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mercoledì 12 settembre 2018

Max Fabiani. Un architetto innovatore

Štanjel (foto Daniela Durissini)
Max Fabiani nacque a Kobdilj (Slovenia), frazione di Štanjel, il 28 aprile del 1865 e morì a Gorizia il 18 agosto del 1962, quasi centenario. Fin da ragazzo, quando frequentava le scuole a Štanjel (San Daniele del Carso), rivelò una propensione per la matematica. Proseguì gli studi al liceo, a Lubiana, e quindi a Vienna, dove fu uno dei più brillanti allievi del politecnico, laureandosi nel 1892 e meritando una borsa di studio che gli consentì di viaggiare parecchio e di approfondire le sue conoscenze. Certamente gli fu d'aiuto il suo essere perfettamente trilingue, avendo appreso da bambino l'italiano dal padre, il tedesco dalla madre e lo sloveno, che si parlava sul Carso, dov'era nato, e terra alla quale rimase sempre legato, tanto che tra il 1935 ed il 1945 fu sindaco di Štanjel. 
Štanjel in una foto d'epoca
La sua storia è poco conosciuta ma estremamente interessante, perché inconsueta. E' la storia di un figlio del Carso che scelse, all'apice della carriera universitaria a Vienna, di abbandonare tutto e di tornare nella casa di famiglia, per ridare vita, mediante la ricostruzione, ai luoghi che avevano subito gravissimi danni nel corso del primo conflitto mondiale. 
Kobdilj. Portone di Villa Max (foto daniela Durissini)
Così, da professore e consigliere di Francesco Ferdinando, erede al trono degli Asburgo, ed avendo al suo attivo progetti architettonici realizzati in diverse città europee, Fabiani giunse a Štanjel e si mise al lavoro. Portò a termine un rilevante lavoro di pianificazione, redigendo ben 92 piani regolatori per località site in valle dell'Isonzo, in quella del Vipacco, sul Carso e nella Bassa Friulana (tra i quali quello della città di Monfalcone, del 1919).
Per quanto concerne Štanjel, Fabiani riprogettò l'intera località con metodi innovativi, come nel caso del sistema idrico e, soprattutto, della riqualificazione degli edifici appoggiati alle antiche mura. Questo progetto, che prese il nome di "villa Ferrari", mutò la destinazione d'uso delle case, pur conservandone la forma originaria. 
Stanjel Villa Ferrari
Štanjel. Villa Ferrari (foto Daniela Durissini)
Per l'epoca si trattò di un
unicum che non trovava esempi paragonabili in tutta Europa, come singolare fu il restauro del castello, che divenne un centro polifunzioanle in cui trovarono posto gli uffici comunali, la scuola elementare, ambulatori ed anche un cinema ed una sala da ballo. 
Tra i suoi progetti più interessanti realizzati al di fuori del Carso sloveno vanno ricordati lo studio per il restauro di alcune parti della città di Lubiana, a seguito del terremoto del 1895, la realizzazione di alcune case private a Lubiana, a Vienna, a Gorizia, a Trieste (dove, nel 1906, realizzò la splendida casa Bartoli), l'Hotel Balkan, Narodni Dom, a Trieste (1905), che i fascisti incendiarono nel 1920 ed oggi sede della Scuola Superiore di Lingue Moderne, il Wiener Urania a Vienna (1909), il ponte sulla Mura a Wrinzottl, in Austria (1914), il Santuario del Monte Santo, vicino a Gorizia (1919), il monumento ai caduti della prima guerra mondiale a Gorizia, la Casa del Fascio a  Štanjel (1938). 


Il Libro. Nel 1998 MGSPress, casa editrice triestina, ha pubblicato il libro dell'architetto Marco Pozzetto, Max Fabiani, al momento esaurito. 



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