In
una libreria di Santiago ho trovato il libro di Faride Zerán La
guerrilla literaria (Debolsillo,
2010), che rievoca la nota disputa, protrattasi per molti anni, tra i
tre maggiori poeti cileni del secolo scorso: Pablo
de Rokha, Vicente Huidobro e Pablo Neruda. Il libro ha avuto già
diverse edizioni e viene riproposto ancora una volta, dato l'interesse suscitato
dall'argomento, che sembra sia più attuale che mai.
L'autrice,
cilena di Puerto Natales, è una nota giornalista e scrittrice, che ha
vissuto sulla propria pelle le conseguenze del golpe militare di
Pinochet del 1973, dovendo lasciare il Cile, dapprima per l'Argentina
e poi per il Venezuela. Rientrata in Cile, ha ricevuto il premio
nazionale per il giornalismo nel 2007.
Faride Zerán (foto Michelle Bachelet) |
Il
racconto, a tratti un po' ripetitivo, narra di come De Rokha,
Huidobro e Neruda presentassero personalità molto diverse tra loro,
che si scontrarono per il diverso approccio con la poesia, per
gelosia e per questioni politiche; del resto ripetitivi, nelle loro
continue schermaglie che caratterizzarono questa pervicace
“guerriglia”, erano anche i tre personaggi di cui si tratta. E la
cosa non si limitò a loro, ma i contrasti, anche gravi, alle volte
con scene pubbliche violente, coinvolsero il partito comunista,
all'interno del quale si prese posizione per l'uno o per l'altro,
provocando così delle divisioni che certo, fa capire l'autrice, non
furono d'aiuto nel momento in cui sarebbe stata necessaria un'unità
maggiore, di fronte ai fatti drammatici che interessarono il paese in
quegli anni.
La
disputa, non coinvolse l'altro grande personaggio del periodo,
Gabriela Mistral (1889-1957), premio nobel per la letteratura nel
1945, che non volle mai entrarvi, ma durò fino alla morte degli
autori coinvolti, e si lasciò dietro una scia di polemiche mai
sopite tra i seguaci delle tre diverse fazioni.
Gabriela Mistral |
Vicente
Huidobro (1893-1948) apparteneva ad una famiglia molto agiata ed
aveva avuto la possibilità di completare gli studi presso
l'Università del Cile.
Vicente Huidobro |
Successivamente era andato in Europa,
dapprima a Madrid, poi a Parigi, dov'era venuto in contatto con le
avanguardie, rappresentate, all'epoca, da Picasso, Mirò, Ernst e
molti altri. Si era formato così un gusto molto diverso da quello
degli altri due poeti, dai quali fu sempre considerato un ricco
borghese che si poteva permettere di giocare con la poesia. In realtà
Huidobro, tra i tre, era la personalità maggiormente formata, a
contatto non solo con le avanguardie parigine, ma con tutto un
ambiente culturale di grande stimolo che, nei primi anni trenta del
Novecento, si muoveva tra l'Italia, la Spagna e, appunto, la Francia.
Sempre a favore del Partito Comunista, combatté in Spagna nel corso
della guerra civile.
Pablo
de Rokha, pseudonimo di Carlos Diaz Loyola (1895-1968), non era stato
ugualmente fortunato.
Pablo de Rokha (foto Pelea de Perro) |
Nato in una famiglia agiata e assai numerosa,
aveva completato gli studi superiori ma non aveva finito
l'Università. Dedicatosi molto presto alla poesia, era stato
nominato, dal presidente Juan Antonio Rios, ambasciatore culturale del Cile in America, ed aveva viaggiato molto per questo suo incarico
ma, essendo riconosciuto come comunista, il nuovo presidente, Videla,
lo aveva costretto all'esilio, durato fino al 1949. La moglie Winett,
poetessa di notevole valore, era morta poco tempo dopo, nel 1951.
Winett de Rokha |
Nel
1955 la polemica già latente con Neruda era stata resa palese dal
suo saggio Neruda y yo,
nel quale rivolgeva pesanti accuse di plagio al suo antagonista,
affermando tra l'altro che questi si era reso colpevole di aver
ingannato il popolo con la sua opera assai poco sincera, per non dire
del tutto falsa, per ciò che esprimeva nei riguardi dei lavoratori.
In realtà de Rokha era sicuramente geloso di Neruda e del successo
che questi, secondo il suo parere del tutto immeritatamente,
otteneva. Ed è forse vero che, parte della popolarità di
quest'ultimo era dovuta alle sue frequentazioni e soprattutto al suo
atteggiamento meno militante e meno oltranzista di quello dello
stesso de Rokha, che indubbiamente, unito al carattere scontroso ed imprevedibile, alienava a quest'ultimo le simpatie di una
buona parte del pubblico.
Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo
Eliécer Neftali Reyes Basoalto (1904-1973), premio Nobel per la
letteratura nel 1971, era figlio di un ferroviere ed era vissuto per
lungo tempo a Temuco,
Pablo Neruda |
aveva avuto come insegnante Gabriela Mistral,
la quale lo aveva incoraggiato ad occuparsi di letteratura. Dopo un
primo incarico come diplomatico, accettato per necessità economiche,
aveva girato molto, seguendo diverse destinazioni. La sua militanza
nel partito comunista era iniziata molto presto e gli era valsa, come
a de Rokha, la condanna e l'esilio. Dapprima in Argentina, s'era
spostato poi in Europa, si era recato in Russia, in Cina, poi in
Messico, dove aveva conosciuto, Matilde Urrutia, poi divenuta sua
moglie, e dove aveva composto una delle sue opere più conosciute:
Canto General. S'era trasferito poi per un periodo in Italia,
vivendo a Capri e ad Ischia. Anch'egli, come già Huidobro, era
entrato in contatto con molti artisti stranieri che gli avevano
facilitato gli spostamenti da un paese all'altro e che avevano
contribuito a far conoscere la sua opera. Cosicché Neruda s'era
trovato ad essere il più conosciuto tra i tre poeti cileni.
All'epoca Huidobro era già morto, ma la disputa proseguiva con de
Rokha. Dopo il suo rientro in Cile s'era schierato a favore della
rivoluzione cubana e contro la guerra nel Vietnam. Per questi motivi
e per la sua riconosciuta militanza comunista, nel 1966 gli Stati
Uniti avevano fatto molta difficoltà a concedergli il visto per
poter partecipare ad una conferenza a New York.
Salvador Allende |
Nel 1970 gli era stato chiesto di
candidarsi a presidente del Cile, ma lui aveva preferito sostenere
Salvador Allende. Nel 1971, gli era stato assegnato il premio Nobel
per la letteratura e, durante il discorso a Stoccolma, non aveva
mancato di far cenno alla disputa che lo aveva diviso per tanti anni
da de Rokha, nel frattempo deceduto: una disputa oltre la morte
quindi, che non aveva fatto onore a nessuno dei contendenti e non
aveva fatto bene al partito comunista cileno.
Le circostanze in cui avvenne la morte
di Neruda, pochissimo tempo dopo la presa di potere di Pinochet
rimangono a tutt'oggi assai dubbie.
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