Erzelj. Chiesa di San Michele. Bassorilievo (foto Daniela Durissini) |
Il
tabor di Erzelj, sul Carso sloveno, è posto su un'altura sovrastante
il paese, in un'eccezionale posizione dalla quale si domina tutta la
valle del Vipacco.
Fa parte di una straordinaria rete di
fortificazioni spontanee, sorte nei secolo XV-XVI, per difendere le
popolazioni dalle scorrerie dei Turchi che percorrevano le valli
diretti verso le campagne Friulane. All'avvicinarsi del nemico gli
abitanti delle zona correvano a rifugiarsi entro il perimetro del
tabor, portando con sé quel poco che potevano trasportare ed
attendendo, protetti dalle mura di difesa, che però non avrebbero
resistito ad un assedio, il veloce passaggio degli uomini a cavallo.
Questi per lo più si limitavano a razziare le case e le campagne
poste lungo il loro passaggio, non essendo quelli i loro obiettivi di
conquista, e perciò, dopo poco tempo, i contadini potevano
abbandonare il tabor e far ritorno alle loro abitazioni ed alle loro
occupazioni usuali. Avevano forse perso qualche animale o parte delle
provviste, ma avevano salvato la vita.
Erzelj. Chiesa di San Michele (foto Daniela Durissini) |
La
chiesa, posta entro le mura, aveva una funzione di protezione e di
aggregazione.
Il
tabor di Erzelj, a differenza di molti altri, poteva usufruire di un
valido sistema di raccolta delle acque piovane e, poco lontano, di
una sorgente alla quale si poteva accedere senza allontanarsi troppo.
Salendo
dal paese alla cima dell'altura si incontra una prima chiesa,
dedicata a san Lorenzo, mentre la chiesa di san Michele (eretta alla
fine del XIII secolo e più volte rimaneggiata) si trova proprio in
vetta al colle. Sul campanile, a pianta quadrata, è posto un
interessante bassorilievo raffigurante san Michele che pesa le anime
dei defunti e, sotto alla bilancia, il diavolo, pronto a carpire
quelle condannate (XV secolo).
Erzelj. Chiesa di San Michele. Particolare del bassorilievo (foto Daniela Durissini) |
La raffigurazione è molto interessante, poiché in questo contesto è piuttosto rara, mentre è assai più diffusa la rappresentazione dell'uccisione del drago.
Nello
specifico della rappresentazione iconografica san Michele appare
nell'atto di pesare le anime su una bilancia che, spesso, viene
abbassata furtivamente dal demonio con l'intento di accaparrarsi
un'anima in più, mentre l'arcangelo con la spada lo allontana.
L'immagine
della pesa delle anime si ritrova già nell'antico Egitto, dove la
psicostasi rappresenta uno dei momenti salienti del passaggio
all'aldilà, allorché Anubi conduce il defunto verso la bilancia
che, pesando il suo cuore, e mettendolo a confronto con una piuma,
stabilisce il passaggio alla vita eterna o la definitiva condanna e
la caduta nelle fauci di Ammit, creatura mostruosa che lo divorerà.
Questa
rappresentazione sembra attraversare quasi inalterata i secoli e le
religioni, la si ritrova infatti anche nello zoroastrismo e
nell'antico testamento. Nel cristianesimo l'operazione della pesa
delle anime viene assunta da san Michele, altre volte rappresentato
come un guerriero che con la lancia colpisce il drago o, soprattutto
in epoca paleocristiana e bizantina, come guaritore degli infermi,
vestito in questo caso con abiti da dignitario di corte.
Ed
è interessante notare che come la raffigurazione della pesa delle
anime percorre i secoli e le religioni, così anche la figura stessa
di san Michele, sembra derivare, almeno in parte, da quella di
Mitra-Sole, le cui funzioni però sono arricchite dal quella
mediatrice di Hermes-Mercurio, il che spiega la collocazione della
festa nel periodo immediatamente successivo all'equinozio autunnale,
cioè il 29 settembre. Tutte le religioni del Libro riconoscono una
funzione primaria a Michele.
Erzelj. Chiesa di San Michele. Particolare del bassorilievo (volto di San Michele) (foto Daniela Durissini) |
Tornando
alla rappresentazione iconografica specifica della pesa d'anime si
ricorda che anche a Mitra era attribuita la funzione di separazione
degli uomini malvagi da quelli buoni, che avrebbe dovuto esercitare
alla fine del ciclo cosmico, e che tale funzione era analoga a quella
del greco Hermes.
Qui,
sul campanile della chiesa di Erzelj, si vede un san Michele in abiti
nobiliari, che regge la bilancia ed impugna una lancia. Il demonio,
in basso, creatura mostruosa dall'enorme bocca, quasi fuori dalla
cornice della rappresentazione, tenta di afferrare la bilancia.
Curiosamente,
un affresco più recente (XVIII sec.), all'interno della chiesa,
raffigura un san Michele molto diverso, che riunisce in sé molte
delle caratteristiche in genere rappresentate singolarmente.
L'arcangelo qui dispiega le ali bianche, indossa un'armatura, impugna
la spada con la quale deve colpire il demonio, ma in una mano ha
anche una piccola bilancia.
Erzelj. Chiesa di San Michele. Affresco (foto Daniela Durissini) |