Tra Sebenico e Spalato incontriamo l'antica Trogir, la Traù veneziana. La città, fondata dai coloni greci di Issa, l'odierna Vis, nel III secolo a.C., fu conquistata dai romani che non riuscirono a modificare del tutto il vecchio impianto urbanistico, per cui oggi la piazza principale corrisponde all'agorà, ma che, al tempo di Claudio, vi fecero trasferire i veterani, che costruitono un oppidum in marmo, celebrato da Plinio il Vecchio. Posizione strategica, quella di Trogir, su un'isoletta, oggi unita alla terraferma da un ponte, protetta da un'isola più grande, Ciovo, anch'essa collegata oggi mediante un ponte, che tuttavia richiese a Venezia la realizzazione di un forte, che il tempo non ha risparmiato, oggetto di un recente restauro, e di una torre, a difesa dello stretto canale che separava l'isola dalla costa.
Varcando la porta di terraferma che si apre su uno dei pochi tratti superstiti delle antiche mura, si cammina lungo gli stretti vicoli lastricati in pietra chiara, e si arriva alla piazza della cattedrale, dove si trovano anche la loggia e la torre dell'orologio. La costruzione della chiesa fu iniziata nel XII secolo e portata a termine in quello successivo, mentre il campanile fu aggiunto nel XV secolo. Ma la meraviglia dell'edificio è il portale, che si deve al maestro Radovan, che ha firmato la sua opera, completata nel 1240, nella lunetta e che rappresenta una delle opere di maggior pregio del romanico su questa sponda dell'Adriatico. Tuttavia le sorprese di Trogir non si esauriscono negli edifici più conosciuti e visitati ma vanno scoperte camminando a lungo negli stretti vicoli, tra le antiche case in pietra, le cui facciate mostrano sorprendenti finestre, decorazioni e stemmi.
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