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venerdì 7 settembre 2018

Pensieri d'autore. Giuseppe Gioachino Belli

Il Pasquino, celebre statua parlante di Roma ai piedi della quale
il popolo deposita da secoli satire in versi che colpiscono
i personaggi più importanti della città e non solo

Roma (foto Daniela Durissini)

Quann'io vedo la gente de stò monno,
che più ammucchia tesori e ppiù s'inggrassa, 
più ha ffame de ricchezze e vò una cassa.
compaggna ar mare, che nun abbi fonno, 

dico: "oh mandra de cechi, ammassa, ammassa,
sturba li giorni tui pèrdece er zonno, 
trafica, impiccia: eppoi? Viè signor Nonno
cor farcione et te stronca la matassa".

La morte sta anniscosta in ne l'orloggi;
e gnisuno pò dì : "domani ancora
sentirò batte er mezzogiorno d'oggi".

Cosa fa er peregrino poverello
ne l'intreprenne un viaggio di quarch'ora?
Porta un pezzo de pane, e abbasta quello.



Giuseppe Giachino Belli, La golaccia (1834) 
Giuseppe Giachino Belli, Sonetti, Mondadori, I Meridiani, Milano 1978


Giuseppe Giachino Belli (7 settembre 1791 - 21 diecembre 1863). Poeta, nato e vissuto a Roma, noto soprattutto per i suoi sonetti composti in vernacolo romanesco, con i  quali interpretò i sentimenti del popolo della sua città. 



⇒(click) Il Libro: Giuseppe Gioachino Belli, Sonetti

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