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| Aquileia. Museo Archeologico Nazionale. Mosaico del pavimento non spazzato (foto Daniela Durissini) |
E' un giorno qualunque del I secolo a.C. ed una folta compagnia si è goduta un prelibato banchetto in casa di una ricca famiglia aquileiese. Il pavimento è cosparso degli avanzi del cibo che, essendo stato offerto senza badare al risparmio, comprendeva carni e pesci accompagnati da salse saporite, verdure, frutta, oltre all'immancabile vino.
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| Aquileia. Museo Archeologico (foto Daniela Durissini) |
Gli ospiti, come d'uso all'epoca, sono stati serviti sui triclini ed hanno gettato a terra gli avanzi ma, seguendo la moda del tempo ed un archetipo del mosaicista greco Soso, i padroni di casa hanno fatto realizzare un pavimento tromp d'oeil che appare già disseminato di avanzi, cosicché quelli prodotti dagli ospiti vengono dissimulati. Ma quel pavimento è destinato anche a dare agli invitati la misura del benessere della casa nella quale sono entrati. Infatti gli avanzi raffigurati non fanno certo parte della mensa di una famiglia qualunque ma individuano esattamente l'elevata classe sociale alla quale appartengono i padroni.
E' Plinio, nella sua Naturalis Historia (36, 184) a raccontarci di Sosos da Pergamo (II secolo a.C.) e della sua idea innovativa, l'Asarotos oikos, cioè il "pavimento non spazzato", con la duplice funzione di dissimulare gli avanzi della mensa e di sottolineare la ricchezza della casa, individuando così l'origine di una moda che s'era diffusa anche in ambito romano.
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| Aquileia. Museo Archeologico (foto Daniela Durissini) |
La villa aquileiese in cui è stato rinvenuto il magnifico mosaico pavimentale, oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale, risale al I secolo a.C.. Vi sono riprodotti pesci di pregio, ma anche diverse qualità di frutta fresca e secca, tra cui distinguiamo castagne, noci, nocciole, mandorle e datteri.
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