Chiunque abbia avuto la fortuna di recarsi ad Aleppo prima della guerra civile e delle distruzioni che hanno sconvolto la magnifica città siriana, avrà avuto occasione di vedere il famoso Hotel Baron, che racchiude in sé un pezzo importante della storia del luogo. Oggi l'hotel sopravvive, con enorme difficoltà, e grazie alla caparbietà degli attuali proprietari ma, un tempo, fu uno dei più noti alberghi del Medio Oriente. Il bellissimo libro, scritto da Flavia Amabile e Marco Tosatti, ci racconta la storia della famiglia Mazloumian, giunta dall'Armenia, e delle vicende che portarono alla costruzione di questo straordinario edificio, non dimenticando di narrare, sullo sfondo, le vicende che caratterizzarono, in quei luoghi, gli anni cruciali a cavallo tra il secolo XIX ed il XX.
Erano gli anni in cui si stava dissolvendo l'impero ottomano, che tuttavia occupava ancora alcune delle più importanti città del Medio Oriente, quando Krikor Mazloumian lasciò il paese natale di Antchurty, nell'Anatolia orientale, per recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme. Il viaggio non fu dei più tranquilli, a causa dell'incerta situazione politica, dei molti pericoli che rendevano difficile procedere sulle strade malsicure che collegavano i diversi centri abitati, ed incerto l'arrivo, ma Krikor riuscì a raggiungere la città santa ed a tornare sano e salvo al paese. Aveva visitato, tra le altre, città come Aleppo, della quale non era rimasto troppo favorevolmente impressionato, Damasco, Beirut. Quando la situazione politica si deteriorò ulteriormente però, fu proprio ad Aleppo che decise di trasferirsi, questa volta viaggiando assieme alla famiglia e lasciando per sempre Antchurty. Con il denaro che aveva messo da parte acquistò e fece rimodernare un piccolo edificio, vicino alla dogana, che trasformò nell'Ararat hotel, il primo gestito dalla famiglia Mazloumian. Passati alcuni anni Onnig ed Armen, figli di Krikor, costruirono a loro volta due alberghi ed in seguito decisero di impegnarsi in un'impresa particolarmente costosa: la costruzione di un nuovo, grande, hotel, che avrebbero gestito congiuntamente, dotato di tutte le comodità e, questa volta, sito vicino alla stazione ferroviaria, dove nessuno immaginava che potesse avere il benché minimo successo. I due fecero arrivare da Parigi il famoso architetto Kaspar Nafilyan, il quale redasse il progetto per il nuovo edificio che, il giorno dell'inaugurazione, si presentò davvero magnifico agli occhi stupefatti dei numerosi, importanti, invitati.
Da quel giorno l'hotel, che proprio grazie alla posizione, attirò presto molti visitatori, tra i quali personaggi importanti, come Lawrence d'Arabia ed Agatha Christie, divenne una ssata obbligata per coloro che giungevano ad Aleppo e per molto tempo fu l'unico albergo di classe della città. Ben presto fu circondato da molti altri edifici e non fu più isolato come nei primi tempi. Il vecchio Krikor aveva visto giusto, quando aveva deciso che quella sarebbe stata la meta definitiva del suo viaggio, capace di offrire protezione e nuove opportunità alla famiglia. Ma se Aleppo diede molto ai Mazloumian questi diedero molto ad Aleppo, attirando con i servizi eccezionali forniti dal loro albergo importanti visitatori che lì trovavano un'accoglienza superiore a quella fornita dalla maggior parte degli alberghi di tutto il Medio Oriente. L'hotel Baron divenne così importante ed insostituibile luogo di incontro per coloro che, in quegli anni, percorrevano le strade di una regione dal divenire incerto e complesso e che, alle volte, si trovarono a deciderne le sorti. E sono proprio le dinamiche che portarono alla divisione dell'area mediorientale ed alla creazione degli attuali paesi che fanno da sfondo a questa storia straordinaria, rendendola ancora più interessante.
Il libro, assai ben documentato e scritto in modo molto piacevole, è stato pubblicato una prima volta dalla Gamberetti Editrice, ed è stato poi ripubblicato da La Lepre edizioni nel 2011.
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