Ricostruzione del castelliere di San Canziano (foto Daniela Durissini) |
Al
di là dell'importanza scientifica e turistica delle celebri grotte
nelle quali scorre il fiume Timavo, San Canziano (Škocjan)
sul Carso Sloveno, è una località storicamente interessante che
porta i segni evidenti di una continuità abitativa che ebbe inizio
dalla preistoria. Il breve itinerario che conduce dal centro del
paese al vicino borgo di Betanja offre la possibilità di riconoscere
queste importanti evidenze. Una serie di cartelli bilingui
(sloveno/inglese) accompagna il percorso che si snoda lungo
carrarecce e stradine secondarie, partendo dall'area dello stagno, un
tempo usato per l'abbeveraggio degli animali ed oggi riattato al solo
scopo esplicativo dell'attività di allevamento un tempo praticata in
zona ed ora, a dire il vero, in netto recupero.
Tutta
l'area di San Canziano è estremamente ricca di importanti siti
archeologici. Le prime tracce della presenza umana risalgono a 5000
anni or sono. Nelle grotte Tominčeva Jama e Roška špilja, due
importanti siti archeologici ipogei, si sono trovati reperti
risalenti all'età del rame ed alla prima età del bronzo, alcuni dei
quali inusuali per la cultura locale ed evidentemente portati da
località lontane, il che ha orientato gli studiosi verso l'ipotesi
di una frequentazione di tipo cultuale dell'area. San Canziano,
doveva essere già allora un luogo di pellegrinaggio, legato senza
dubbio alla presenza delle acque del fiume che si inabissa
misteriosamente nelle profondità della terra (per uscire poi in mare
a San Giovanni di Duino), e come tale era anche un luogo di scambio
di merci ed una località ricca, rispetto a quelle circostanti.
Tabella esplicativa del percorso (foto Daniela Durissini) |
A
conferma di questa teoria si sono trovati sul fondo della Velika jama
na Prevali o Mušja jama, formata da un pozzo di più 50 metri, resti
di armi, ma anche di vasellame in bronzo, databili dal XII all'VIII
secolo a.C., provenienti sia dalla zona mediterranea che da quella
pannonica, gettate nell'abisso a seguito di pratiche rituali.
Un'importante
necropoli è stata trovata sotto Brežec, con più di trecento
sepolture, alcune delle quali datate fin dall'XI secolo a.C. e
contenenti corredi funerari in ferro, mentre all'epoca questo
meteriale era assai poco diffuso nell'Europa centrale. La maggior
parte delle sepolture sono comprese tra il IX e l'VIII secolo.
Sepolture
sono state trovate anche presso la Okostna jama, ed in una di queste
è stata rinvenuta una situla bronzea con un'iscrizione che, per la
precocità della datazione (IV secolo a.C.) viene ricollegata alle
pratiche cultuali della zona.
Risalendo
il colle alle spalle dell'abitato ci si trova nel sito dove furono
rinvenuti i resti di un castelliere, villaggio fortificato, posto
sulla sommità dell'altura e circondato da mura di difesa realizzate
in pietra. Accanto al lato meridionale della cinta muraria è stato
trovato un deposito contenente il cosiddetto tesoretto di San
Canziano, composto da collane, bracciali, ciondoli, databili al V
secolo a.C..
Tabella esplicativa (foto Daniela Durissini) |
Sulla
cima del colle si trova la ricostruzione di una casa in pietra con un
tetto in paglia usato anticamente e sostituito in seguito, laddove la
presenza del materiale lapideo lo rese possibile, dal classico tetto
in pietra. L'edificio ospita un piccolo museo etnografico.
Museo etnografico (foto Daniela Durissini) |
Ancor più
avanti un altro stagno e, di fronte, un'apertura nel muro che
delimita la strada e che consente di affacciarsi in tutta sicurezza
sulla profonda fenditura che giunge fino alla caverna dove scorre il
Timavo poco prima di inabissarsi. Il paese infatti, che conserva
ancora l'impianto medievale, è stato costruito sul ponte naturale
che separa le due grandi caverne in cui scorre il fiume.
Fenditura verso il Timavo (foto Daniela Durissini) |
La
profonda fenditura della roccia misura 90 metri ed è larga 22 metri.
Poco
più avanti la chiesa, di origini antiche, ma ristrutturata nel corso
dei secoli XVII e XIX.
Di
grande interesse la titolazione a San Canziano, che corrisponde a
quella di molte altre chiese della zona e che è strettamente legata
alla presenza delle acque.
Chiesa di San Canziano (foto Daniela Durissini) |
Scendendo
si arriva al piccolo abitato di Betanja, che presenta edifici rurali
chiusi e cinti da mura, con cortile interno e pozzo centrale.
L'edificio di questo tipo costituiva un nucleo autonomo e
autosufficiente ed alla casa principale affiancava, piccole
dipendenze rustiche per il ricovero di animali ed attrezzi. Uno di
questi edifici conserva ancora la tipica copertura in pietra.
Betanja. Edificio con copertura in scandole di pietra (foto Daniela Durissini) |
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