò, litigò anche, girò l'Europa, frequentò i gruppi di artisti delle avanguardie. Kandinsky apprezzava Gabriele, anche se da subito riconobbe l'impossibilità di insegnarle qualsiasi cosa, riconoscendo il suo talento con queste parole, peraltro inusuali per l'artista: “Sei un allievo senza speranza, non ti si può insegnare nulla. Puoi fare solo ciò che è maturato in te. Tu hai tutto dalla natura”.

Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lanbachhaus
Gabriele Münter. Vassily Kandinsky mentre dipinge un paesaggio (1903)
(
📷 Daniela Durissini)
Durante i primi anni della loro relazione viaggiarono molto, furono in Italia e in Francia, dove vissero per quasi un anno, in Germania, a Berlino, prima di tornare a Monaco. Nel frattempo Gabriele aveva potuto organizzare, proprio a Parigi, la prima mostra, ma il confronto con il compagno era continuo e spesso carico di tensioni. Lo stesso Kandinsky ammise più tardi che il carattere di Gabriele non poteva andar d'accordo con il suo e che lui, del resto, non era disposto a cedere su nulla. Lei, appresa dal maestro la tecnica, elaborò ben presto uno stile personale, e se, all'inizio, le loro opere furono abbastanza vicine, con l'andar del tempo i due presero strade decisamente differenti. Ma lei seppe seguire la sua con coraggio e determinazione, non si fece influenzare, e riuscì ad elaborare un proprio percorso artistico che la distinse decisamente da quello del compagno. Nel 1908 i due acquistarono una casa a Murnau e vi trascorsero diversi periodi in compagnia di amici ed artisti tra i quali furono particolarmente assidui  Alexej von Jawelensky e Marianne von Werefkin. 


Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lenbachhaus
Alexej e Andreas Jawelensky, Marianne von Werefkin e Gabriele Münter
(
📷 Daniela Durissini)
Si trattava di due artisti di notevole spessore e dal confronto con loro, con le loro idee e le loro opere, Gabriele riuscì a trarre ispirazione per i suoi successivi lavori che, come lei stessa ebbe modo di ricordare, erano frutto di un'espressione artistica a lei congeniale che l'aveva guidata nella scelta di “una più immediata azione cromatica e una figurazione più sintetica e concentrata”.

Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lenbachhaus. Gabriele Münter. La casa russa (1931)
(
📷 Daniela Durissini)
Il divario tra le sue opere e quelle del compagno si faceva sempre più sensibile. Quando Kandisky iniziò ad accostarsi all'astrattismo lei giudicò i suoi lavori dei passatempi, e non condivise quell'esperienza, sebbene avesse tentato un approccio in talune opere che rimarranno marginali. Lui ovviamente dissentiva e non riusciva ad accettare le critiche della compagna che accusava di non comprendere i suoi pensieri artistici, perché troppo innovativi.

Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lenbachhaus
Gabriele Münter. Astratto, studio (1918)
(
📷 Daniela Durissini)
Nel frattempo lo stile di Gabriele andava definendosi nella maturità dei suoi lavori, i paesaggi, le straordinarie nature morte ed i ritratti riescono a comunicare la capacità dell'artista di trovare un equilibrio tra i consueti filoni narrativi e le nuove tecniche derivanti dal contatto con le avanguardie.


Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lanbachaus
Gabriele Münter. Paesaggio bavarese con fattoria isolata (1910)
Dipinto su vetro (
📷 Daniela Durissini)
In quel periodo Kandinsky, che era stato un esponente di spicco della NKVM (Neue Künstlervereinigung München), avendo visto rifiutato un suo quadro per un'esposizione, abbandonò l'associazione e fondò il Blaue Reiter, assieme a Franz Marc, Alexej von Jawelensky, August Macke. L'origine del nome è curioso perché unisce la passione per il colore blu di Kandinsky, alla passione per i cavalli di Marc.
Il gruppo di artisti organizzò delle mostre e pubblicò, nel 1912, un Almanacco, nel quale furono presentati i nuovi orientamenti artistici basati principalmente sul tentativo di comunicare emozioni, mediante l'uso spregiudicato dei colori, la dissoluzione della narrazione, e della partizione dello spazio. In altre parole la scena classica si frantuma, si dissolve e lascia il posto a qualcos'altro, qualcosa che è destinato a provocare ed a condividere emozioni. In una mostra, organizzata dal gruppo nel 1911, Gabriele partecipò con alcune sue opere.
Allo scoppio della guerra Gabriele e Kandinsky andarono in Svizzera e lui, poi, in Russia, dove incontrò colei che divenne la sua seconda moglie, Nina Andreevkaja. Nel 1916 avvenne la rottura definitiva di un rapporto concluso da tempo. Lei, addolorata dal fatto di aver avuto l'impressione di essere stata comunque considerata non per il suo lavoro ma come la compagna di Kandinsky, una sua “appendice insignificante”, smise di dipingere per diversi anni. 


Lenbachhaus Monaco
Monaco. Lenbachhaus
Gabriele Münter. Donna in poltrona che scrive (1929)
(Stenografia. Donna svizzera in pigiama)
(
📷 Daniela Durissini)
Nel 1928 incontrò il critico d'arte Johannes Eichner, che divenne il suo nuovo compagno. Nel 1937 il nazismo proibì l'esposizione delle sue opere. Nel 1956 ricevette il premio della Cultura della città di Monaco. Morì a Murnau nel 1962.
Durante la seconda guerra mondiale Gabriele protesse, conservandoli nella casa di Murnau, i quadri che Kandisnsky le aveva lasciato e per la restituzione dei quali le aveva intentato una lunga causa, fortunatamente persa. Così ora sono conservati presso il Museo Lenbachhaus di Monaco, ai quali la Münter li donò, assieme a molti altri lavori suoi e degli amici che avevano partecipato al movimento del Cavaliere azzurro, nel 1957, in occasione del suo ottantesimo compleanno. 

⇒(click) Il libro: Isabelle Jansen, Gabriele Münter (1877-1962). Painting to the Point, Münche, London, New York, Prestel, 2017.

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