Lungo la Valletta di Santa Lucia tra Nago e Torbole (foto Daniela Durissini) |
Questa storia, rigorosamente documentata, inizia nel 1438, quando Venezia si trovava contrapposta a Milano, in una guerra destinata ad espandere il dominio della Serenissima in Terraferma. L'esercito dei Visconti di Milano era allora condotto da Niccolò Piccinino, mentre quello veneziano era agli ordini del Gattamelata (Erasmo da Narni).
Quando i milanesi cinsero d'assedio Brescia, allora in mani veneziane, fu evidente che sarebbe stato assai difficile portare aiuto alla città, data l'organizzazione dell'esercito nemico, pertanto il Senato veneziano decise di attuare il piano, all'apparenza folle, di Sorbolo da Candia, il quale pianificò una risalita della flotta lungo il fiume Adige ed un trasferimento della stessa, su terra, nel lago di Garda, dove si pensava di affrontare il nemico e di aprirsi la strada verso Brescia.
Fu così che, tra la fine del 1438 e l'inizio del 1439, sei galee e venticinque altre imbarcanzioni di dimensioni più piccole risalirono il fiume e, giunte a Mori, vennero trasportate, le più grandi facendole avanzare su tronchi, le altre caricate su carri, fino a Nago. La parte più complessa doveva ancora arrivare, infatti, giunti alla Valletta di Santa Lucia, percorsa da un'antica strada romana, la flotta dovette superare una discesa ripidissima fino alla riva del lago, a Torbole. La traversata fu compiuta e, incredibilmente, la flotta poté navigare sul Garda ed affrontare le imbarcazioni dei Visconti, che però la sconfissero e la distrussero. Senza perdersi d'animo i veneziani costruirono una seconda flotta a Torbole e, l'anno successivo, affrontarono di nuovo l'esercito nemico e, questa volta, lo sconfissero. Era il 17 maggio del 1440.
L'impresa ebbe grande risonanza già allora e fu tramandata dalle cronache. Nonostante la prima sconfitta i veneziani furono riconoscenti a Sorbolo da Candia ed alla sua idea di mandare "galeas per montes".
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