Biotopo naturale delle Noghere (foto Daniela Durissini) |
Questa storia ha inizio nell'anno mille, quando il Rio Ospo, dal corso breve, che bagnava le campagne della Valle delle Noghere (il nome deriva dal ladino Nujara, albero di noce) iniziò ad interrarsi ed a creare una zona paludosa non lontana dalla foce. Si pensò allora di creare delle saline, dato che il commercio del sale risultava, a quel tempo, assai redditizio. Nel medioevo ce n'erano un po' dovunque, lungo la costa istriana e presso Trieste, e davano da vivere a molte persone. Quelle della valle dove correva il Rio Ospo furono dismesse nel 1827 e la natura pian piano le ricoprì, creando una zona a paludi e canneti.
Negli anni '50 del secolo scorso questi terreni vennero sfruttati dall'industria ed inquinati con rifiuti di ogni genere. Una fabbrica di laterizi produsse degli scavi notevoli per ricavare l'argilla, sulla parte sinistra orografica del Rio Ospo e, quando fu dismessa, lasciò delle profonde buche, alcune delle quali furono coperte, altre furono adoperate come discarica.
Grazie all'interessamento di un gruppo di appassionati ambientalisti e del Comune di Muggia, e con il finanziamento del Fondo Trieste, nel 2001 venne istituita l'area protetta del Biotopo naturale regionale delle Noghere, ma ci sono voluti ancora parecchi anni per l'esecuzione dei lavori necessari alla fruizione dell'area.
Oggi le buche, ripulite e ripristinate, sono occupate da stagni formatisi naturalmente, che ospitano pesci ed anfibi. Numerosi anche i rettili e gli uccelli, tra i quali si contano anche alcune specie migratorie. Una vera oasi di tranquillità, dove si può camminare, seguendo i sentieri che collegano gli stagni, sentendo ancora gracidare le rane.
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