Disegno relativo ad un mulino sul Timavo (da una tabella segnaletica) (foto Daniela Durisini) |
Anticamente,
lungo il corso del fiume Timavo, in sloveno Reka, sono sorti numerosi
mulini e segherie. Le ruote in legno mosse dalle acque del fiume
avviavano gli ingranaggi che muovevano le grosse macine per le
granaglie oppure le seghe.
Il
fiume garantiva la possibilità di un'attività per buona parte
dell'anno e le rive offrivano lo spazio necessario per la costruzione
degli edifici e per la realizzazione dei canali che deviavano le
acque verso le ruote. Uno di questi mulini sorgeva già nella forra
che precede le grotte ed oggi si possono vedere i resti dell'edificio
e delle opere annesse. L'attività di molitura era così presente
nella zona che la valle era conosciuta come “Valle dei mulini”.
Le
macine in pietra arrivavano dal Tirolo ed erano ricercate per la
buona qualità della pietra impiegata nella loro realizzazione. Gli edifici erano in genere semplici e di dimensioni modeste, costruiti in pietra, con tetto anch'esso in pietra.
Cartello esplicativo sul percorso didattico del Timavo (foto Daniela Durissini) |
I mugnai dovevano lavorare sodo, non solo al mantenimento del mulino, ma anche sul letto del fiume e in alcuni
punti, dove si formavano degli inghiottitoi e l'acqua si inabissava
invece di scorrere in superficie, provvidero ad otturare i fori con
pietre e legna.
Inoltre
occorreva effettuare una manutenzione continua del complesso sistema
costituito dai canali, dalle dighe costruite per deviare parte delle
acque del fiume, e dei meccanismi che muovevano le ruote che a loro
volta facevano muovere le macine o le seghe. Lavoro sovente
vanificato dalle frequenti piene del fiume che danneggiava i
manufatti.
Schema di mulino ad acqua (tradizionalemondin) |
Il lavoro del mugnaio insomma richiedeva esperienza e
tenacia ed una preparazione tecnica che le famiglie si tramandavano
di generazione in generazione.
Tuttavia
non furono solo i danni provocati dalle acque ma anche il declino
dell'attività, sempre meno richiesta, di fresatura e taglio, ed
anche di quella di molitura a far sparire, ad uno ad uno i mulini
della valle del Timavo.
Un
patrimonio culturale importantissimo, andato perduto in anni
relativamente recenti (alcuni mulini erano attivi ancora alla metà
del secolo scorso).
Oggi alcuni
edifici sono stati recuperati a scopo turistico, i resti dei mulini (e tutto ciò che ricorda questa attività) sono considerati monumento culturale e sono stati inseriti in un percorso didattico lungo il fiume.
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