Porto fluviale di Aquileia (foto Daniela Durissini) |
Aquileia,
città portuale, nonostante non sorgesse direttamente sul mare, al
quale tuttavia era collegata attraverso canali ed attraverso il fiume
Natisone-Torre, che scorreva accanto alle mura cittadine, in età
giulio-claudia era dotata di ottime strutture per l'approdo, venute
alla luce grazie agli scavi archeologici effettuati negli anni Trenta
del secolo scorso.
Tuttavia
sembra probabile che alcune strutture esistessero già
precedentemente, in età repubblicana.
L'alveo
del fiume, oggi interrato, era allora ampio 48 metri e le banchine,
come la maggior parte delle strutture attinenti all'attività del
porto, sorgevano sulla sponda destra orografica. Sulla sinistra
invece, è stato messo in luce un muro in blocchetti di pietra,
interrotto da gradinate che scendevano all'acqua.
Camminando
lungo il viale che affianca gli scavi si possono individuare
chiaramente le banchine rivestite nella parte superiore con lastre
verticali di calcare d'Istria, sopra le quali si notano gli ormeggi,
mentre più in basso è stato individuato quello che si ritiene fosse
un piano di carico inferiore.
Banchine con scalinate (foto Daniela Durissini) |
Dalle
banchine si dipartono tre passaggi lastricati che corrispondono a tre
decumani cittadini. Due di questi sono costituiti da delle rampe
spezzate, mentre il terzo e più meridionale, è gradinato. Esso
corrisponde al decumano di Aratria Gallia, che prese il nome da colei
che ne finanziò la realizzazione. Da questo punto in poi la banchina
appare realizzata in modo molto diverso ed è probabile che possa
essere datata ad un periodo successivo a quello in cui fu realizzato
il settore precedente.
In
una posizione arretrata rispetto alle banchine sono stati rinvenuti i
resti di un edificio inizialmente individuato come magazzino ma con
più probabilità un portico, destinato allo scarico ed allo smaltimento delle merci.
Porto fluviale di Aquileia. Banchine (foto Daniela Durissini) |
Nel
corso del III secolo d.C., probabilmente nel 238, allorché
Massimino il Trace cinse d'assedio la città, furono erette alcune
opere di difesa che in parte vennero a sovrapporsi alle banchine del
porto. Si fece ampio ricorso al materiale lapideo già esistente in
loco. Le scalinate furono sbarrate per la necessità di chiudere un
facile accesso al cuore della città. Il porto fu ancora utilizzato
ma agli accessi al fiume furono difesi per mezzo di torrioni
rettangolari. Una cinta difensiva venne eretta nella parte più
meridionale del porto, di cui costituì il muro di sponda. Nel corso
di un successivo assedio, avvenuto nel 361 d. C., le opere di difesa
furono rinforzate per mezzo di due torrioni circolari, ma sembra che
in quell'occasione gli assedianti avessero deviato il fiume,
contribuendo così all'interro, già in atto naturalmente, dello
stesso, il che spiegherebbe la realizzazione di pontili utili a
raggiungere le imbarcazioni ormeggiate al largo e l'utilizzo di pali
per il contenimento delle rive.
Porto romano di Aquileia. Elemento decorativo (foto Daniela Durissini) |
Gli
scavi più importanti vennero condotti negli anni compresi tra il
1926 ed il 1931 dalla direzione del Museo Archeologico aquileiese. La
passeggiata archeologica è stata realizzata nel 1934. Nel corso
degli anni sono stati rinvenuti, in località Monastero, poco a nord
del porto fluviale, tre ponti che attraversavano il corso del fiume
Natisone.
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