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venerdì 31 agosto 2018

Pensieri d'autore. Charles Baudelaire

Canale di Beagle, dove volano gli albatri (foto Daniela Durissini)


Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
 


À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.
 


Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu’il est comique et laid!
L’un agace son bec avec un brûle-gueule,
L’autre mime, en boitant, l’infirme qui volait!


Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher.
 





Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggi delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.

L'hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell'azzurro, maldestro e vergognoso, 
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le grandi ali bianche.

Com'è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!

Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l'uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sua ali di gigante.





Charles Baudelaire, L'Albatros, da I fiori del male, 1857
trad. it di Giovanni Raboni per Mondadori, 
Charles Baudelaire, Opere, I Meridiani,  Milano, 2012


Il 31 agosto del 1867 muore a Parigi, all'età di 46 anni, il grande poeta Charles Baudelaire.






giovedì 30 agosto 2018

Agatha Christie. Viaggiare è il mio peccato



Un blog che tratta di viaggi e culture e che ha un occhio particolare per il Medio Oriente non può ignorare questo bel libro di Agatha Christie, che descrive i numerosi viaggi a seguito del marito Max Mallowan, noto archeologo, nel corso delle campagne di scavo sui Tell siriani al confine con l'Iraq. 
Agatha Miller, divorziata dal primo marito, il britannico Archibal Christie, colonnello della Royal Flying Corps, di cui mantenne il cognome, aveva incontrato Max Mallowan, di quattordici anni più giovane, sugli scavi di Ur, dove, impenitente viaggiatrice, si era recata da sola. Dopo una corte serrata Max, ammirato dall'intelligenza, dalla positività del carattere di Agatha e dal suo spirito di adattamento, ottenne l'assenso al matrimonio e, all'età di quarant'anni lei, ormai nota scrittrice, divenne lady Mallowan. Era il 1930.
Attirata dalla vita avventurosa che le veniva offerta dalle numerose campagne di scavo che il marito conduceva in Medio Oriente Agatha decise di seguirlo, adattandosi a tutte le situazioni, anche le più severe ed imprevedibili, e suscitando l'ammirazione dei collaboratori dell'archeologo. La sua presenza, inoltre, rendeva lo stesso abitare in quelle zone disagiate un po' più normale e comodo anche per gli altri membri della spedizione. Max ed Agatha si fecero addirittura costruire una casa a Chagar Bazar, dove scavarono per qualche anno e lì riuscirono a ricreare un po' dell'ambiente inglese ed a concedersi qualche piccolo comfort. Lei, seguita dalla sua fedele macchina da scrivere, continuò ad inventare le storie che l'avevano resa celebre, e Poirot continuò a vivere, per la soddisfazione dei suoi, ormai numerosissimi, fans. 
In questo piccolo libro, per lei inconsueto, tradotto purtroppo piuttosto male, Agatha Christie racconta nel dettaglio la vita in Siria, le difficoltà quotidiane, i successi negli scavi e, con grande ironia, gli episodi più significativi di una vita che metteva i membri della spedizione archeologica continuamente a confronto con le popolazioni locali.
Il periodo in cui si svolge il racconto, scritto, tra l'altro, parecchi anni più tardi, per soddisfare la curiosità dei numerosi amici e conoscenti che le chiedevano continuamente di quell'esperienza, è quello compreso tra gli scavi a Chagar Bazar e quelli, molto proficui, a Tell Brak, per i quali Max Mallowan divenne molto noto, non solo nell'ambiente scientifico. Gli scavi, finanziati inizialmente dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Londra, sono continuati poi per molto tempo, in successive campagne, fino al 2011. 
Il libro affascina per molti motivi, da un lato, certamente, per la narrazione in sé, dei viaggi, dall'altro per la sorprendente capacità dei coniugi Mallowan e, un po' meno, dei loro collaboratori inglesi, di ricreare anche in quei luoghi così difficili da vivere, per un occidentale, una sorta di "isola" inglese, con i domestici, il tè, che si sforzano di far servire correttamente, le golosità, che acquistano ad Aleppo e trasportano oltre Deir.er-Zour, i piccoli ricevimenti e le discussioni serali. 
Un racconto da non perdere. 


⇒(click) Il Libro: Agatha Christie, Viaggiare è il mio peccato (I Ed. William Collins, Sons 1946; Mondadori, Milano, 2014)

lunedì 27 agosto 2018

Pensieri d'autore. Cesare Pavese

Sul Carso in agosto (foto Daniela Durissini)


C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.


Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.


Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.




Cesare Pavese Estate da Lavorare stanca (1936-1943) 

Lavorare stanca rappresenta il libro d'esordio di Cesare Pavese, pubblicato per le edizioni Solaria nel 1936, a 28 anni. La raccolta di poesie, ripresa ed incrementata con altre liriche venne ripubblicata da Einaudi nel 1943. 
Pavese moriva a Torino il 27 agosto del 1950. Aveva 41 anni. Scrittore, poeta e critico letterario, è uno degli intellettuali più importanti del Novecento. 


⇒(click) Il libro Cesare Pavese, Lavorare stanca


venerdì 24 agosto 2018

Pensieri d'autore. Jorge Luis Borges

Argentina. Ghiacciaio Perito Moreno (foto Daniela Durissini)


Ho commesso il peggiore dei peccati 
che un uomo possa commettere. Non sono stato 
felice. Che i ghiacciai dell'oblio 
possano travolgermi e disperdermi, senza pietà. 
I miei mi generarono per il gioco 
rischioso e stupendo della vita, 
per la terra, l'acqua, l'aria, il fuoco. 
Li frodai. Non fui felice. Realizzata 
non fu la giovane loro volontà. La mia mente 
si applicò alle simmetriche ostinatezze 
dell'arte che intreccia inezie. 
Ereditai valore. Non fui valoroso. 
Non mi abbandona, mi sta sempre a lato 
l'ombra d'essere stato un disgraziato.

Jorge Luis Borges "Il rimorso" (tratto da La moneta di ferro, 1976,  Milano, Adelphi, 2008)



Jorge Luis Borges, (Buenos Aires i24 agosto 1899 - Ginevra 14 giugno 1986) è stato uno scrittore, poeta e saggista argentino, ritenuto uno dei più autorevoli autori del XX secolo. 



giovedì 23 agosto 2018

Fotografare l'architettura. Il castello di Duino

Il castello di Duino, arroccato su una rupe che si affaccia sul
Golfo di Trieste


Castello di Duino (foto Daniela Durissini) 

Pensieri d'autore. Edgard Lee Masters

Golfo di Trieste (foto Daniela Durissini)

George Gray

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito: 
una barca con le vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì ma io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre alla follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio
una barca che anela al mare eppure lo teme.



Edgard Lee Masters, Antologia di Spoon River

Il 23 agosto del 1868 nasceva a Garnett, nel Kansas, Edgard Lee Masters, scrittore, poeta e avvocato. Pubblicò nel 1916, in volume, la raccolta delle sue poesie, già uscite sul Reddy's Mirror di St. Louis nei due anni precedenti. In italia la sua opera fu scoperta da Cesare Pavese nel 1930 e fu tradotta da Fernanda Pivano e pubblicata da Einaudi nel 1943. 
Le poesie, strutturate in forma di epitaffio, sono ispirate alla vita dei defunti che riposano nel cimitero dell'immaginario paese di Spoon River e, tutte insieme, restituiscono un'immagine verosimile e disincantata della società e della vita in un qualsiasi paese americano dell'epoca. 
Una delle fonti a cui si rivolse l'autore per comporre la sua opera fu l'Antologia palatina, raccolta di epigrammi ed epitaffi greci (I sec. a.C. - IX sec. d.C.).



mercoledì 22 agosto 2018

I fiumi profondi di Arguedas /J.M. Arguedas, Los rios profundos

Parco Nazionale Torri del Paine
Cile. Parco Nazionale Torri del Paine. Salto grande (foto Daniela Durissini)

José Maria Arguedas è stato uno scrittore ed antropologo peruviano. Nato ad Andahuaylas nel 1911, morì suicida a Lima nel 1969, travolto dal pessimismo che ormai nutriva per la situazione della cultura nel suo paese.
Uno dei suoi romanzi migliori è senz'altro Los rios profundos, del 1958 (tradotto in italiano per Einaudi da U. Bonetti e pubblicato nei Tascabili nel 1997).
L'opera, in parte autobiografica, racconta del giovane Ernesto, rimasto orfano da piccolissimo, costretto a seguire un padre avvocato, distratto, nelle continue peregrinazioni da una località all'altra del paese. Non riuscendo a trovare un punto valido di riferimento nella figura paterna Ernesto si lega ai domestici indios, dai quali apprende le lingua quechua, imparando ad amarne la cultura millenaria che, in tutte le sue manifestazioni, dalle credenze, alla musica, alla poesia, lo aiuterà a superare il lungo periodo di internato in un collegio gestito da religiosi.  
Attraverso gli occhi di questo ragazzino Arguedas racconta la complessa e confliggente realtà degli indios peruviani, a contatto con una società che li ha confinati ai margini e che non comprende la loro preziosa eredità culturale. E mentre Ernesto si rifugia proprio in quella cultura il lettore viene trasportato in un mondo magico, in cui l'acqua dei fiumi profondi ed impetuosi che danno il nome al romanzo ha un potere catartico e rappresenta il tramite tra la realtà e ciò che l'uomo riesce soltanto a percepire e che è parte integrante della natura, della quale egli rappresenta uno degli aspetti ed alla quale è sempre soggetto.
Anche la musica riveste una funzione analoga ed ha il potere di trasportare con sé lontano i pensieri, valicando la cordigliera andina, e qualsiasi ostacolo che l'uomo non può superare. 
Il libro è magnifico e, più che un racconto, è un insieme di sensazioni forti, spesso rese nella lingua quechua, che influenzò molto soprattutto le prime opere di Arguedas. La lettura in lingua originale regala un'esperienza straordinaria che, proprio perché qui è così importante il legame con la cultura degli indios peruviani, nessuna traduzione, seppur ottima, potrà restituire. 


Il libro è reperibile anche in versione ebook su Amazon

lunedì 20 agosto 2018

Pensieri d'autore. Salvatore Quasimodo

Tovarnele tramonto
Croazia. Isola di Pago (foto Daniela Durissini)

Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole: 
ed è subito sera

Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901- Napoli, 14 giugno 1968), premio Nobel per la letteratura nel 1959.

giovedì 16 agosto 2018

Viaggiando in Patagonia / Traveling in Patagonia


Lago Sarmiento


Itinerario

Venezia - Amsterdam - Buenos Aires - Trelew  

Puerto Madryn
  
Penisola di Valdés 
Gaiman

Rio Gallegos 

Ushuaia  

Escursione al Parco Nazionale Terra del Fuoco

Punta Arenas

Puerto Natales 

Navigazione sul Seno de Ultima Esperanza  (Ghiacciai Balmaceda e Serrano)
Grotta del Milodonte e Parco Nazionale Torri del Paine

El Calafate 

Cerro Torre Torre Egger

El Chalten

Escursioni: Mirador de los condores e mirador de las aguilas; Laguna Torre e mirador Maestri; Laguna de los Tres

El Calafate 

Ghiacciaio Perito Moreno
Laguna Nimez e Lago Argentino
Cueva del Gualicho
Rio Gallegos 

Comodoro Rivadavia

Buenos Aires - Amsterdam - Venezia


Periodo

11 novembre - 11 dicembre 2015

Mezzi di trasporto

Venezia - Amsterdam - Buenos Aires: volo KLM (a/r)

Buenos Aires - Trelew: volo Aerolineas Argentinas

Per tutti gli spostamenti da Trelew a Comodoro Rivadavia abbiamo usato bus di linea

Comodoro Rivadavia - Buenos Aires: volo Aerolineas Argentinas


Sistemazioni

Ostelli, piccoli alberghi, appartamenti


Puerto Madryn




Puerto Madryn è una cittadina affacciata su un'immensa spiaggia di sabbia, di fronte al mare calmo del Golfo Nuevo, racchiuso tra la penisola di Valdés e la costa, dove sfocia il fiume Chubut, che dà il nome all'intera provincia. Qui, in queste acque, ogni anno, indicativamente da settembre a novembre, si possono avvistare le balene con i piccoli, spesso anche dal molo Piedrabuena, più frequentato dai locali che dai turisti, che in genere preferiscono partire con le barche da Puerto Piramides ed avvicinarsi agli animali in mare aperto.
A novembre le temperature sono molto miti, e la lunga spiaggia, nei giorni festivi, è già molto animata. E' questo il periodo in cui le balene iniziano a migrare verso le acque più fredde del sud e gli avvistamenti si fanno sempre meno frequenti.  
Ma al di là delle balene, Puerto Madryn, è una cittadina piacevole da vivere, molto tranquilla, ed interessante dal punto di vista storico. Qui infatti, all'estremità meridionale della spiaggia, alla Punta Cuevas (conosciuta anche come Punta del indio), si possono vedere i resti del primo insediamento gallese (1865), che diede origine alla città, sviluppatasi in seguito anche grazie alla linea ferroviaria che la univa a Trelew.
Poco più avanti il Monumento al indio Tehuelche, inaugurato nel 1965, ricorda il popolo nativo.


Peninsula di Valdés


Puerto Madryn rappresenta la principale porta d'accesso alla Penisola di Valdés. Il "ripio" della lunga strada che porta a Puerto Piramides ed a Punta Delgada è pericoloso per chi non è abituato a questo tipo di fondo. I pulmini e le auto che circolano con regolarità su queste strade hanno spesso i parabrezza "mitragliati" dalle pietre che vengono sollevate al passaggio degli altri mezzi. Nonostante la notevole pressione turistica la penisola rimane un luogo magnifico e selvaggio, e questo grazie ad una tutela attenta che ha preservato pressoché intatto l'ambiente naturale. Nel 1999 è entrata a far parte dell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO. E' riserva naturale. Si va alla penisola per osservare le balene (al largo di Puerto Piramides) ma anche altri mammiferi come il leone marino, la foca, l'elefante marino, l'orca. All'interno si vedono i guanachi, i nandù, la lepre patagonica e molte specie di uccelli. 

Gaiman




La piccola località di Gaiman dista 80 km da Puerto Madryn. Dopo aver percorso una strada piuttosto monotona in un paesaggio prevalentemente arido ed uniforme, improvvisamente ci si trova in un'oasi verde. I campi coltivati, irrigati dalle acque del fiume Chubut, gli alberi alti, la frescura. Sembra un altro mondo, ed in effetti è così. Anche se la località porta un nome di derivazione Tehuelche, è caratterizzata dalla presenza costante, fin dal XIX secolo, di una comunità gallese, che qui, ha conservato non solo le proprie tradizioni, ma la propria lingua originaria, priva, sembra, di quelle mutazioni che ha invece subito la parlata gallese di oggi. A Gaiman si può vedere la casa più antica, la stazione della vecchia ferrovia, ma soprattutto si visita la Casa de Té Galés. In un'atmosfera d'altri tempi viene servito il te accompagnato, come da tradizione, da dolci e sandwich, mentre si osservano i ricordi e le foto dei visitatori illustri, tra i quali ci fu anche Diana, la principessa del Galles che, dicono i locali, non parlava gallese e non assaggiò le varie bontà messe sulla tavola dai proprietari della casa.  
Gaiman è un posto unico e merita senza dubbio una visita.


Ushuaia



Ushuaia, capoluogo della provincia argentina della Terra del Fuoco, è la cittadina più meridionale del continente americano e del mondo. Ci si arriva in bus da Rio Grande, dopo aver costeggiato per breve tratto il magico lago Fagnano, nei pressi di Tolhuin, ed aver risalito una gola dalle pareti scoscese lungo una strada stretta ed accidentata. La città è in continua espansione e s'arrampica sulle pendici dei monti retrostanti, per cui parecchie strade si dipartono dalla litoranea e sono in salita. L'abitato si affaccia sul canale di Beagle, che prende il nome dalla prima nave che lo esplorò, nel 1833, condotta dal capitano Fitz Roy, sulla quale, tra gli altri, viaggiava Charles Darwin, che descrisse il suo lungo percorso nel celebre Viaggio di un naturalista intorno al mondo

Famiglia di Indiani Yamana 
Allora la Terra del Fuoco era abitata dai popoli nativi Selknam (Ona) e Yamana (Yaghan). I primi vivevano nella parte centrale dell'isola mentre i secondi ne popolavano soprattutto le coste meridionali. I bianchi iniziarono ad installarsi sul canale di Beagle nel 1868, allorché vi approdò una prima missione inglese. In seguito vi giunse colui che diede un vero impulso all'opera di costruzione dell'abitato: Thomas Bridges. Anch'egli missionario, vi si trasferì con la moglie ed i figli, alcuni dei quali nacquero proprio ad Ushuaia. Tra questi va ricordato soprattutto Lucas Bridges, il quale, quando il padre si ritirò dalla missione, contribuì alla costruzione della fattoria di famiglia di Harbertorn, su terreno concesso dallo stato argentino, ad una sessantina di chilometri da Ushuaia, ma conquistata la fiducia degli Ona che vivevano all'interno dell'isola preferì condividere con essi diversi anni di vita, fondando e gestendo, con il loro determinante aiuto, la nuova estancia di Viamonte, oltre le montagne, verso il lago Fagnano (Cami). Descrisse poi l'intera sua esperienza in Terra del Fuoco nel libro Ultimo confine del mondo, uscito a Londra nel 1948 e tradotto in italiano da Einaudi nel 2009. 



L'abitato di Ushuaia si sviluppò rapidamente tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, quando vi fu fondata una colonia penale, chiusa appena nel 1947, ed oggi trasformata in Museo Marittimo e del Presidio. Vi venne costruita anche una ferrovia che conduceva i prigionieri alla colonia e che ora è stata trasformata in attrazione turistica, percorrendo solo 7 dei 25 chilometri originari, verso la stazione più meridionale del mondo. 
Meglio scegliere i bus di linea che conducono nel cuore del Parco Nazionale della Terra del Fuoco ed alla splendida Baia Lapataia, da dove, con una breve escursione, si torna alla casa del parco (eventuale interessante e brevissima digressione alla castorera). Magnifica la camminata al Lago Roca e verso il confine con il Cile. 


Puerto Natales


Daniela Durissini


Puerto Natales è una piccola cittadina cilena, affacciata sul Seno de Ultima Esperanza. Ci si arriva in genere per visitare il Parco Nazionale delle Torri del Paine ma, oltre a questa, che è l'attrattiva maggiore della zona, è di grande interesse ambientale e paesaggistico la navigazione fino ai ghiacciai Balmaceda e Serrano. Nell'attesa si passeggia lungo le vie del centro dove si trovano alcune botteghe di artigiani che lavorano le pietre dure e lungo la riva del mare, dove alcune installazioni artistiche di un certo interesse, si ispirano alle tradizioni ed all'ambiente locali. Una di esse è chiaramente ispirata al clima patagonico.
Di buon mattino si prende un bus che conduce al porto dove si sale su una barca piuttosto comoda e si inizia a risalire la parte finale del Seno de Ultima Esperanza. L'ampio canale è circondato da monti che, man mano, diventano sempre più alti ed aspri. Si arriva infine al primo ghiacciaio, il Balmaceda, che un tempo scendeva con il suo fronte fino al mare, mentre ora si mantiene un po' sopra la riva. 



Continuando la navigazione si giunge in breve alla Guarderia Balmaceda, della CONAF, dove si sbarca per imboccare il sentiero che, in un chilometro, conduce al ghiacciaio Serrano. Siamo nel Parco Nazionale Bernardo O'Higgins. Il percorso è breve e molto suggestivo. Il fronte del ghiacciaio, spettacolare. 


Ritornati all'imbarcadero si risale sulla barca, diretta alla fattoria Perales, dove si consuma il pranzo. Il posto è idilliaco e viene voglia di lasciare ben presto la pur ricca tavola per andare a passeggiare sui prati attorno alla fattoria, in vista di magnifici monti lontani.

Parco Nazionale Torri del Paine



Il Parco Nazionale Torri del Paine offre molti sentieri escursionistici e molte possibilità anche per i climbers, che si misurano con pareti magnificamente verticali. Da Puerto Natales si può prendere un bus che, in giornata, fa il giro del parco, offrendo la possibilità, a prezzo contenuto, anche a coloro che non hanno a disposizione un auto, di farsi almeno un'idea dell'area protetta. All'interno del parco ci sono poi alcuni alberghi piuttosto cari, ed alcuni rifugi. Esiste inoltre la possibilità di campeggiare. 

Il tour inizia con una prima sosta, alla grotta del Milodonte, resa celebre da Chatwin, nel suo In Patagonia, e prosegue quindi oltre i confini del parco, fino al Lago Sarmiento, in vista delle Torri. Il panorama è magnifico ed anche l'ambiente del lago non è da  meno. 


Lago Sarmiento


Quindi si prosegue fino al magnifico lago Nordenskjold, proprio sotto i Corni del Paine. Il Lago deriva il nome dal geologo ed esploratore Otto Nordenskjold, svedese, che effettuò diverse spedizioni in Patagonia ed in America del Sud tra il 1890 e gli anni Venti del Novecento. 

Lago Nordenskjold Torri del Paine


Ed ancora al Salto Grande

Salto Grande Torri del Paine

Ed al lago Pehoe, da dove il gruppo del Paine appare in tutta la sua bellezza.


Lago Pehoe Torri del Paine



Una breve ma suggestiva camminata porta quindi al Lago Grey, sul quale non è raro osservare degli iceberg che si staccano dal fronte del ghiacciaio, che è piuttosto lontano e non si vede chiaramente dalla riva. 

Lago Grey Torri del Paine


Il gruppo del Paine qui appare diverso ed offre ancora un'altra prospettiva. Infine, al ritorno, si passa accanto al grande lago Toro, mentre il Paine si allontana. 
Il Parco è nato anche grazie ad una donazione dell'alpinista ed esploratore italiano Guido Monzino, innamorato della Patagonia e della zona del Paine, dove, nel 1957-1958, organizzò una famosa spedizione che riuscì a salire il Cerro Paine Grande e la Torre Nord. Lui stesso ne narrò le non facili fasi in Italia in Patagonia. La donazione di un'ampia tenuta di proprietà di Monzino, era vincolata alla destinazione a parco e consentì al governo cileno di ampliare notevolmente la superficie da proteggere. Il Parco, nato nel 1959, fu dichiarato dall'UNESCO riserva della biosfera nel 1978.
Ma accanto a Monzino va ricordato anche un altro italiano, Armando Aste, che salì per primo la Torre Sud. Oggi le pareti delle Torri sono state ampiamente percorse e contano diverse vie estreme. Da considerare oltre alle difficoltà oggettive anche i problemi derivanti dal clima estremamente variabile e la presenza quasi costante di venti molto forti che complicano ulteriormente le salite.


El Chaltén


Arrivo a El Chalten




Da El Calafate si arriva a El Chaltén con comodi bus, percorrendo una strada asfaltata che passa accanto alla famosa estancia La Leona ed al Lago Viedma. 

Riguardo a questi luoghi va ricordato che ancora alla fine del XIX secolo erano in gran parte ricoperti da fitti boschi poi distrutti a causa degli incendi appiccati dai coloni che dovevano creare spazi destinati a pascolo. In fondo al Lago Viedma i primi esploratori osservavano da lontano il Chaltén (in lingua aoniken montagna che fuma), oggi più conosciuto come Fitz Roy, che i nativi consideravano montagna sacra e ritenevano essere un vulcano, data la forma e le nubi che spesso avvolgono la cima. In seguito i topografi assegnarono alla montagna il nome del capitano del Beagle, anche se la popolazione locale continuò sempre ad indicarla con l'originario Chaltén.
Lo stesso nome è stato poi assegnato al piccolo abitato, sorto in anni recenti, ai piedi delle montagne, man mano che queste attraevano un numero sempre più elevato di visitatori.


Qualche cenno di storia alpinistica


Volo del condor Cerro Torre


A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso diverse spedizioni alpinistiche tentarono di conquistare la vetta del Cerro Torre. Dopo due tentativi effettuati nel 1958 da due spedizioni italiane, guidate rispettivamente da Bruno Detassis e da Walter Bonatti e Carlo Mauri, nel 1959 Cesare Maestri raggiunse la cima assieme a Toni Egger, che però morì precipitando nel corso della discesa, portando con sé la macchina fotografica che avrebbe comprovato il raggiungimento della vetta, per molti mai avvenuto. La salita rimase perciò controversa e Maestri tornò sul Torre nel 1970 percorrendo però un'altra via, la cosiddetta Via del compressore, piantando sulla parete chiodi a pressione che risultarono determinanti per la progressione. Il compressore fu abbandonato in parete. Anche questo tentativo fu molto criticato e, del resto, non provò l'avvenuto raggiungimento della cima durante la prima scalata. La prima vetta non contestata fu quella raggiunta nel 1974 da una spedizione dei Ragni di Lecco, per un'altra via, mentre la Via del compressore fu ripercorsa per la prima volta da Jim Bridwell nel 1979 e venne salita in libera appena nel 2012 da David Lama e Peter Ortner.

Cerro Torre Torre Egger


Per quanto concerne invece il Fitz Roy, fu salito per la prima volta già nel 1952 dal francese Lionel Terray, in cordata con Guido Magnone. Nel corso della spedizione morì Jacques Poincenot. Il gruppo del Fitz Roy, articolato in diverse cime, fu poi meta di molte spedizioni che man mano salirono anche le vette secondarie.


Monte Fitz Roy



Escursionismo


El Chaltén è considerato la capitale dell'escursionismo argentino. Vi è la possibilità di percorrere diversi sentieri all'interno del Parco Nazionale Los Glaciares, che ricopre un'area vastissima e di cui El Chaltén è solo uno dei possibili accessi.
I sentieri sono assai ben segnalati e ben tenuti, oltreché molto percorsi. Difficile ritrovarsi da soli lungo uno dei tracciati principali. 
Tra tutti vanno ricordati almeno: 

- il sentiero che giunge alla Laguna Torre, in assoluto il più percorso, che con modesto dislivello ma con uno sviluppo piuttosto lungo arriva ai piedi del cerro Torre (possibile e consigliabile prosecuzione al Mirador Maestri)

Laguna Torre El Chalten

- il sentiero del Fitz Roy che con discreto dislivello, tra l'altro concentrato soprattutto nell'ultimo tratto, e sviluppo lungo conduce alla Laguna del Los Tres, ai piedi appunto del Fitz Roy

Laguna de Los Tres Fitz Roy


- la traversata che collega i due sentieri anzidetti e che transita per le magnifiche Lagune Madre y Hija

Lagune Madre y Hija


- il sentiero al Mirador Loma del Pliegue Tumbado

Mirador Loma del Pliegue Tumbado


- il breve ma suggestivo sentiero al Mirador de los Condores 

Mirador los Condores

ed al Mirador de las Aguilas

Mirador de las Aguilas


ed infine, nel settore del Lago del Desierto, raggiungibile in bus lungo 37 km di strada sterrata, 

- il sentiero alla Laguna Huemules


Laguna Humules

El Calafate

El Calafate non è un bel posto. Troppo turistico, troppo caro, poca qualità. In cambio però si trova immerso in un ambiente magnifico, affacciato alle serene acque del Lago Argentino e vicino al (troppo) celebre ghiacciaio Perito Moreno. La maggior parte delle persone che arrivano a El Calafate si fermano il tempo necessario ad effettuare la gita organizzata al ghiacciaio (con annessa navigazione fin sotto il fronte) e se ne vanno. Innumerevoli agenzie offrono gite a prezzi irragionevoli per le più diverse destinazioni ma, indubbiamente, la più gettonata è proprio quella al Perito Moreno. Ma....c'è un ma, per fortuna. 


Ghiacciaio Perito Moreno



Con un bus di linea è possibile raggiungere ugualmente il ghiacciaio, avendo a disposizione tutto il tempo necessario a vederlo e fotografarlo con grande tranquillità (oddio, quella consentita dalle frotte di turisti che si riversano per ogni dove). 
Dunque si parte alle 9.30 dal bus Terminal di El Calafate e si fa un lungo giro che tocca anche il Lago Roca. Meglio, così si vede un po' più di mondo! Lì c'è un campeggio ed il bus ritorna sul posto solo se ci sono passeggeri da imbarcare. Dal lago si va al Parco Nazionale Los Glaciares. Lungo la strada (all'inizio ripio) si possono osservare tantissime lepri, ma anche l'aquila mora, i condor e diversi fenicotteri. Con grande gentilezza l'autista indica gli animali e si ferma per consentire di scattare qualche foto. Si paga l'entrata al parco e si prosegue per il ghiacciaio. Lì è il caos. Tantissimi pullman, gente dovunque, caffetteria sempre piena e con prezzi elevati. Si scende dal bus, che torna dopo 4 ore. 
Si percorrono tutte le passerelle, riuscendo ad avvicinarsi talmente al ghiacciaio che la navigazione sembra proprio superflua. Lo spettacolo è grandioso, i distacchi, frequenti ed emozionanti. 

Ghiacciaio Perito Moreno


Ghiacciaio Perito Moreno


Ghiacciaio Perito Moreno


Laguna Nimez



Pochi ci pensano ma a breve distanza dal centro dell'abitato la Riserva Naturale Laguna Nimez, sulle rive del Lago Argentino offre la possibilità di osservare molte specie di uccelli, sia di passo che nidificanti. 


Laguna Nimez

Laguna Nimez
Laguna Nimez

Laguna Nimez e Lago Argentino



Grotta del Gualicho


A pochi chilometri dal centro di El Calafate si trova l'interessante, e poco visitata, grotta del Gualicho, uno dei siti archeologici più importanti della provincia di Santa Cruz. Sulle pareti le pitture lasciate dai Tehuelches, antichi abitanti della zona, in parte restaurate, in parte riprodotte da altri siti. Il luogo è molto suggestivo ed ambientalmente stupendo. Il modo più veloce per arrivarvi è il taxi.

Grotta del Gualicho



Grotta del Gualicho

(foto Daniela Durissini e Carlo Nicotra)