Translate

lunedì 3 aprile 2017

La guerriglia letteraria. Huidobro, de Rokha, Neruda




In una libreria di Santiago ho trovato il libro di Faride Zerán La guerrilla literaria (Debolsillo, 2010), che rievoca la nota disputa, protrattasi per molti anni, tra i tre maggiori poeti cileni del secolo scorso: Pablo de Rokha, Vicente Huidobro e Pablo Neruda. Il libro ha avuto già diverse edizioni e viene riproposto ancora una volta, dato l'interesse suscitato dall'argomento, che sembra sia più attuale che mai.
L'autrice, cilena di Puerto Natales, è una nota giornalista e scrittrice, che ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze del golpe militare di Pinochet del 1973, dovendo lasciare il Cile, dapprima per l'Argentina e poi per il Venezuela. Rientrata in Cile, ha ricevuto il premio nazionale per il giornalismo nel 2007.



Faride Zerán (foto Michelle Bachelet)


Il racconto, a tratti un po' ripetitivo, narra di come De Rokha, Huidobro e Neruda presentassero personalità molto diverse tra loro, che si scontrarono per il diverso approccio con la poesia, per gelosia e per questioni politiche; del resto ripetitivi, nelle loro continue schermaglie che caratterizzarono questa pervicace “guerriglia”, erano anche i tre personaggi di cui si tratta. E la cosa non si limitò a loro, ma i contrasti, anche gravi, alle volte con scene pubbliche violente, coinvolsero il partito comunista, all'interno del quale si prese posizione per l'uno o per l'altro, provocando così delle divisioni che certo, fa capire l'autrice, non furono d'aiuto nel momento in cui sarebbe stata necessaria un'unità maggiore, di fronte ai fatti drammatici che interessarono il paese in quegli anni.
La disputa, non coinvolse l'altro grande personaggio del periodo, Gabriela Mistral (1889-1957), premio nobel per la letteratura nel 1945, che non volle mai entrarvi, ma durò fino alla morte degli autori coinvolti, e si lasciò dietro una scia di polemiche mai sopite tra i seguaci delle tre diverse fazioni.



Gabriela Mistral


Vicente Huidobro (1893-1948) apparteneva ad una famiglia molto agiata ed aveva avuto la possibilità di completare gli studi presso l'Università del Cile. 



Vicente Huidobro


Successivamente era andato in Europa, dapprima a Madrid, poi a Parigi, dov'era venuto in contatto con le avanguardie, rappresentate, all'epoca, da Picasso, Mirò, Ernst e molti altri. Si era formato così un gusto molto diverso da quello degli altri due poeti, dai quali fu sempre considerato un ricco borghese che si poteva permettere di giocare con la poesia. In realtà Huidobro, tra i tre, era la personalità maggiormente formata, a contatto non solo con le avanguardie parigine, ma con tutto un ambiente culturale di grande stimolo che, nei primi anni trenta del Novecento, si muoveva tra l'Italia, la Spagna e, appunto, la Francia. Sempre a favore del Partito Comunista, combatté in Spagna nel corso della guerra civile.


Pablo de Rokha, pseudonimo di Carlos Diaz Loyola (1895-1968), non era stato ugualmente fortunato.



Pablo de Rokha (foto Pelea de Perro)


Nato in una famiglia agiata e assai numerosa, aveva completato gli studi superiori ma non aveva finito l'Università. Dedicatosi molto presto alla poesia, era stato nominato, dal presidente Juan Antonio Rios, ambasciatore culturale del Cile in America, ed aveva viaggiato molto per questo suo incarico ma, essendo riconosciuto come comunista, il nuovo presidente, Videla, lo aveva costretto all'esilio, durato fino al 1949. La moglie Winett, poetessa di notevole valore, era morta poco tempo dopo, nel 1951. 



Winett de Rokha


Nel 1955 la polemica già latente con Neruda era stata resa palese dal suo saggio Neruda y yo, nel quale rivolgeva pesanti accuse di plagio al suo antagonista, affermando tra l'altro che questi si era reso colpevole di aver ingannato il popolo con la sua opera assai poco sincera, per non dire del tutto falsa, per ciò che esprimeva nei riguardi dei lavoratori. In realtà de Rokha era sicuramente geloso di Neruda e del successo che questi, secondo il suo parere del tutto immeritatamente, otteneva. Ed è forse vero che, parte della popolarità di quest'ultimo era dovuta alle sue frequentazioni e soprattutto al suo atteggiamento meno militante e meno oltranzista di quello dello stesso de Rokha, che indubbiamente, unito al carattere scontroso ed imprevedibile, alienava a quest'ultimo le simpatie di una buona parte del pubblico.






Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftali Reyes Basoalto (1904-1973), premio Nobel per la letteratura nel 1971, era figlio di un ferroviere ed era vissuto per lungo tempo a Temuco, 



Pablo Neruda


aveva avuto come insegnante Gabriela Mistral, la quale lo aveva incoraggiato ad occuparsi di letteratura. Dopo un primo incarico come diplomatico, accettato per necessità economiche, aveva girato molto, seguendo diverse destinazioni. La sua militanza nel partito comunista era iniziata molto presto e gli era valsa, come a de Rokha, la condanna e l'esilio. Dapprima in Argentina, s'era spostato poi in Europa, si era recato in Russia, in Cina, poi in Messico, dove aveva conosciuto, Matilde Urrutia, poi divenuta sua moglie, e dove aveva composto una delle sue opere più conosciute: Canto General. S'era trasferito poi per un periodo in Italia, vivendo a Capri e ad Ischia. Anch'egli, come già Huidobro, era entrato in contatto con molti artisti stranieri che gli avevano facilitato gli spostamenti da un paese all'altro e che avevano contribuito a far conoscere la sua opera. Cosicché Neruda s'era trovato ad essere il più conosciuto tra i tre poeti cileni. All'epoca Huidobro era già morto, ma la disputa proseguiva con de Rokha. Dopo il suo rientro in Cile s'era schierato a favore della rivoluzione cubana e contro la guerra nel Vietnam. Per questi motivi e per la sua riconosciuta militanza comunista, nel 1966 gli Stati Uniti avevano fatto molta difficoltà a concedergli il visto per poter partecipare ad una conferenza a New York.



Salvador Allende



Nel 1970 gli era stato chiesto di candidarsi a presidente del Cile, ma lui aveva preferito sostenere Salvador Allende. Nel 1971, gli era stato assegnato il premio Nobel per la letteratura e, durante il discorso a Stoccolma, non aveva mancato di far cenno alla disputa che lo aveva diviso per tanti anni da de Rokha, nel frattempo deceduto: una disputa oltre la morte quindi, che non aveva fatto onore a nessuno dei contendenti e non aveva fatto bene al partito comunista cileno.
Le circostanze in cui avvenne la morte di Neruda, pochissimo tempo dopo la presa di potere di Pinochet rimangono a tutt'oggi assai dubbie.







Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti ed osservazioni sono graditi