Il Pasquino, celebre statua parlante di Roma ai piedi della quale
il popolo deposita da secoli satire in versi che colpiscono
i personaggi più importanti della città e non solo
Roma (foto Daniela Durissini) |
Quann'io vedo la gente de stò monno,
che più ammucchia tesori e ppiù s'inggrassa,
più ha ffame de ricchezze e vò una cassa.
compaggna ar mare, che nun abbi fonno,
dico: "oh mandra de cechi, ammassa, ammassa,
sturba li giorni tui pèrdece er zonno,
trafica, impiccia: eppoi? Viè signor Nonno
cor farcione et te stronca la matassa".
La morte sta anniscosta in ne l'orloggi;
e gnisuno pò dì : "domani ancora
sentirò batte er mezzogiorno d'oggi".
Cosa fa er peregrino poverello
ne l'intreprenne un viaggio di quarch'ora?
Porta un pezzo de pane, e abbasta quello.
Giuseppe Giachino Belli, La golaccia (1834)
Giuseppe Giachino Belli, Sonetti, Mondadori, I Meridiani, Milano 1978
Giuseppe Giachino Belli (7 settembre 1791 - 21 diecembre 1863). Poeta, nato e vissuto a Roma, noto soprattutto per i suoi sonetti composti in vernacolo romanesco, con i quali interpretò i sentimenti del popolo della sua città.
⇒(click) Il Libro: Giuseppe Gioachino Belli, Sonetti
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti ed osservazioni sono graditi